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Annientamento: Tarapia Tarkovskij?

Annientamento

ANNIENTAMENTO

Regia di Alex Garland

Con Natalie Portman, Jennifer Jason Leigh, Gina Rodriguez, Tessa Thompson, Tuva Novotny, Oscar Isaac.
Titolo originale: Annihilation
Genere: fantascienza
USA, 2018
Durata: 115 Minuti

Tratto dall’omonimo romanzo di Jeff VanderMeer.

 

– Tarapia Tarkosvskij?
– Eh?
– Puppa! Uno a zero!

Annientamento

Correva l’anno 2014, e nelle migliori librerie americane era appena uscito il romanzo Annihilation, di Jeff VanderMeer. Leggevo le recensioni dei siti specializzati che ne decantavano le meraviglie e pensavo “wow, deve essere proprio bello! Oppure potrebbe essere una palla insostenibile”. L’anno successivo uscì l’edizione italiana. Aveva vinto il Premio Nebula ed era stato tradotto nella nostra lingua da Einaudi, un editore che non investe così spesso nella fantascienza. Molti miei contatti l’hanno preso e mi hanno detto “è un capolavoro, devi leggerlo assolutamente!”, mentre quasi altrettanti mi hanno avvertito “non farlo, è un mattone indigeribile”.

Io – devo essere onesto – non l’ho preso più per pigrizia che perchè ho dato ragione ai secondi. Anzi, quando le opinioni divergono così tanto mi incuriosisco e sono stimolato all’acquisto. Quando un romanzo (o un film, o un’opera d’arte) divide così tanto vuol dire che fa pensare, e se fa pensare merita comunque probabilmente di essere visto e giudicato personalmente. Così quando è stata annunciata la trasposizione filmica da parte di quel piccolo visionario di Alex Garland ne sono stato molto felice, e l’ho anche inserita ai primissimi posti nella classifica dei più attesi del 2018.

Poi sono successe un po’ di cose. Tipo che la Paramount ha fatto un paio di proiezioni di prova in cui nessuno spettatore ha capito un cazzo di quanto succedeva sullo schermo, e spaventata a chiesto a Garland di modificare il tutto per renderlo un pochino più action (“ci sono donne coi mitra e dei mostri: facci Alien!“). Garland giustamente ha risposto “stocazzo” e la casa distributrice ha deciso di limitarsi a un’uscita al cinema in pochi paesi (USA e Cina in primis), mentre il resto del mondo è stato ritenuto non sufficientemente intelligente per comprendere il film, così è intervenuta Netflix a cui non è parso il vero poter rimpinguare il catalogo con una novità così succulenta. Il regista se ne è avuta un po’ a male e le speranze di poter vedere trasposti anche gli altri due libri della trilogia paiono ridotte al lumicino. Ma con Netflix non si sa mai.

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Scusate, qualcuno per caso ha detto Alien?

Ci sarebbe anche da chiedersi cosa cazzo si aspettava la Paramount di diverso. Il regista è quello del più che buono Ex Machina, che sì può essere definito una storia uomo vs. robot, ma insomma non è certo Terminator. Il romanzo è stato definito da praticamente tutti “infilmabile” e come se non bastasse il budget assegnato alla lavorazione non era certo trascendentale. Insomma, non c’erano le possibilità di avere un blockbuster. E considerato tutto al botteghino non sta andando neanche male. Quasi 30 milioni di incasso nelle prime due settimane contro un budget di 55, senza essere presente in troppe sale. Vanno aggiunti i soldi di Netflix, che non ha avuto la pellicola gratis, e quelli della Cina e degli altri mercati. Alla fine arriverà in attivo, a conferma che i produttori spesso non hanno il polso del pubblico.

Ma insomma, vogliamo anche parlare del film oppure no? Ok, ok.

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Cosa devo aspettare? La fine del mondo?

Nel sud degli Stati Uniti compare dal nulla una misteriosa zona X, delimitata da una sorta di bagliore in espansione, e chiunque provi ad entrarci dentro non fa ritorno. Chiunque tranne Kane (Oscar Isaac), un soldato che ricompare dal nulla dopo un anno di assenza in casa della moglie Lena (Natalie Portman), anche lei ex soldatessa e ora docente di biologia all’università. Solo che Kane non è più lo stesso, non si ricorda niente e improvvisamente si ammala gravemente. È come se fosse stato sottoposto a una forte dose di radiazioni, e così anche Lena viene messa a conoscenza della Zona X, viene reclutata dalla dottoressa Ventress (Jennifer Jason Leigh) e si offre volontaria per la missione successiva insieme ad altre quattro donne scienziato-soldato, una strana squadra di esplorazione.

Nella Zona X succedono effettivamente cose strane. Appena entrate le protagoniste perdono il senso del tempo e la memoria a breve termine. Ma invece di tornare indietro di venti metri e dire al resto degli studiosi cosa è accaduto (“oh, qui appena entrati si perde la memoria a breve termine! Provate a chiamare quello di Memento e vediamo che succede!”) decidono di proseguire.E più vanno avanti più tutto diventa strano. La vegetazione muta, gli animali pure, i pericoli si moltiplicano. E quando trovano i segni del passaggio delle spedizioni precedenti le cose si fanno ancora più strane.

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Se avesse usato il filo interdentale ora non avrebbe questi problemi!

