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Il ballo degli infami, di Jack Sensolini

Si sa: i re e gli eroi scolpiscono il proprio nome nella storia, gli infami muoiono. Dimenticati. Ma in quella tempesta di follia che avvolge il regno di Abadonia, gli infami sono anche quelli che sputano sangue fino all’ultimo respiro. Gli infami hanno visto Darcan dei Carte soggiogare un pezzo dopo l’altro tutti i domini sull’orlo della rivolta, in un’eterna partita al Gioco dell’Orda contro le sue mancanze di re, di padre e di uomo. Celebre anche come il Re di Cuori, per molti è soltanto il Re Cane. Gli infami c’erano, quando Domdraco ha preso vita dalle leggende per difendere Dom e i suoi cittadini dai soprusi. Sono rimasti quando il Principe Ereditario ha assunto il comando dell’Arma abadoniana senza le qualità per farlo, trascinandola in un inferno. E in quell’inferno gli infami ci sono tutti piombati dentro, e hanno ballato: fratello Gheorg ha intravisto un frammento del Grande Sogno e denunciato per primo il tradimento che ha provocato la guerra. Caio il Senzanome, leggendario generale del Primo Reggimento, maledice il giorno in cui dovrà separarsi dalla spada: un uomo la cui fedeltà al Sovrano viene prima di tutto, perfino della propria vita e di quella dei suoi figli…

Uno dei nomi principali del fantasy moderno è quello di Joe Abercrombie, amatissimo dai fan che addirittura l’hanno definito Lord Grimdark, vero e proprio leader del movimento omonimo. In sostanza, una specie di successore dell’heroic fantasy più crudo e realistico. Il suo stile in linea teorica dovrebbe piacermi molto – dico dovrebbe perché ho provato ad iniziare due suoi romanzi, uno in lingua inglese e uno in traduzione italiana, e mi sono arenato prima della metà, semplicemente perché non riuscivano a mantenere alta la mia attenzione. Forse è colpa mia, forse non ero nello stato d’animo adatto, forse dovrei riprovare… Forse dovrei farla finita con questa lunga introduzione, perché qui si parla di Jack Sensolini, mica di Abercrombie! E allora perché queste parole? Perché tutti (e a quanto ho capito lo ammette lui stesso) sostengono che l’ispirazione massima per l’esordio di Sensolini sia proprio lui: Lord Grimdark Abercrombie.

Salto subito alla conclusione: qui non mi sono arenato. Anzi, ho letto le oltre 400 pagine del romanzo con grande piacere. Lo stile di Sensolini è appassionante, fluido, semplice ma allo stesso tempo ricercato, e cosa più importante in assoluto non mi ha mai annoiato. Ad avermi impressionato in primis è stato soprattutto il world building: il suo regno di Abadonia, nel continente di Necrados, è descritto senza perdere troppo tempo in spiegoni ma con efficaci dettagli inseriti nella narrazione. Piano piano ci si trova a conoscere gli uomini, le città, le vicende narrate e quelle accennate, costruendosi una vera e propria mappa mentale man mano che si va avanti con le pagine. Un lavoro così certosino è sicuramente frutto di passione e dedizione, e l’applauso è dovuto. Ad avermi convinto è soprattutto il fatto che Sensolini non si è accontentato di fare la sua copia digerita di mille autori stranieri che l’hanno influenzato condita di cliche, ma è riuscito ad inserire una vena picaresca tutta italiana che ha reso il tutto estremamente personale. Chapeau.

Applauso dovuto anche per i personaggi, introdotti al lettore un po’ all’improvviso (l’inizio spiazza un po’) ma in grado di crescere in breve tempo e abbastanza diversificati da risultare tutti intriganti: principi inetti e mercenari spietati, eroi di guerra e banditi ribelli, disgraziati bifolchi e ricchi manipolatori, ognuno ha il proprio ruolo in una vicenda non troppo complessa ma tutta da seguire, tra profezie che sembrano proprio destinate ad avverarsi e intricati complotti. Una storia realistica, cruda, con momenti di violenza ed azione narrati con grande efficacia conditi da un gustoso sarcasmo e da un pizzico di necessaria epicità.

Se proprio dovessi cercare il pelo nell’uovo, alcune trame e personaggi mi sono sembrati lasciati un po’ in sospeso, come se nelle idee iniziali la storia dovesse essere espansa e poi l’autore avesse deciso di tagliare qualcosa. Comprendo riferimenti e citazioni, ma qualcosa ancora mi sfugge… Nelle fasi iniziali, inoltre, ho trovato che le voci dei personaggi avrebbero potuto essere più caratterizzate nei loro dialoghi… Dettagli che si risolvono nel corso della narrazione finché non ci ho fatto più caso, e assolutamente perdonabili soprattutto visto che si tratta di un esordio così promettente.

Consigliato! L’ebook costa solo 3,49€ e li vale tutti.

One thought on “Il ballo degli infami, di Jack Sensolini”

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