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American Vandal – quest’anno siamo nella merda

La prima stagione aveva fatto capolino su Netflix la scorsa estate: poco pubblicizzata, senza grandi nomi, sembrava uno dei tanti riempitivi destinati a “fare numero” nel servizio di streaming più famoso che ci sia. Il mockumentary poi non è un genere così seguito, specialmente in Italia. Ma grazie al passaparola e alle prime recensioni positive American Vandal è riuscita a divenire un piccolo caso, guadagnandosi attenzioni importanti e vincendo anche qualche premio, e così l’ovvia conseguenza è una seconda stagione che punti più in alto. Niente più cazzi disegnati sulle auto… quest’anno si parla di merda!

Dopo il successo del primo doc(o mock)umentario, Peter Maldonado e Sam Ecklund sono subissati di richieste da tutta l’America per cimentarsi in nuove ricerche: sembra che le scuole statunitensi siano piene di disegnatori di cazzi! Ma ripetere due volte la stessa trama avrebbe poco senso, e tra i mille messaggi ricevuti uno in particolare attrae la loro attenzione: nella cattolicissima St. Bernardine tre terribili reati hanno sconvolto il corpo scolastico. Prima un lassativo nella limonata della mensa, poi una pignatta riempita di escrementi, infine merda di gatto arrotolata dentro lancia-magliette, tre “attentati” rivendicati puntualmente su Instagram dal Turd Burglar, il bandito della cacca che sembra volersi vendicare di qualcosa che la scuola ha fatto contro di lui. O forse semplicemente lo trova divertente?

Ad essere accusato di questi tre misfatti è Kevin McClain, un ragazzo dai comportamenti bislacchi che viene bonariamente preso in giro da tutti gli altri. Qualcuno potrebbe vederlo come bullismo… Kevin è stato accusato dall’amico Tanner, che ha notato alcuni suoi strani comportamenti il giorno del primo attacco. Dopo un lungo interrogatorio Kevin ha ammesso di essere stato lui, ma la sensazione è che sia solo un facile capro espiatorio e che questa confessione sia stata estorta con l’inganno. Ne è convinta la sua amica Chloe, che chiede a Peter e Sam di indagare…

La seconda stagione di American Vandal segue piuttosto fedelmente l’andamento della prima e di tutti quegli show alla Making a Murderer che – lo confesso – appassionano tantissimo anche me. Una indagine accurata, che prende in esame tutti i dettagli ignorati e non dall’investigazione ufficiale, che recupera tutti i possibili colpevoli, analizza i loro moventi, le loro possibilità, le relazioni che li legano… attendendo una rivelazione che prima o poi puntualmente arriva.

American Vandal

Come la prima stagione rappresentava una modernissima e approfondita analisi-denuncia del bullismo nelle scuole (altro che quella piacionata di Tredici!), questa seconda guarda al mondo dei social media, a come vengono vissuti, a come i ragazzi (e non solo) vivono una vera e propria seconda vita, attenti a quello che postano, a come lo postano, all’immagine di sé che devono proiettare in ogni momento. 

Si ride molto, perché l’ironia di una serie che tratta argomenti così scatologici con la massima serietà (gioco di parole voluto) porta a momenti quasi surreali ed esilaranti. Ma questa stessa serietà porta alla luce una analisi sociale amara e profonda, ricchissima di spunti. L’ipocrisia del mondo virtuale viene man mano portata alla luce, e i personaggi più importanti emergono per quello che sono, e che spesso è lontanissimo dall’apparenza. Kevin, Chloe, la stella del basket DeMarcus, la sua spalla Lou, la ricchissima Jenna, gli insegnanti… tutti loro vengono segnati e cambiati da questa indagine, e in qualche modo resi migliori.

Sarebbe stato semplice sparare una bordata moralistica contro la generazione dell’apparenza, ma American Vandal è troppo intelligente per percorrere questa strada. Sotto l’occhio di Dan Perrault e Tony Yacenda (i veri creatori dello show) non sono in realtà Facebook e Instagram, ma le persone che popolano questi social media e li rendono protagonisti delle loro vite. L’atto di accusa si trasforma in qualcosa di più, di migliore, di speciale. L’asticella viene alzata, e la seconda stagione di American Vandal è una nuova scommessa vinta. Anche meglio della precedente!

2 thoughts on “American Vandal – quest’anno siamo nella merda”

  1. Bella la critica agli utilizzatori dei social più che ai social stessi, che se utilizzati bene non sono un pericolo..per quanto riguarda la serie non mi attrae più di tanto 🙂

  2. Ho visto tre episodi della prima stagione, mi stava piacendo ma poi non l’ho mai terminata, non so bene il perché. Appena ho visto su Netflix il trailer di questa, mi sono ricordato di “American Vandal” e mi sono detto che non ci potevo credere avessero fatto una stagione beh, sulla cacca 😉 Vediamo se riesco ad organizzare un recupero di entrambe le stagioni. Il tema sarà pure escrementizio ma la qualità no, che poi è la cosa che conta. Cheers!

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