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The Man who killed Hitler and then the Bigfoot

Quando un appassionato di film brutti e stranezze come me scopre un titolo come “The Man who killed Hitler and then the Bigfoot” l’unica reazione possibile è fermarsi per qualche istante, annuire con ammirazione e andare a cercare un pescoso torrente (è sempre più difficile!) dove fare scorta di salmonidi. Oh sì, questo è un pescione bello grosso!

La scoperta della locandina porta altri gioiosi sogghigni. Il protagonista è nientemeno che Sam Elliott, un nome che forse a qualcuno può dire poco, ma una faccia che tutti gli appassionati di cinema non possono non amare. Visto in circa sei milioni di western dagli anni 70 a oggi, volto dell’originale Marlboro Man in Thank You for Smoking, Virgil Earp in Tombstone, Generale Buford in Gettysburg… ruoli spesso di supporto in cui ha sempre fatto un figurone. Fino alla candidatura di quest’anno agli Oscar come miglior attore non protagonista per A Star is Born, uno dei pochi motivi per cui potrei decidere alla fine di guardarmi questo film. Sam Elliott e i suoi baffoni interpretano Calvin Barr, un vero eroe americano che in gioventù è stato segretamente inviato in Germania a far fuori il vero Hitler, e che ormai anziano viene richiamato in servizio perché è il solo in grado di sconfiggere una nuova minaccia che potrebbe mettere fine all’umanità: una malattia portata dal Bigfoot!

No, non questo Bigfoot

Se avete letto il mio libro saprete come provi una certa simpatia per il bigfoot. Forse non un eroe americano come Calvin Barr o Sam Elliott o i suoi baffi, ma sicuramente un’icona. E tra icone come minimo si arriva a provare comprensione, se non compassione. Anche se il senso del dovere è in grado di superare ogni resistenza.

The Man who killed Hitler and then the Bigfoot potrebbe inserirsi nel non poi così sparuto filone dei film con un vecchio che spacca i culi. In una scena a inizio film Calvin fa vedere di essere ancora perfettamente in grado di insegnare qualche trucchetto a un gruppo di giovinastri, anche se probabilmente preferirebbe non farlo. Qui notiamo un primo problema del film: se Sam Elliott è assolutamente maestoso quando recita la parte del vecchio ancora solido come una quercia, le scene d’azione sono decisamente fuori dalla sua portata, e il regista esordiente Robert D. Krztkowski (da non confondersi con il simpatico nemico di Superman Mister Mxyzptlk) non pare assolutamente in grado di aiutarlo con qualche magheggio. Le botte sono legnose. Sam è solido come una quercia ma sarebbe meglio non dimostrasse la stessa mobilità. Il risultato finale è poco credibile e inficia un po’ il divertimento.

E arrivato a questo punto mi sono reso conto di un’altra cosa: questo è un film maledettamente serio! Le pseudo-recensioni che lo definiscono “pellicola molto divertente” che ho letto in qualche sito più serio del mio probabilmente sono di gente che ha letto il titolo e se va bene la trama, e ha pensato a una puttanata trash. The Man who killed Hitler and then the Bigfoot di trash ha solo il titolo e lo spunto, ma per il resto si prende decisamente sul serio. Il cast è ottimo (Aidan Turner, Ellar Coltrane, Caitlin FitzGerald…) e il regista prende questa storia assurda con assoluto rigore. TROPPO rigore! Il tentativo evidente è di far ridere per contrasto, ma per condurre in porto un’operazione di questo tipo servirebbero una scrittura di primo livello e una malizia che temo sia rara per uno al primo film… Krztkowski riesce a creare qualche bella immagine di montagna, azzecca il cast ma non riesce a fare il passo successivo.

Avrebbe aiutato qualche soldino in più, visto che in particolar modo nella seconda parte e nei flashback dedicati al passato del protagonista si nota una certa povertà di mezzi. Una ricostruzione più accurata, qualche attore in più e degli effetti speciali degni di questo nome avrebbero potuto contribuire a rendere migliore questo film che invece finisce lì, nel limbo della mediocritas. Troppo stupido per gli appassionati di film seri, troppo serio per gli stupidi. E allora guardatelo solo per abbracciare idealmente Sam Elliott ed augurargli una carriera ancora lunghissima, nella quale dare sfoggio della sua grandezza in mille altri modi ancora. Per il resto, trascurabile. Spiace.

4 thoughts on “The Man who killed Hitler and then the Bigfoot”

  1. Sam Eliott lo ricordo nel primo Ghost Rider.. sono circa 50 anni che è sempre uguale 😀 Comunque questo film ha una trama veramente assurda!

  2. Ero certo che ti saresti fiondato anche tu su questo film dal titolo chilometrico. Ho finito di vederlo da qualche giorno, ho iniziato a scriverne poi causa casini vari devo ancora finire il post, detto questo
    «Troppo stupido per gli appassionati di film seri, troppo serio per gli stupidi.» è la recensione definitiva. Una storia stramba con una componente umana che stupisce, ma che avrebbe avuto bisogno di uno sceneggiatore (e di un regista) con più polso, resta un film Sam Elliott-centrico che sorprende per il tono, poteva essere una bomba, invece è solo una cosina. Cheers!

  3. Dico forse una fesseria, senza negare ovviamente il valore dell’attore protagonista..
    ma questo era un film per Bruce Campbell (ovviamente quello un po’ più in forma visto in Ash vs Evil Dead).
    lui è l’unico che può trasmettere risate ed emozione (basti pensare a bubba ho tep).

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