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Monolith – il fumetto arriva in edicola

Monolith

Ho atteso con una certa curiosità Monolith (sia il film che il fumetto) sin dalla prima volta che Roberto Recchioni ne ha parlato nel suo profilo facebook. Mi è sembrata subito una idea interessante perché praticamente inedita nel panorama italiano: un thriller teso, tecnologico, dalle ambizioni internazionali, con una fortissima unità di luogo che costringe a tenere alta l’attenzione e offre pochissime scuse. Non facile, ma stuzzicante. Le cose che più mi piacciono di Recchioni sono la vena iconoclasta e i dialoghi, così ero curioso di vederlo al lavoro su un progetto di questo tipo, così diverso e (auto)limitato, su una donna che rimane chiusa fuori dalla propria auto mentre il bambino piccolissimo è rimasto dentro. Una disperata lotta contro il tempo, uomo (anzi, donna) contro macchina.

Poi – lo confesso – all’uscita i miei entusiasmi si sono un po’ raffreddati. Le recensioni del film, in particolar modo, erano piuttosto medie. Non lo distruggevano, ma nemmeno lo esaltavano, e a me i film medi annoiano mortalmente. Così ho deciso che sì avrei guardato il film e letto il fumetto… ma con calma. Le tavole di LRNZ mi attiravano troppo per lasciarmele sfuggire completamente, ma ho deciso di non prendere l’edizione da libreria in due volumi ed aspettare un po’. E quando ho visto il nuovo romanzo a fumetti fare capolino nell’espositore della mia edicola ho capito che il momento era arrivato.

Monolith

 

Anche in edicola Monolith si presenta davvero bene. 180 pagine che danno buon risalto agli spettacolari disegni e colori di LRNZ. 8.50€ spesi volentieri da questo punto di vista. Inizio a leggere le prime tavole e la trama mi sembra semplice, scorrevole, con personaggi ben caratterizzati e realistici.

Monolith è ambientato tra qualche anno, negli USA, e ha come protagonista Sandra, una splendida donna, madre di David e moglie in crisi di Carl. Tra i due le cose non vanno bene, così lei decide di prendere e partire, per un viaggio lontano dal marito alla ricerca di un momento di riflessione, di una pausa, di se stessa. Il marito finalmente la lascia andare, ma a una condizione: che prenda la sua macchina, dotata di ogni moderno ritrovato tecnologico. Monolith è l’auto più sicura che possa esistere. Impossibile da rubare, scassinare, capace di resistere a urti che distruggerebbero completamente auto normali. Una vera trappola mortale, se l’auto si chiude nel deserto del nulla, con te fuori e il bimbo dentro.

Monolith

 

Le 180 pagine del fumetto scorrono veloci come il lampo. I dialoghi sono pochissimi, Sandra passa da azione a disperazione e il senso della sua urgenza è trasmesso benissimo dalle tavole. A voler correre, Monolith si legge in dieci minuti. Per qualcuno potrà essere un difetto, ma è semplicemente una scelta ed è una scelta che funziona, perché la storia ti prende, ti trascina con sé, ti fa passare sopra qualche piccola banalità della trama. E potrebbe funzionare benissimo così. Anzi: funziona benissimo così.

Poi però ti rendi conto che Monolith vuole dirti qualcosa di più, come tutti i migliori b-movie ha tutto un lato nascosto che è divertente ed affascinante da esplorare. L’indizio più evidente è proprio il titolo. Monolith, una scelta di nome particolare per una automobile. Il monolite è motore di progresso in 2001 Odissea nello Spazio, e anche qui ne è in qualche modo simbolo. Simbolo che ce la mette tutta per conquistare un posto nella comunità umana (con Irma – occhio anche al nome! – assistente personale evoluta e cortese) ma che alla fine non può che risultare alieno e spersonalizzante, e che semmai può portare a una marcia indietro, a un ritorno agli istinti come extrema ratio.

Poi c’è il conflitto uomo-macchina. Perché a ben guardare Monolith è personaggio incombente e spesso onnipresente, ma non perde mai le sue caratteristiche di stolido ostacolo fino a diventare protagonista. Protagonista è Sandra, che usa e combatte un oggetto che non le può (più) rispondere, che ne fa un riparo quando serve, lo colpisce, lo scala. Monolith è una montagna. Sandra e il suo viaggio sono i protagonisti della storia che l’attraversa.

Monolith

 

Ho avuto modo di leggere e ascoltare pareri diversi sulla storia, ed è interessante notare come quelli delle donne focalizzino la propria attenzione su particolari diversi da quelli degli uomini. Sandra vive una doppia natura di donna forte e problematica, disposta a tutto ma in grado di sbagliare praticamente tutto. Il marito tenta di salvare come può un rapporto difficile o è un maniaco del controllo. Non esiste un punto di vista giusto e uno sbagliato, sono in qualche modo corretti tutti.

Recchioni e Uzzeo intervallano all’azione dei momenti onirici che delineano meglio il travaglio della protagonista, completano il quadro con dettagli che la rendono più vera. LRNZ è magistrale nell’interpretarli, con colori acidi e un uso delle ombre che regala un effetto evocativo e pittorico, impressionante sia nelle scene più concitate che in quelle riflessive. Anche il montaggio delle tavole rispecchia questa dicotomia, passando da una scansione frenetica a una più ariosa. Non proprio la classica gabbia bonelliana…

Il fumetto di Monolith mi è piaciuto davvero moltissimo perché ho avuto la sensazione che abbia qualcosa da dire un po’ a tutti, ed è realizzato con grande cura e professionalità, ma anche una passione che lo rende qualcosa di più. C’è grande attenzione ai dettagli, alla scelta delle parole, al design. C’è la volontà di costruire qualcosa di diverso. E quindi non posso che promuoverlo.

Sul fatto che la storia possa funzionare altrettanto bene su pellicola, onestamente ho qualche dubbio. Ma spero di fugarli presto…

Voto: ****

8 thoughts on “Monolith – il fumetto arriva in edicola”

  1. Questo non l’ho visto in edicola, mi sa che lo troverò in fumetteria..comunque progetto curioso e ambizioso! Oltre che ovviamente interessante

  2. E cavolo, direi che mi hai convito. Mentre il film proprio non mi attira, non so perché… Ma il fumetto sembra interessante! 🙂

    Moz-

  3. Confermo la mediocritá del film (che mi è parso una variante di Cujo a suo modo), probabile renda di più su carta, lo prenderò sicuramente (se lo trovo)

  4. Come ho scritto nel mio articolo al riguardo, Monolith mi ha deluso moltissimo per la trama e mi ha convinto dal punto di vista estetico.
    La storia è banalissima, i personaggi sono tutti troppo piatti, ciò che accade è il nulla cosmico: una donna deve aprire una macchina.

    Per carità, i disegni sono spettacolari, ma la vera ciccia, cioè la trama, è assente.
    Non mi ha emozionato, non mi ha lasciato nulla XD
    Sarò troppo pretenzioso, ma Monolith mi ha deluso molto!

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