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Ralph Spacca Internet

La critica principale a Ralph Spaccatutto è stata che la Disney ha scelto una via tutto sommato semplice: citazionismo spinto in modo da fare presa su un pubblico più ampio possibile, personaggi coloratissimi e simpatici per i bambini, colonna sonora alla moda ma una trama che si è fermata al minimo indispensabile senza azzardare nulla di nuovo. In parte posso anche concordare. Fin dai primi trailer si è subito capito che Ralph sarebbe stato un successone, anticipando moltissime delle mode degli ultimi anni, e che il personaggio principale era un protagonista azzeccatissimo, e si può dire che il prodotto finito non è stato quella sorpresa sconvolgente che qualcuno si aspettava… Ma forse la colpa è proprio delle aspettative. Ralph Spaccatutto era un classico Disney, non un prodotto indie alla ricerca di una propria nicchia di mercato, e come classico Disney l’ho assolutamente adorato. Anzi, probabilmente è il mio preferito almeno dai tempi del Re Leone, l’ho trovato divertentissimo anche per un (quasi) quarantenne come me. Semmai è sottovalutato.

Ehi! Cos’è quel logo “PH” laggiù in fondo? Un sito di chimica?

Con queste premesse, e con la perfetta scelta dell’ambientazione del suo sequel, capirete bene quale fosse il mio grado di attesa per Ralph Spacca Internet. Se ne parla dal 2012, ci hanno messo un po’… ma anche io ci ho messo un bel po’ di tempo prima di decidermi a quardarlo, quindi diciamo che siamo pari.

Siamo sei anni dopo il primo film, la sala giochi (alzi la mano chi sente la mancanza dei cabinati al posto delle slot in tutti i bar!) del signor Litwak continua la propria vita tranquilla così come i nostri due protagonisti, i BFF Ralph e Vanellope. Vita fin troppo tranquilla… almeno per lei, visto che Ralph pare soddisfattissimo di ripetere ogni giorno una vita sempre piacevolmente uguale. Alla piccola pilota, però, le tre piste sempre uguali di Sugar Rush cominciano a stare un po’ strette, così Ralph decide di aiutarla con qualche piccola modifica… le intenzioni sono ottime, il risultato non male, il problema è che la giovane giocatrice davanti al cabinato non capisce cosa succede e perché il veicolo non risponda ai comandi, prova a forzare la mano e… rompe il volante. Pezzi di ricambio ufficialmente non se ne trovano più, l’unico disponibile su Ebay costa ben 200$ e Litwak non pare certo disposto a spenderli, così Sugar Rush pare destinato al pensionamento… L’unica soluzione possibile è che siano Ralph e Vanellope a guadagnare questi soldi, e come fa un ammasso di zeri e uni a racimolare un bel gruzzoletto? Internet, ovviamente! Per fortuna Litwak ha installato la wifi, e i due eroi hanno un intero mondo virtuale da esplorare.

Bella l’esplorazione, ma anche il divano non è male

Una delle cose più belle di Ralph Spacca Internet è proprio la rappresentazione della grande rete: edifici immensi dei giganti del settore (Amazon, Google, Ebay…) e pericolosi bassifondi dove si aggirano loschi figuri, insistenti banner pubblicitari e furbi clickbait, video a cui mettere cuoricini e videogiochi di ogni tipo. Slaughter Race, ad esempio, una specie di Grand Theft Auto più assurdo, pieno di smog e squali che escono dai tombini (!) e di piloti velocissimi e dall’aspetto cattivissimo… ma forse non così perfidi. Un po’ come Ralph, dopotutto. Difficile pensare a un gioco più diverso da Sugar Rush di questo, ma forse è proprio questo il motivo per cui Vanellope ci si sente così a casa. La libertà d’azione del moderno videogioco è per lei un sogno, tanto che potrebbe pure non tornare a casa… per la disperazione di Ralph.

I seguiti messi in piedi dalla Disney non si sono sempre rivelati di grandissimo livello, finendo spesso direttamente sul mercato home video (esiste sempre l’home video?), m.a Ralph Spacca Internet cerca di fare le cose in grande, riuscendo persino a spingersi un po’ più in là dell’originale con ironia pungente ma garbata. Non era facile ad esempio rischiare un cast quasi completamente nuovo, lasciando ad amati comprimari del primo film come la coppia Felix e Tamora solo dei siparietti molto divertenti ma brevissimi. A sostituirli, nuovi personaggi che amerete forse più dei vostri figli (o fratellini) come il motore di ricerca Lesotutte o la bellissima pilota Shank, che non a caso in originale è Gal Gadot (e scusate).

Venerdì gnostico? Venerdì gnoseologico? Venerdì GNOCCA? Ah, la indirizzo subito al Cumbrugliume!

Il momentotop del film, comunque, è la prolungata visita nell’infinito mondo Disney, che dimostra come la casa del topastro abbia anche voglia di prendere bonariamente in giro le sua tante proprietà intellettuali… Tra Groot che risponde (immaginate un po’ come) a mille domande, stormtrooper che si occupano (immaginate un po’ con che risultati) della sicurezza e un sentito omaggio a Stan Lee Vanellope finisce in mezzo alla stanza delle principesse Disney, che istruite a dovere sul valore di un vestito comodo ricambieranno insegnandole i segreti dei momenti canterini Disney e intervenendo quando più ce ne sarà bisogno… ok, ok, niente spoiler.

Qualcuno ovviamente ha trovato qualcosa da criticare anche in Ralph Spacca Internet, che secondo qualche benpensante insegnerebbe ai bimbi che si può diventare famosi facendo video stupidi su youtube… che dire? Benvenuti nella realtà! Io l’ho trovato anche meglio riuscito del primo, con una narrazione del rapporto tra i due protagonisti realistica e intensa, qualche momento toccante e tantissime risate, fino a un finale enorme. Enorme davvero. Lunga vita a Ralph!

Per un secondo parere molto simile al mio, citofonate Cassidy! O passate in birreria!

4 thoughts on “Ralph Spacca Internet”

  1. Grazie per la citazione, anche questa volta siamo d’accordo 😉 Sono in fissa con il primo film, ma questo è decisamente all’altezza, anche se le principesse Disney hanno calamitato l’attenzione. Cheers!

  2. Io amo Ralph, i due film mi sono piaciuti molto entrambi. Il seguito è ugualmente geniale e analizza il fenomeno internet in un modo sorprendente.
    Di questo ho apprezzato tantissimo il toccante messaggio finale sull’amicizia. Un finale positivo, ma anche con un bel tono amaro. Tutto bello, compresa “Zero” degli Imagine Dragons 😀

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