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Spider-Man: almeno tu nel multiverso…

Una volta si chiamava semplicemente Uomo Ragno. Era Peter Parker, un ragazzetto che come ben sappiamo ha acquisito i suoi poteri dal morso di un ragno radioattivo. Ma ben presto, se ne sono aggiunti altri, e forse più di ogni altro dei supereroi classici Spider-Man è diventato il personaggio col quale sperimentare, provare storie nuove e versioni alternative. Il clone Ben Reilly, il giapponese Yu Komori, il Peter Parquagh di Marvel 1602, lo Spider-Man indiano, quello inglese e quello zombie, Lady Spider, Spider-Girl e Spider-Gwen, lo Spider-Porco e la Spider-Scimmia, Peni Parker, Spyder-Man, Miguel O’Hara e… Miles Morales. Ci siamo arrivati, finalmente. E senza nemmeno parlare dei mille costumi alternativi!

Miles Morales è il protagonista di questo film e nei fumetti è il secondo Uomo Ragno dell’universo Ultimate: un ragazzetto di sangue misto nero e portoricano molto intelligente che vorrebbe pensare solo alle ragazze e ai graffiti, ma viene morso dal solito ragno ed acquisisce i poteri che sappiamo: forza, agilità, capacità di camminare sulle pareti e il famoso istinto da ragno. Ma anche qualcuno di più. La morte di Spider-Man / Peter Parker, che lui amava e suo padre poliziotto odia, lo colpisce, e così decide di provare a vestire i suoi panni mentre il mondo rischia di collassare a causa di un esperimento organizzato da Kingpin, con l’aiuto di altri nemici classici di Spider-Man… a volte in versioni alternative.

Il personaggio è stato creato dallo sceneggiatore Brian Micheal Bendis e disegnato dalla nostra Sara Pichelli, da uno spunto dell’editor Axel Alonso. Le sue vicende editoriali sono piuttosto complicate da spiegare, ma a noi interessa soprattutto il film, giusto?

Ecco voglio dirlo subito, il film è bellissimo. Sostanzialmente riprende lo spunto del fumetto, velocizzando ovviamente tutta la parte di nascita del personaggio, e lo mixa con una parte della saga Spider-Men e più di una spruzzata di Spider-Verse. Lo dice anche il titolo, no? Richiamato nel suo universo dall’esperimento di Kingpin, Miles Morales si trova a imparare dal Peter Parker di un’altra Terra, un Peter Parker decisamente diverso da quello appena scomparso nel suo mondo… e non c’è solo lui! Versioni femminili, noir, simil-manga e… maialesca si troveranno a collaborare con lui per la salvezza di tutti.

Ho già scritto che Into the Spider-Verse è bellissimo, quindi forse vi ho rovinato la sorpresa… ma probabilmente lo sapevate già tutti, e non a caso ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione. È coloratissimo, pieno di musica, azione, risate, momenti appassionanti e qualcuno persino toccante. È una meravigliosa storia di formazione che non a caso è stata scritta da una coppia letteralmente adorata, qui dalle parti del Cumbrugliume: Phil Lord e Christopher Miller. Sì, quelli del mio adorato The Lego Movie. Poteva uscirne qualcosa di meno che meravigliooooosoooooo???

Il pezzo forte del film sono i personaggi, cosa non semplicissima quando ce ne sono così tanti, così iconici, e con tale rischio di apparire stereotipati. Il Peter Parker di Terra-616 (ovvero quella del Marvel Universe ufficiale, in teoria) è il mentore imperfetto perfetto, con il suo umorismo, la sua rassegnazione e la sua… ehm… panza. Lo Spider-Man Noir (doppiato da Nicholas Cage!!!) è uno spasso con il suo incedere tenebroso e il suo pessimismo cosmico, Spider-Gwen è l’amica ideale del protagonista, Spider-Ham… vabbé, cosa si può aggiungere su di lui? L’unica che resta un minimo in ombra è Peni Parker, che ha qualche sequenza spettacolare col suo ragno robot ma rimane meno approfondita degli altri. E probabilmente è lì per mostrare un design completamente diverso e fungere da (buonissimo, comunque) stacco.

Anche i nemici sono ottimamente realizzati, e voglio sottolineare in particolar modo (e senza fare spoiler) Kingpin, Doc Ock e Prowler. La grafica scelta è il giusto mix tra realismo e fumettosità, ed alcune sequenze di volteggiamento tra grattacieli sono davvero da brividi.

Visto che come sapete non sono mai esagerato, mi voglio sbilanciare: Into the Spider-Verse è il miglior film dell’Uomo Ragno mai girato… sì, anche meglio dei classici di Sam Raimi. Per quanto mi sforzi, non riesco davvero a trovare neppure un dettaglio fuori posto, una cosa che mi ha fatto storcere il naso, un difetto da sottolineare. Anche nelle citazioni (quasi da lacrimuccia la presenza di Stan Lee) o nelle sequenza post-credit, che rendono omaggio all’importanza di Spider-Man nella cultura popolare, e aprono possibilità notevoli per il seguito animato. Che ci sarà, ovviamente. È l’avventura ideale di Spider-Man, e il fatto che dietro la maschera ci sia oggi Miles Morales non fa altro che aggiungere ricchezza e valore a questo personaggio meraviglioso che continueremo ad amare ancora per molti anni, molti film… molti uomini ragno diversi, immagino! Grazie a Brian Michael Bendis, grazie a Phil Lord e Christopher Miller, grazie ai registi Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman… grazie a Stan Lee e Steve Ditko, che per una volta viene riconosciuto appieno. Mi sono davvero divertito.

One thought on “Spider-Man: almeno tu nel multiverso…”

  1. Peter B. Parker è lo Spidey cresciuto che da lettori ci hanno sempre negato, questo è solo una delle mille ragioni per cui vale la pena esaltarsi per questo film, l’altra é il titolo che hai scelto per il posto, micidiale sto sghignazzando da interi minuti 😉 Cheers

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