Eravamo quasi alla fine degli anni ’90, e Grant Morrison passeggiava insieme all’editor Dan Raspler in mezzo al Comic-Con di San Diego, facendo brainstorming su possibili idee per l’ennesimo rilancio di Superman. Il problema era che anche allora il più iconico supereroe di tutti i tempi aveva già abbondantemente superato il mezzo secolo di vita… e allora come fare a inventarsi qualcosa di nuovo? Fu l’incontro con un tizio a caso che indossava i panni di Superman a fornire lo spunto decisivo. L’uomo era completamente rilassato, sedeva tranquillo come se niente potesse toccarlo, non aveva quell’atteggiamento teso e pronto alla battaglia che aveva caratterizzato l’Uomo d’Acciaio per gran parte degli anni precedenti, dopo storie notissime come La Morte di Superman. A Morrison sembrò che quello rappresentasse l’atteggiamento più realistico per un supereroe così potente. “If nothing can hurt you, you can afford to be cool.”
Grant Morrison rimase a lungo a parlare con quell’uomo, sconosciuto ma capace di rimanere sempre naturalmente nel personaggio, e in seguito ha descritto l’incontro come “sciamanico”. ... e poi dicono che i cosplayer non servono a nulla. L’idea venne poi espansa in una proposta completa, che non avrebbe visto un completo reset delle storie precedenti, come era stato già fatto in passato, ma una sorta di loro sublimazione, una sintesi degli elementi migliori che avrebbe dovuto dar vita naturalmente all’Uomo d’Acciaio del terzo millennio, e restituire a Superman quel ruolo di icona pop che gli compete.
Tutto questo non andò in porto. Non subito almeno. La proposta di Morrison venne inizialmente accettata, alcune sue idee vennero usate, ma Superman Now nel complesso venne bocciato. Forse era troppo controverso, forse sarebbe stato troppo difficile far coesistere il tutto con il resto dell’universo DC. Chissà. Morrison andò a lavorare per la Marvel (sui New X-Men) e sembrò che non dovesse più lavorare al personaggio.
Finché la DC Comics non tirò fuori dal cilindro la linea All Star, nata proprio per consentire ad autori affermati e coraggiosi di esprimere la propria idea senza curarsi troppo della continuity generale. E finalmente Morrison ebbe il via libera.
La copertina del primo numero della serie è un omaggio a quel famoso incontro sciamanico descritto qualche riga più su. Superman è rilassato, seduto tra le nuvole di Metropolis, tranquillo. Proprio come dovrebbe essere. Come disegnatore Grant scelse Frank Quitely, suo frequente collaboratore e scozzese come lui. Per creare un Superman rilassato evidentemente anche l’ambiente di lavoro avrebbe dovuto essere tranquillo e sicuro. Il primo All Star Superman uscì nel Novembre 2005 e fu un gran successo.
La storia comincia con una delle solite imprese mirabolanti. Superman salva il team di scienziati del P.R.O.J.E.C.T. incaricato della prima missione di esplorazione solare, in realtà sabotata da Lex Luthor. Per farlo però si espone a una dose massiccia di radiazioni solari, che sovraccaricano le sue celle tanto che neanche lui riesce a processare. Questo dona al superuomo poteri ancora maggiori… ma lo condanna a una durata di vita limitata. Non più di dodici mesi. In questo anno Superman deciderà di mantenere segreto il suo destino, e di impiegare il tempo a fare qualcosa di ancor più decisivo e importante per l’umanità.
Anche se prima c’è da dire la verità a Lois Lane.
Forse la missione più difficile (e chissà se coronata da successo! Dovreste leggerlo!) sarà proprio questa. Per il resto, nell’arco di dodici numero Superman avrà a che fare con l’intenzione di lasciare un’eredità degna della morte di un Dio. O un semidio, come Ercole. Come lui, infatti, avrà a che fare con dodici fatiche che lo porteranno nell’Olimpo, e a porre le basi della creazione di un mondo migliore, più sicuro anche in futuro.
Oltre agli amici (e nemici) di Metropolis il ciclo di dodici albi di All Star Superman fa utilizzo di tante versioni del supereroe, future o alternative, e soprattutto del pianeta di Bizarro, con il contrastato Zibarro a ricoprire un ruolo decisivo. Fino a un finale che mi è sembrato perfetto per esprimere il senso di Superman nel mondo.
