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I racconti del Cumbrugliume: Odiava la Gente

Odiava la gente

Questo è uno dei miei racconti preferiti tra tutti quelli che ho scritto… lo so, è un po’ stupido ma che ci posso fare? Sono fatto così!

Odiava la gente

Carey odiava la gente, era anarchico e bibliofilo, e questo non andava bene in un’epoca dominata da regole e olochip. Così, dopo varie peripezie che non vale la pena di narrare, decise di comprarsi un planetoide.

Per fortuna a quel tempo la bizzarria era sopravvalutata, e il mondo di Hollywood era sempre alla ricerca di nuove stranezze con cui costruire stronzate per il pubblico. Carey ottenne un appuntamento con un produttore, uno di quelli col sigaro in bocca e col cappello da cowboy, e si fece sondare il cervello. Era un ingegnere, laureato col massimo dei voti a Oslo e specializzatosi a Nuova Tokyo in armi di distruzione di massa e chimica del terraforming; come se questo non bastasse, era un sognatore, e il suo sogno ricorrente era di distruggere la terra con tutti i suoi abitanti. Il produttore (o meglio la sua sonda) unì le due cose, e gli fece firmare un contratto a sedici zeri.

Un mese dopo usciva negli olocinema e in onirotv il primo capitolo della saga catastro-tecnologica di Fearless Jack, durante la quale gli alieni della galassia Y, il Barone von Kirchen, un demone del fuoco risvegliatosi al centro della terra e l’ego malvagio di Dio divenuto schizofrenico si davano il cambio nel tentativo di distruggere l’umanità. In gran parte ci riuscivano, ma prima che potessero concludere l’opera Fearless Jack (interpretato da VOI STESSI nella versione in “onirotv”!) li sconfiggeva, armato della sua intelligenza e di un lanciagranate davvero alla moda!

Carey avrebbe odiato tutto ciò, anche perché le idee che aveva sognato per tutta una vita venivano invariabilmente sconfitte. Per fortuna era già in viaggio verso Beta Orionis, dove l’Autorità aveva promesso di assegnargli il planetoide.

Sbarcato sul sesto pianeta ebbe l’incontro con Cyril X, Proconsole Vicario del sistema. Era un ometto brutto e semicalvo, con le braccia troppo corte e l’aspetto irritato dal mondo. A Carey piacque subito, tanto che si ripromise di invitarlo sul suo planetoide nella malaugurata ipotesi di venir preso dalla solitudine. Firmò il contratto senza troppe storie, comprò un cargo capiente, lo riempì di tonnellate di materiale utile e di qualche olofilm porno e infine partì.

Il planetoide era stato chiamato Lincoln, proprio come migliaia di altri simili. Era una palla di roccia con qualche esalazione venefica ogni tanto. A Carey sembrava il paradiso.

Come prima cosa, appena sceso, tirò il pisello fuori dalla tuta e marcò il territorio. Con una gravità così bassa poteva arrivare fin quasi all’orizzonte. Ribattezzò la palla di roccia “Forte dell’Eremita”, lanciò in orbita un satellite con la scritta luminosa “Vietato l’accesso a chiunque” e iniziò a dedicarsi ai lavori domestici…

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