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American Assassin

I presupposti non erano male. Una serie di romanzi vendutissimi (di Vince Flynn, scomparso nel 2013) e tutta l’intenzione di non fermarsi al primo film e farne un franchise di buon livello, nomi importanti associati al progetto come Antoine Fuqua o Edward Zwick alla regia e Gerard Butler, Colin Farrell e Chris Hemsworth come protagonisti. Ma le cose non sono andate esattamente come previsto.

Prima il progetto è rimasto nei cassetti per anni. Chissà se perché le prime sceneggiature non convincevano, o perché qualche progetto della CBS Film aveva avuto risultati deludenti al botteghino. Se la produzione non fosse cominciata entro il 30 Aprile 2016 i diritti sarebbero tornati al Vince Flynn Estate, quindi l’impressione è che alla fine il film sia stato messo insieme di fretta per non perdere l’occasione di guadagnare due spiccioli in futuro.

E così niente Fuqua o Zwick, il regista prescelto è Michael Cuesta, che ha avuto una carriera soprattutto televisiva (Six Feet Under, Homeland…) con qualche puntata al cinema di scarsa importanza fino al 2014, quando ha diretto il più interessante che riuscito Kill the Messenger. Niente Butler, Farrell o Hemsworth, il protagonista Mitch Rapp è interpretato dal volenteroso Dylan O’Brien (Maze Runner o Teen Wolf, scegliete voi quale suo ruolo può essere meno inutile). Niente Bruce Willis come coprotagonista (sì, si era parlato anche di lui), il veterano delle forze speciali Stan Hurley è interpretato da… beh, qui non è andata mica male, visto che il ruolo è andato a Michael Keaton.

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In tutto questo casino parliamo anche della trama: Mitch Rapp è un giovanotto americano in vacanza a Ibiza con la sua fidanzata Katrina, che ha appena accettato di sposarlo quando dal nulla spuntano dei terroristi islamici che aprono il fuoco sulla folla, ammazzando un gran numero di civili. Tra i quali ovviamente anche Katrina. Mitch ovviamente è distrutto, e l’unica cosa che lo fa andare avanti è il desiderio di vendetta: si allena con le armi, con le arti marziali, impara l’arabo, studia il Corano e comincia a frequentare il dark web per riuscire ad arruolarsi nel gruppo terroristico responsabile dell’attentato ed ammazzare tutti dall’interno. Incredibilmente il piano riesce… almeno all’inizio. Perché appena trovato il capo dei cattivoni interviene la CIA che teneva sotto controllo Mitch da tempo, fa fuori tutti e lo recluta per addestrarlo ad altre missioni simili.

Guardate che macho, non mi depilo neppure il petto!

Sembra la trama di un film intero, ma tutto questo accade nei primi dieci minuti (più o meno) di American Assassin, dopodiché inizia l’addestramento con Michael Keaton, a seguito del quale Mitch viene spedito prima in Turchia e poi a Roma, per sventare un traffico di plutonio che potrebbe mettere una bomba atomica in mani non proprio raccomandabili.

Dimenticavo almeno altri due personaggi: Taylor Kitsch fa il cattivo (ex migliore allievo di Keaton passato al lato oscuro), e Scott Adkins fa l’altro agente addestrato da Michael Keaton. E invece di tirare calci volanti da paura VIENE PICCHIATO DA DYLAN O’BRIEN.

SCOTT ADKINS viene picchiato da DYLAN O’BRIEN!

 Il volto della tristezza

Non è tanto una critica al protagonista, che poveretto ha la faccia di uno studentello delle superiori incazzato ma ce la mette tutta, e mi è rimasto persino simpatico. Però dai, è assurdo. Scott Adkins è questo.

Dylan O’Brien invece è questo qui

Insomma se già American Assassin era poco credibile all’inizio, figuriamoci poi. Pensare che ci sarebbe stata una soluzione semplicissima per rendere istantaneamente migliore tutto il film: prendere Taylor Kitsch e Scott Adkins e invertire i loro ruoli! Adkins è un quarantenne che sa fare le facce cattive, Kitsch non è proprio un bimbetto come O’Brien e sa fare qualcosina di più, ma è ancora giovanissimo… Film di azione come questi devono avere un cattivo credibile! Die Hard non vi ha insegnato nulla?

Il problema principale di American Assassin è che è un film indeciso tra la serie A e la serie B. Non ha mezzi produttivi enormi ma azzarda location all’estero, attori di un certo peso e prova a non buttarla troppo in vacca con gli effetti speciali. I risultati sono altalenanti. La prima parte colpisce per lo spunto potente, ma da la sensazione di essere girato come un film da seconda serata di Italia Uno. La seconda soffre di qualche lungaggine e di un protagonista che non può reggere sulle sue spalle il peso del dramma del suo personaggio. La terza è la migliore soprattutto perché al centro dell’attenzione finisce Michael Keaton, a cui basta meno di un minuto per mangiarsi tutto il film. La quarta parte è una vaccata grossa quasi quanto le stronzate che scrivo.

American Assassin

Tutto questo non può bastare per competere con i vari Bourne o Mission: Impossible, ma allo stesso tempo tutto questo costa troppo per farne un franchise da home video, capace di divertire ma senza grosse pretese. Alla fine non riesco a voler troppo male al risultato finale, il personaggio Mitch Rapp ha possibilità intriganti e American Assassin da comunque l’idea di un film che ce l’ha messa tutta e mi è risultato quasi simpatico. Ma mi rendo conto da solo che senza Michael Keaton e il fantasma di Scott Adkins avrei prestato alla pellicola le attenzioni che si merita. Cioè zero. Il mio cattivo gusto mi spinge a sperare che un giorno un seguito riesca a vedere la luce, voi ignoratelo pure. O magari leggetevi il romanzo.

5 thoughts on “American Assassin”

  1. Pur di restare in un film di (presunta) seria A, Scott Adkins è capace di tutto, anche di fare il tizio in giacca e cravatta seduto davanti ad un computer in un film di Kathryn Bigelow. Non ho mai avuto tempo e voglia di scrivere di questo film ma per fortuna lo hai fatto tu meglio di quanto avrei mai potuto fare io, visto che non ho mai letto i romanzi. Concordo su tutto, anche sul fatto che Michael Keaton è un grande, non riesce proprio a non mangiarsi i film in cui recita, compreso questo. Cheers!

    • Questa è proprio la zona retrocessione della serie A, malgrado alla fine il film mia sia proprio rimasto simpatico… ma giusto per lui, per Keaton e per l’ispirazione originale!

  2. Mi sa che Stiles, come supersoldato, non regge bene ^^
    Dai, è anche simpatico, ma a quarant’anni continuerà a dimostrarne sedici, se Maze Runner non lo ucciderà prima, poveretto.
    Mi sa che il suo ruolo sarebbe stato più adatto per Taylor coso, decisamente più atletico, ma se si fanno i casting a sorteggio…

    • Penso tu intenda O’Brien… che poi è una scelta che ci stava anche, visto che il libro da cui è tratto questo film è il prequel della serie, con un protagonista giovanissimo. Ma quando una scelta diventa né carne nè pesce il film drammaticamente ne risente!

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