Garland da del romanzo Annihilation una interpretazione molto personale, tanto che non ha neanche letto i due sequel usciti poi, e ne ricava un film ricco di simbolismi e di scelte la cui interpretazione è molto aperta. Secondo me [SPOILER!] la lettura più efficace è quella che vede nella misteriosa Zona X l’equivalente planetario di un cancro. Si diffonde, trasforma corpo e mente in modi imprevedibili, prende il sopravvento su tutto quanto è all’esterno e assimila (o distrugge) ciò che entra. È proprio Lena in una lezione di inizio film a parlare di moltiplicazione cellulare. Poi c’è molto altro: l’idea di un ciclo vitale senza fine (l’8 – infinito tatuato sulla protagonista), il ruolo simbolico dell’acqua, la danza allo specchio, l’altro che diventa te e la mutazione che ti fa divenire altro da te.

È fantascienza altamente simbolico, con Garland che prende spunto ovviamente più da un Tarkosvsij che da Ridley Scott. Anche se non rinuncia a qualche bordata horror e a qualche momento shock. Ci sono scene che ti fanno fare dei bei salti sulla sedia e altre che mettono in mostra un’idea di repellenza cosmica neanche banale. Insomma ci sono tutte le carte in regola perché Annientamento possa essere definito un FILMONE.

Annientamento

PARAPARAPARA GHOSTBUSTERS!

Il problema è che ci sono anche dei problemi.

Il primo è che in alcuni momenti Garland cade nell’effetto “vorrei ma non posso”. La sua scelta di trasporre in maniera completamente visiva l’idea di mutazione che – mi è parso di capire – nel romanzo è di genere completamente diverso, si scontra con un budget non all’altezza. Garland ci ha provato e complice l’ottima fotografia di Rob Hardy in alcuni momenti è riuscito a creare dei piccoli capolavori persino poetici, vedi la scena Miyazakiana dei cervi con le corna fiorite. In altri il bersaglio proprio non è stato neppure colpito, tanto che in alcuni momenti mi è venuto da pensare che sia stato un bene non aver visto il film al cinema. Alcuni effetti digitali sono di qualità davvero mediocre, e una CGI così scarsa fa rimpiangere i cari vecchi pupazzoni di una volta…

Il secondo è che la trama non è sempre raccontata lucidamente. E ok, la cosa può essere anche voluta e non averla capita un mio limite, ma alcune svolte mi sono sembrate confusionarie, alcune sottotrame poco utili, un paio di scelte persino idiote. Non tanto da inficiare il godimento della pellicola (non sono di quelli che sostengono la dittatura della trama, anzi…), ma abbastanza da farmelo notare. Insomma Tarkovskij resta un filo sopra, più lucido e intenso. Da qui il titolo prematurato con doppio scappellamento a destra come se fosse antani. (puppa duazzero)

Il terzo e ultimo problema può forse dipendere dall’adattamento italiano, visto che in giro leggo tanti elogi… ma a ma la prova del cast non è piaciuta per niente. La Portman è piattissima, Oscar Isaac peggio ancora, di Gina Rodriguez non parliamo neppure… Forse in originale le cose cambiano (devo smetterla di guardare la roba Netflix in italiano!), ma l’effetto che ho avuto è stato questo.

Annientamento

Gina Rodriguez < Michelle Rodriguez

In definitiva comunque… guardatelo. Perché io l’ho trovato affascinante, e anche se non vi piacerà (conosco gente che è uscita persino incazzata dalla visione) non vi lascerà indifferenti. Perché su Netflix è gratis. E soprattutto perché anche scribai con cofandina, come antifurto, per esempio. (puppa, treazzero)

Altre recensioni che dovreste proprio leggere:

Combinazione Casuale
Diario di un cinefilo pigro
Il Bollalmanacco di Cinema
Il Giorno degli Zombi
In Central Perk
L’Antro Atomico del Dr. Manhattan
La Bara Volante di Cassidy

10 thoughts on “Annientamento: Tarapia Tarkovskij?”

  1. Hai dimenticato solo “Come se fossi antani” 😉 Dici bene, ma cosa si aspettava la Paramount da un film di Garland tratto da un libro così? In ogni caso ben venga questo tipo di fantascienza, che grazie ad “Arrival” è un po’ tornata di moda, il che non mi dispiace affatto 😉 Cheers

  2. Ma alla fine è davvero così incapibile o gli spettatori di prova erano un po’ tordi?

    Mi chiedo se, non avendo una CGI potente a disposizione, non sia possibile fare qualcosa di alternativo che non dia questa sensazione di limitazione.

    • Non è incapibile, probabilmente era stato scelto il pubblico di riferimento sbagliato… di sicuro non è un film che gioca nella stessa categoria di Guardiani della Galassia o dei nuovi Star Wars, la mia impressione era che la Paramount avesse letto “bestseller di fantascienza” e si aspettasse questo.
      Per la CGI… la tecnologia sta facendo rapidamente passi da gigante, non è lontano il giorno in cui effetti di buon livello saranno disponibili anche con budget ! medi. Ma ancora la differenza la fanno il gusto e l’esperienza del regista. Qui Garland secondo me ha un pochino peccato in alcune scelte visive. Tutto perdonabile, intendiamoci!

  3. Ma perché in Arrival, Inception, Interstellar, tutti avevano capito tutto? E’ anche il bello di un certo tipo di fantascienza, che qualcosa resti libero di essere interpretato dallo spettatore..Anche in Ex-Machina non è che si capisse tutto tutto.. Complimenti per la citazione prematurata alla supercazzola!

  4. Anch’io sono stata costretta a vederlo in italiano, ché già il Bolluomo la fantascienza la patisce figuriamoci in inglese, e confermo l’adattamento piatterello. Peccato. Ma in generale, a parte l’aspetto visivo, ho trovato un po’ piatto il film come trama, con personaggi appena abbozzati e una trama che alla fine è poco più di un survival horror. Un BELLISSIMO survival horror, per carità.

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