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Quella sottile differenza tra satira, trolling e bullismo

Visto che Juventus e Napoli mi interessano meno di zero, la storia più importante di questi giorni è sicuramente la fama che ha improvvisamente colpito la social media manager (o quantomeno la persona incaricata di occuparsi di facebook) dell’INPS, che assediata da miliardi di proteste disperate sul reddito di cittadinanza ha cominciato a dare risposte più creative e meno istituzionali. Dai, le avete lette anche voi.

La cosa ha dato vita a un miliardo di commenti, interventi, polemiche e prese in giro, fino al recente comunicato di scuse dell’INPS. Non voglio entrare nel merito della vicenda, ma la trovo un’ulteriore triste dimostrazione di quanto la politica italiana sia finita in basso, e un’ulteriore prova che siamo molto lontani dal capire come affrontare questa crisi di valori, di credibilità, di umanità. Però una precisazione la voglio fare.

Secondo il dizionario Garzanti, la satira è il genere letterario che ritrae con intenti critici e morali personaggi e ambienti della realtà e dell’attualità, in toni che vanno dalla pacata ironia alla denuncia, all’invettiva più acre. La satira, però, è più efficace quanto più il bersaglio è potente. Carlo Cattaneo diceva “la satira è l’esame di coscienza dell’intera società“, è evidente che deve essere diretta contro il potere. Se si schiera a favora, da satira diventa al massimo parodia, genere che ha una sua dignità ma che è tutt’altra cosa.

Il comportamento della social media manager era evidentemente uno sfogo dovuto allo stress eccessivo (non a caso poi è finita in ospedale) perché il compito era impossibile per una persona sola, chissà quanto preparata. Come tale, è assolutamente comprensibile… non professionale (non si tratta di un’azienda privata che può permettersi atteggiamenti provocatori per far parlare di sè) ma comprensibile. Anzi ho apprezzato il messaggio che neanche troppo velatamente si nascondeva dietro i commenti: prendetevela con quei politici che hanno fatto questa legge di merda, non con noi. Un messaggio riassumibile come SVEGLIA!!!!!11!, che mi ha fatto sorridere più di una volta.

Quando su internet si è sparsa la voce del casino che succedeva sulla pagina INPS, è cominciato il circo. Centinaia di persone si sono precipitate a commentare cose più o meno divertenti, più o meno già lette, solo per poter dire “c’ero anche io“. In inglese si chiama bandwagoning, in Italia potremmo tradurlo come “salire sul carro del vincitore”, ma con il dominio di internet il significato è divenuto leggermente diverso. Basta apparire nel posto giusto. Comprensibile.

Contemporaneamente sono spuntate fuori una serie di pagine simili all’originale (al plurale o con qualche carattere diverso) che hanno cominciato a rispondere ai commenti più stupidi e sgrammaticati, con offese, provocazioni e tentativi di fare ancora più confusione. Questo comportamento è puro trolling, e potremmo definirlo l’esatto contrario della satira. È inganno, è fonte di odio sociale, è la stessa stupidità che critichiamo ogni giorno quando viene dagli ambienti alt-right che hanno contribuito a creare il casino che viviamo.

Infine, ci sono quelli che da giorni stanno prendendo in giro e umiliando i personaggi più deboli della vicenda. Qualcuno sostiene che anche questa è satira, che è una presa in giro della società che ha portato al successo di M5S e Lega. Non è così, e soprattutto non è umiliando gli ultimi che si convinceranno i penultimi a votare diversamente. Quello è bullismo, e i bulli sono delle merde. Tutto qui.

4 thoughts on “Quella sottile differenza tra satira, trolling e bullismo”

  1. Ciao Mick! Non sono molto d’accordo con il finale del tuo ottimo post..
    Nel senso che questi personaggi hanno comunque diritto di voto e non sanno veramente fare 2+2. Poi quelli che dicevano “ah ma io lavoro in nero?” apertamente?
    Mamma mia…
    Bullismo significa comunque fare atti di prepotenza su soggetti in uno stato di “disparità” e difficoltà.
    Qui si parla di persone che dovrebbero solamente pensare un po’…

  2. Sono d’accordo con Riccardo, magari in una pagina istituzionale non è giusto prendere in giro, ma leggere persone con ISEE (dichiarato) a 0 ma 2-3 figli e affitto (e come lo pagavano?), oppure persone che dichiarano candidamente che lavorano in nero, fa venire il nervoso ecco!

    • Rispondo a tutti e due: sono d’accordo quando si parla di scrocconi e truffatori, e infatti ho scritto che capisco (e anzi ho apprezzato) lo sfogo della tizia dell’INPS. Non concordo sulle prese in giro successive, non quelle ai ladri ma quelle ai poveracci. Molti pensano che la povertà e l’ignoranza si sconfiggano combattendo poveri ed ignoranti, e questo è completamente sbagliato (e sicuramente NON di sinistra)

  3. Credo che la tua chiosa finale racchiuda tutto.
    Per quanto sia umanissimo sbroccare, alla fin fine si è scatenata una shitstorm su una ragazza la cui unica colpa è essere ignorante.

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