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Preacher stagione 2 – Ora sì che ci siamo!

Preacher

La prima stagione di Preacher mi era piaciuta. Non piaciutissima, ma ci si deve accontentare. Ho sempre pensato che il fumetto (meraviglioso – un capolavoro che tutti dovreste leggere ed amare) sarebbe stato infilmabile così com’era, quindi ho preso con filosofia tutti i cambiamenti nella trama, qualche momento di stanca, un casting che ha fatto molto discutere e via dicendo. In fondo c’erano comunque il reverendo Jesse Custer, Tulip, Cassidy, persino Facciadiculo e un grande come Jackie Earl Haley che si mangiava le poche scene in cui appariva. Era una sorta di introduzione che comunque lasciava ben sperare su quanto sarebbe successo dopo.

Con la seconda stagione hanno fatto le cose in grande.

Dimenticatevi i momenti morti e la sensazione che Seth Rogen e Evan Goldberg fossero costretti a trattenersi. Si ricomincia con un primo episodio che mette subito le cose in chiaro: ora si può esagerare! Si comincia con un inseguimento in macchina con i controcoglioni, tanto per prendere la direzione giusta, e si continua con una sparatoria meravigliosa che farà sollevare il sopracciglio a chi ha letto il fumetto. Che dite ce ne guardiamo un pezzo?

Sì, il Santo degli Assassini è arrivato, e non sembra proprio voler fare prigionieri. Come faranno i nostri eroi a liberarsi di lui, visto che sembra l’unico essere in tutto l’universo in grado di resistere al potere della voce di Genesis? Il casting del Santo è particolarmente azzeccato. L’attore che lo interpreta è Graham McTavish, noto soprattutto per essere stato uno dei nani de Lo Hobbit. Qui è decisamente più imponente, un gigantesco e inarrestabile pistolero, praticamente infallibile da qualsiasi distanza, dotato di armi di una potenza sovrannaturale. La sua storia è molto antica, si pensava fosse una leggenda… e invece è maledettamente vero, ed è sulle tracce di Jesse Custer! McTavish già è minaccioso senza trucco e parrucco, figuratevi col costume di scena…

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Sfuggiti in un primo momento alla sparatoria che costa la vita a una dozzina di agenti e dopo una puntatina in uno strip club, i nostri eroi si dirigono verso New Orleans… sì, perché pare che Dio (ve lo ricordate che stavano cercando Dio, scomparso dal paradiso? No?) sia un grande appassionato di jazz, e quale posto migliore per un vero appassionato della Birthplace of Jazz?

Il problema è che New Orleans significa molto anche per il passato dei nostri personaggi. L’uomo da cui Tulip stava sfuggendo abita qui, come anche una persona importante per la vita di Cassidy, e andando avanti scopriamo che anche il Reverendo conosce bene la città e molti dei suoi segreti più nascosti. E non solo: sulle tracce del gruppo si mette anche una misteriosa organizzazione che cerca di eliminare possibili fastidiosi concorrenti alla carica di Messia…

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A dirigere questa simpatica organizzazione c’è il bel ragazzone che vedete qui sopra: Herr Starr. I lettori l’avranno subito riconosciuto, perché se moltissimi personaggi della serie hanno fisionomie completamente diverse da quelli del fumetto, Starr invece è assolutamente identico. E bestemmio: è presentato persino meglio. Il flashback su tutte le prove da lui affrontate per entrare a far parte del Grail (e la sua repentina promozione a dirigente) è da applausi, così come la faccia apparentemente inespressiva ma che invece dice moltissimo dell’attore, Pip Torrens. Ha una carriera lunghissima e apparizioni in film come The Danish Girl e persino Star Wars – Il Risveglio della Forza, ma che sia dannato se me lo ricordavo. Ma una cosa è certa: ora non me lo scordo più…

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Difficile scordarsi anche di Denis, la persona legata a Cassidy di cui vi dicevo… non faccio spoiler, ma anche qui Ronald Guttman ha la faccia e l’attitudine giuste, soprattutto andando avanti con gli episodi. Joesph Gilgun, invece, la faccia giusta ce l’ha sempre avuta, e anche qui il suo vampiro irlandese si prende tutte le battute migliori, senza miracolosamente mai diventare una macchietta. Anzi, in lui si scoprono una profondità e una sensibilità (addirittura!) finora neppure ipotizzabili… Gilgun ormai è sempre a suo agio nel personaggio, e insieme a Dominic Cooper e Ruth Negga (Custer e Tulip, ovviamente) forma un trio di protagonisti memorabile.

