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Tau

Tau

Regia di Federico d’Alessandro

Con Maika Monroe, Ed Skrein, Gary Oldman
Titolo originale: TAU
Genere: fantascienza light
USA, 2018
Durata: 97 minuti

Lo sentivo, stava arrivando. È il momento di una delle NUOVE RUBRICHE INCONCLUDENTI DEL CUMBRUGLIUME! Siete felici? Aspettate almeno di scoprire che rubrica è…

Netflix Merda

Sono una persona semplice. Qualche giorno fa avevo adocchiato su un torrente un titolo di cui non avevo mai sentito parlare prima: questo Tau. Nella locandina venivano sparati due nomi: la mia amata Maika Monroe e il grande Gary Oldman. Così mi sono messo a pescare, prima di accorgermi che il film era già disponibile sul mio amico Netflix: EVVIVA!

Ma… un momento… questo significa che si tratta di un NETFLIX ORIGINAL MOVIE!

La signora bionda ha ragione ancora una volta. I film originali Netflix sono ormai sinonimo (con poche eccezioni di valore) di prodotto di genere fatto con location mediocri, budget scarsino, idee ancor meno. E quelle rare volte che le idee ci sarebbero, basta ignorare qualsiasi possibilità di sviluppo interessante e seguire le strade più scontate. Detto questo, ecco a voi Tau!

Tau

Bello, eh? Fa pensare a una storia romantica in un mondo futuro e vagamente distopico. L’occhio della macchina che controlla le emozioni delle persone, un nuovo grande fratello che tutto sa. Già visto, ok, ma andrebbe anche bene così. Invece Tau parla di una ragazza (Maika Monroe) che si guadagna da vivere con furtarelli che viene rapita da un geniale e inquietante scienziato (Ed Skrein) che la tiene segregata insieme ad altri sventurati come lei, costringendola a esperimenti al limite (e oltre) della tortura. La nostra Maika non è tipa che si arrende facilmente, e le tenta tutte pur di scappare. Dopo aver combinato qualche grosso casino, scopre che lo scienziato vuole usare la sua mente per completare un progetto di intelligenza artificiale controllabile dall’uomo che rivoluzionerà il mondo. Poteva anche chiedere se c’era qualche volontario, ma si sa che gli scienziati pazzi sono fatti così. Anche Bill Gates ha sacrificato un sacco di neonati a Satana prima di fare uscire Windows.

Bill Gates Satan

(Bonus trivia: cercando “Bill Gates is Satan” su google si apre una finestra su un mondo di antivaccinisti che vorrete subito richiudere)

Ma torniamo a Tau.

Il Tau del titolo è l’Intelligenza Artificiale precedentemente inventata dal neo-Gates (che lavora da solo come i geni di una volta), che però non è perfetta in quanto influenzabile e poco controllabile, e per questo viene utilizzata solo per fare la guardia alla casa e tenere i vari soggetti dell’esperimento al loro posto.

Come facciamo a sapere tutto questo? Semplice: CE LO DICE IL CARCERIERE, che sarà anche un genio informatico ma come criminale ha moltissimo da imparare.

Tau
Il tipico sguardo sveglio del genio

L’inizio di Tau fa pensare a una sorta di Saw dei poveri, con qualche gadget tecnologico fatto male in computer graphic a sostituire le care vecchie trappole meccaniche. La narrazione zoppica e si sbadiglia un po’, ma quantomeno c’è il mistero su dove siamo – cosa vuole il tizio – come faranno tutti a scappare. Finita la prima parte comincia invece una copia sbiadita di Ex Machina, e allora non si sbadiglia più: si ronfa proprio.

Tau Netflix Maika Monroe
Anche a lei cala la palpebra

Il regista Federico D’Alessandro (uruguayano) viene dagli effetti dei film Marvel, quindi ci si aspetterebbe almeno un minimo di cura visiva. Anche la casa che dovrebbe essere ipertecnologica, però, delude un po’, e soprattutto gli effetti speciali digitali sono appiccicati sull’immagine senza un minimo di cura. Il robot difensivo che dovrebbe essere minaccioso e inquietante, così, risulta troppo finto per centrare l’obiettivo. Al limite posso salvare il sistema di pulizia, che nella mia nuova casa starebbe proprio bene.

Tau
Funziona meglio della biowashball!

La cosa che funziona meno di tutte, poi, sono i personaggi. Lo scienziato pazzo è uno psicopatico e passi, anche se poteva essere raccontato e recitato molto meglio, ma la Monroe chi è? Perché fa questa vita? Quali sono le sue motivazioni? Viene accennato un paio di volte un passato difficile, che però rimane lì, come banale giustificazione a un’attività cerebrale più avanzata di quelle degli altri. La cosa avrebbe potuto coprire un ruolo nella trama, tornare a significare qualcosa… e invece no, nulla di nulla. A definirla c’è solo il rapporto con Tau, l’intelligenza artificiale, che però pure quello resta in superficie. Questo soprattutto perché a Tau viene data una personalità poco congruente, che oscilla tra il gelido controllore e una persona in divenire, tra il bambino che ti assilla con i perché al genio che tutto potrebbe.

Tau

L’impressione è che Tau non abbia neanche provato ad essere qualcosa di più, accontentandosi di apparire una pallida imitazione di Ex Machina ma senza la minima voglia di rischiare. Se aggiungiamo che alla fine dei conti Gary Oldman non appare neppure mai in video, limitandosi a fare la voce dell’AI, rimane come unica minima attrattiva la bella Monroe, che si conferma capace di riempire lo schermo ma ancora non in grado di fare tutto quanto, senza il supporto di una regia almeno discreta o di una sceneggiatura solida. Ma non ce la prendiamo con lei, non c’era riuscita neppure Scarlettina Johansson nel penoso Under the Skin, quindi cosa potevamo aspettarci da un Netflix Original Move banale come questo?

Tau Maika Monroe shower
E no… neanche una scena di nudo.

2 thoughts on “Tau”

  1. Rubrica fantastica è utilissima! Ad esempio io per il cast di questo film avrei perso tempo dietro ad un film da niente, invece mi hai evitato un bel proiettile, quindi mille grazie a buon rendere 😉 Cheers

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