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X Factor: le pagelle degli inediti

Ormai avrete capito che Il Cumbrugliume è in procinto di diventare un blog dedicato esclusivamente a reality e talent show, quindi sotto con le pagelle degli inediti della dodicesima edizione italiana di X Factor!

LUNA – Los Angeles

Luna ha la faccia, il fisico, i movimenti sul palco e anche la voce di una potenziale stellina del pop nostrano. E come tale le hanno dato una canzone che vola rasoterra, con un testo che più teen non si potrebbe, alla ricerca di spazi radiofonici che probabilmente non raggiungerà mai. La vera notizia è che questa qui a sedici anni ha un fidanzato che vive in America. Che devo aggiungere? Forse non ci ho mai capito nulla io.

Voto: 4 1/2

Cosa mi ricorda: la Miley Cyrus della provincia di Cagliari

RENZA CASTELLI – Cielo Inglese

Rimane misterioso come questa che sembrava una nostrana e ruspante folk-singer alla Carmen Consoli sia stata trasformata in un’algida sexy vamp che dovrebbe conquistare lo spettatore con il suo sguardo languido e un po’ spento. Il pezzo (scritto dalla talentuosa Rakele e dal talentuoso Bungaro) (sono ironico) è elegante e languido come lei, e fa calare la palpebra dopo esattamente sei secondi.

Voto: 5 1/2

Cosa mi ricorda: un lato B dei Matia Bazar degli anni 80

ANASTASIO – La fine del mondo


Siamo su un’altra categoria, sotto tutti i punti di vista. La versione riveduta e corretta del brano presentato alle audition è ancora migliore dell’originale, potentissima, con un testo limato per renderlo più efficace. Anastasio sa scrivere, sa sfruttare alla perfezione le figure create dalla sua penna sfruttando in maniera non banale ripetizioni e allitterazioni. Chapeau.

Voto: 8

Cosa mi ricorda: Caparezza 

SHEROL – Non ti avevo ma ti ho perso

C’è qualcosa degli Afterhours più dolci (per quanto sia possibile…) in questo testo di Manuel Agnelli scritto per la sua pupilla, che lo canta con assoluto trasporto. Il problema è la musica, con la base quasi techno inascoltabile che ci sta sotto. La bimba sa cantare e ha un fiato incredibile… sfruttarlo no, eh?

Voto: 5 1/2

Cosa mi ricorda: Iva Zanicchi 2000

NAOMI – Like the Rain (Unpredictable)

Quando Fedez ha detto che il pezzo sembrava essere uscito da un musical americano moderno mi sono messo le mani nei capelli. E il guaio è che aveva ragione. Like the Rain è classico e melenso, sembra una roba scartata dal seguito di Frozen uscito solo in homevideo perché troppo banale. L’intonazione non basta. Il salto da questa roba a Bang Bang di Jessie J è troppo lungo.

Voto: 4

Cosa mi ricorda: la cover band di Celine Dion nei cestoni degli autogrill

BOWLAND – Don’t Stop Me

Messi dentro X Factor, questi tre stranissimi iraniani (non so perché continuano tutti a dire persiani, forse Iran viene associato troppo agli stati canaglia?) sembrano un piccolo miracolo di creatività e classe. Brillano come diamanti nel vuoto cosmico che li circonda. Ho la sensazione che al di fuori si rivelerebbero dei semplici vetri colorati, magari carini ma dallo scarso valore. Vedremo. Intanto il loro inedito è coerente, elegante, sensuale, sempre un po’ stonato nel cantato. Un po’ più ballabile di quanto portato in altri momenti, lo vedo bene in qualche club più alternativo. Va benino così.

Voto: 6/7

Cosa mi ricordano: i Morcheeba

LEO GASSMANN – Piume

Finalmente il pezzo Sanremo! Confesso che mi mancava. Leonarduccio come al solito è impeccabile, ma anche Michele Zarrillo è sempre impeccabile nelle sue esibizioni.

Voto: 3

Cosa mi ricorda: Zarrilluccio nostro

MARTINA ATTILI – Cherofobia

Come ricordano tutti, questo pezzo ha sedicimiliamiliardi di visualizzazioni su tuttubi, quindi è bello a prescindere. Ma ora il Cumbrugliume vi dirà la verità: questo è uno pseudotormentone furbo, scritto (bene) da una ragazzina di quindici anni per altri ragazzini di quindici anni. Un adulto con un minimo di competenza musicale metterebbe una mano sulla spalla dell’autrice e le direbbe “brava, continua così e un giorno arriverai a scrivere delle canzoni vere. L’inizio è ottimo.” Quello che lo rende speciale è l’interpretazione pazza e intensa, di una che il brano lo prende sul serio. E allora siamo costretti a prenderla sul serio pure noi.

Voto: 6 +

Cosa mi ricorda: il risultato di un’orgia tra Byork e gli Hanson sulle note di Mmmbop.

15 thoughts on “X Factor: le pagelle degli inediti”

  1. Solo a vedere le foto..
    donne truccatissime, look costruiti…
    L’industria musicale continua a sfornare “prodotti”.
    La musica a vedere i voti tuoi latita, ma ti credo sulla fiducia ancora prima di ascoltare.
    Ascolterò? Forse quella di Anastasio, ci tengo a non farmi sanguinare le orecchie…

    • X Factor è uno show televisivo, l’arte è un’altra cosa… questo deve essere ben chiaro fin dall’inizio. Poi ci si può divertire (e molto!) lo stesso 🙂

  2. “Los Angeles” mi ha conquistato con la frase “Sono dura come un sarda” penso facesse riferimento al pesce credo, canzone atroce. Renza Castelli ci ho messo un po’ poi ho capito che è la figlia segreta di Jodie Foster la canzone invece è solo una palla, la vedo bene in coppia con Gassmann junior per un duetto che sarebbe la canzone più noiosa della storia della musica o giù di lì. Sherol è sommersa da una base discodance terrificante.

    I Bowland funzionano, ma per la vittoria sarà una roba tra Anastasio e l’altra con la sua canzone sull’aerofagia, che è una cosina, ma quando cambia voce mentre canta mi fa pensare a Regan di “L’Esorcista”. Cheers!

  3. A 16 anni io giocavo ancora con i Lego 😀 (oddio ogni tanto ci gioco ancora..), per il resto non ne ho sentito nemmeno mezzo, mi spiace.. Vedo che non sfruttano per nulla la bellezza del figlio di Gassman

  4. Mi dispiace tantissimo per Naomi che non si meritava un inedito del genere, lei è davvero una bomba, peccato.
    Anastasio sempre il top, i Bowland coerenti, chi ama il loro genere non resta mai deluso.
    Ti dirò, la canzone di Renza la ascolto sempre con piacere!

  5. Ho sentito cherofobia e mi sanguinano le orecchie.
    Sembra la sorella piccola e povera della Michielin. Stesso sound, identico.
    Non ho sentito un live, ma la versione registrata mi ha fatto piangere di disperazione.
    Non ho fiducia nel genere umano, dopo una canzone così.
    Il pop italiano scende, scende e si scava la fossa.
    Un anno con questa Martina alla radio non posso sopportarlo.
    Poi sparirà, immagino, come quasi tutti i “prodotti” di Xfactor…

  6. AHahahah, l’ultima tua frase sull’inedito di Luna mi ha fatto pensare a Elio, durante lo Strafactor, quando ha sentito che il tipo della canzone dell’unicorno aveva 4 milioni di visualizzazioni:”Io non ho proprio capito un c****!”
    I miei preferiti rimangono i Bowland

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