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E non finisce qui: tornano Fiore e Facciadiculo, arriva Humperdoo (di lui non vi dico assolutamente nulla, non voglio rovinarvi la sorpresa) e nel cast fa capolino persino un signore con dei baffetti molto riconoscibili…

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Credo che ormai il senso sia chiaro: mi sono divertito come un matto a guardare le tredici puntate che compongono questa stagione, e tra tutte queste ce ne sono al massimo un paio sottotono nella parte centrale. Colpi di scena a non finire, complotti sull’utilizzo di prepuzi, drammi, risate, quella bella atmosfera grassa e pesante del sud degli Stati Uniti che permea tutto, e un finale che fa pensare che la terza stagione potrebbe essere ancora migliore. La scrittura ha preso confidenza e ora sembra procedere con una naturalezza disarmante, anche quando si allontana dal solco già tracciato dal vate Garth Ennis: non c’è traccia del mortorio che ha devastato The Walking Dead o del ritmo compassato di molte altre serie AMC, qui c’è solo voglia di andare avanti fregandosene delle polemiche che puntualmente sono arrivate.

Varie associazioni religiose hanno infatti chiesto ad AMC di bloccare una serie che non poteva che essere vista come il fumo negli occhi per dei bigotti. Eresia pura! Una serie che fa incazzare certa gente acquista automaticamente mille punti per me, soprattutto in questi tempi di oscurantismo di ritorno. Si può dare un bacio a Seth Rogen?

Anche una leccatina, al limite, andrebbe bene

 

Perché ho aspettato tanto a guardarla? State sicuri che non ripeterò questo errore. La serie è disponibile su Amazon Prime Video, e vi consiglio caldamente di guardarla in lingua originale per godervi gli accenti meravigliosi di gran parte del cast. Ah, e LEGGETE IL FUMETTO, per Dio! (o per Custer, quantomeno)

3 thoughts on “Preacher stagione 2 – Ora sì che ci siamo!”

  1. Questo è lo spirito (santo) giusto! 😉 Si perché tanto se voglio “Preacher” vado a rileggermi il fumetto che va benissimo così, sono sempre a favore di adattamenti che siano davvero adattamenti, quindi ben vengano le differenze. Qui sono stati bravi ad integrare nella trama anche la miniserie sulle origini di Herr Starr l’albo speciale “La Crociata di un uomo solo”, e confermo Pip Torrens diventa “Visibile” all’occhio umano solamente dopo la sua parte in questa stagione, non ti dico le risate che mi sono fatto quando me lo sono rivisto spuntare in “The Crown”, vedevo lui, pensavo a Starr e ridevo 😉

    Peccato solo che Tulip ancora faccia un po’ troppa melina a centro campo, spero salga di colpi come personaggio. Per ora ho la terza serie in attesa, preferisco spararmi gli episodi uno via l’altro, in ogni caso concordo in pieno con il tuo entusiasmo 😉 Cheers

    • Lo spirito è quello giusto, i dettagli piano piano si vanno sistemando… anzi ti dirò, a me in questa stagione è piaciuta anche Tulip, a parte forse un paio di episodi centrali! Farò anche io la stessa cosa con la terza, ma appena conclusa… si parte!

  2. Sono fermo al primo episodio 😂 che mi era piaciuto nonostante lo guardassi con diffidenza (ci scrissi due righe, se ti può interessare 😛)
    Non capisco una cosa però… perché fare Jesse e Tulip così diversi e poi fare tutti gli altri identici?

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