Fa un po’ strano leggere di un Superman così… senza tempo, allo stesso tempo pop e in grado di pensare a problemi di una vastità superiore a quella che può concepire una mente umana. Grant Morrison e Frank Quitely sono sicuramente riusciti nel proprio scopo. Superman ridiventa davvero nuovo tornando all’origine di sè, ad essere classico. E allora non è un caso se le uniche tavole in cui sembra davvero essere sé stesso sono sì quelle in cui è da solo, supereroe assoluto seduto su una nuvola, ma soprattutto quelle in cui può essere il ragazzo di campagna cresciuto a Smallville, semplice, puro, umano. Si ha la sensazione che queste siano davvero storie classiche, universali, imperdibili.
Eh sì, dovreste proprio recuperarlo.
E se lo comprate da Amazon a questo link avrete uno sconto del 15% sul prezzo di copertina… e qualcosa andrà anche a me come affiliato, senza assolutamente pesare su di voi. Insomma è un affare, no?
Grant Morrison e Frank Quitely sono un team creativo incredibile, sono molto legato ai loro “New X-Men” ma “All Star Superman” è uno dei loro titoli più celebri e riusciti, anzi la dico fuori dai denti, il miglior titolo uscito dalla linea “All Star” della Distinta Concorrenza. Cheers!
Anche perché a parte questo e All Star Batman e Robin non mi pare sia uscito più nulla 😉 ma potrei anche sbagliarmi, smentitemi pure.
Eh sì, gli altri titoli annunciati non sono mai usciti!
Batman non l’hanno nemmeno finito… maledetto Jim Lee!
Come sai non l’ho apprezzato, nel senso che non l’ho trovato brutto ma che mi ha lasciato un po’ freddino. È da un po’ che mi dico di rileggerlo, magari con qualche anno in più o semplicemente con un umore diverso potrei cogliere certe sfumature. Ne riparleremo sicuramente, un giorno… 😛
Penso che con qualche anno in più la leggeresti in modo diverso. Anche io, rispetto alla prima volta di qualche anno fa, ho notato tante sfumature e colpi di classe in più 🙂
Non amo Supes, ma mi piace l’idea.
C’è anche il Superman azzurro di energia, del 1996/97?
Moz-
No lui manca 😀 Sinceramente non me lo ricordo nemmeno! Più che altro ci sono un sacco di rimandi alla miniserie precedente One Million, dello stesso Morrison!
Vero, è una specie di sequel di One Million.
L’uomo del Superman (tipo l’uomo del monte) ha detto sì! Promuovo questo post a pieni voti.
L’aneddoto iniziale lo conoscevo molto bene ma lo avevo completamente rimosso.
La copertina è un capolavoro e l’ho sempre legata al nome che gli italiani, traumatizzati dal superuomo e dal nazismo, diedero al personaggio, Nembo Kid, Ragazzo Nuvola. E pensare che i due scozzesi non hanno (o avevano) la più pallida idea di questo appellativo.
Quando stava uscendo, mi ero da poco riavvicinato al mercato degli originali (avevo iniziato nel ’99, poi una pausa fino al 2005) e lo avevo iniziato a scatola chiusa, comprando gli albetti. Quindi ricordo che nonostante fosse ritenuto già un capolavoro fin dai primi numeri, i ritardi incisero un po’ (era una DC gestita pessimamente).
Inizialmente l’ho odiato per il Clark troppo “coglione” e perché come in Superman II con Reeve per conquistare Lois le deve rivelare la sua identità. Quando il bello dei fumetti è che ci è riuscito con quell’aspetto sempliciotto e non col muscolo e la calzamaglia aderente che farebbe bagnare ogni fichetta del mondo. Come recitava la pubblicità del Gratta & Vinci? Ti piace vincere facile? Ecco, l’unico difetto di ASS. Per il resto è una capolavoro imprescindibile!
Grazie Emanuele, sono contento che un esperto Supermanologo come te promuova il post 🙂 Io l’ho letto solo a serie conclusa, quindi non so nulla dell’accoglienza iniziale, ma spesso i ritardi (o meglio una periodicità incerta) influiscono molto sulle vendite…
Ah quindi la linea All Star era una linea “fuori continuity”..vedi che si impara sempre qualcosa di nuovo 🙂
Originariamente sì, poi il (molto) successivo All Star Batman era in continuity!
Questa me la sono persa, quando sarebbe entrata in continuity quella schifezza di fumetto?
Bella serie, una delle poche davvero che ha donato un grande Superman