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Cose belle a inizio Maggio

Ve l’avevo detto che sarei tornato a scrivere anche qui, è inutile che facciate quella faccia stupìta (con l’accento sulla I) e pensiate “così presto?”. Visto che la quarantena è finita, il lavoro è ricominciato e il tempo improvvisamente non esiste più, non ho voglia di cimentarmi in lunghe e approfondite recensioni, ma proverò a darvi qualche piccolo spunto su cose da guardare/leggere/ascoltare in questi primi giorni di Maggio, e alla fine magari qualche aggiornamento sul resto.

JALLIKATTU

Sottotitolo: quando scopri che in India si fa cinema in ventinove lingue diverse, che esistono Ollywood, Sandalwood, Pollywood, ben due Tollywood, una Chakwood e persino Chhollywood conm due H.

Sotto-Sottotitolo: quando ci rimani male perché non esiste una Cthulhuwood.

In compenso esiste una Mollywood, che si riferisce al cinema in lingua Mayalam prodotto principalmente nello stato del Kerala, uno dei più progressisti dell’India. E che in Jallikattu, che è il primo film in lingua Mayalam che abbia mai visto, sventolano un sacco di bandiere rosse con la falce e il martello, ma non sono quelle (almeno, non solo) a fare incazzare il bufalo.

Già, perché Jallikattu parla di un bufalo incazzato, e della incredibile, interminabile caccia che gli abitanti del villaggio di nonhocapitosehaunnome mettono in piedi per cercare di riprenderselo. Un bufalo che all’inizio pare solo un animale persino un po’ spaesato, non proprio a suo agio nell’immane caciara prodotta da quel fiume di uomini vestiti in sandali e pareo (che ha l’aria di essere scomodissimo per correre in mezzo agli alberi, ma chi siamo noi occidentali per giudicare?), ma che andando avanti diventa una vera, inarrestabile forza della natura. Il film, se vogliamo ridurlo all’osso, è tutto qui. Ok, esiste anche una specie di rivalità tra due semi-bulli di fazioni rivali che vogliono mettere le mani per primi sulla fiera bestia, ma tutto sommato questo non è importante. Quello che importa è UOMO vs BESTIA con l’uomo che diventa sempre più una bestia, e la bestia che diventa sempre più DIO.

E importa anche che questo misconosciuto film diretto dall’ignoto Lijo Jose Pellissery è tecnicamente una delle robe più impressionanti che abbia mai visto. Una specie di Michael Bay col turbante, tanto che ora vorrei vedergli dirigere dei Transformers indiani con un budget (esageriamo) di un milione di dollari. No, scherzo, non lo vorrei. Ma Pellissery è veramente una bestia, e in 100 minuti (altro punto a favore: il film non dura sei ore e non ci sono balletti) riesce a infilare delle sequenze da capogiro, delle carrellate da bava alla bocca, aiutato da una fotografia magica ed incredibile e da una colonna sonora primitiva ed incalzante fatta di battiti e respiri.

L’unico vero difetto di Jallikattu è un post-finale appiccicato lì col culo come a spiegare a tutti gli spettatori “ERA TUTTO UN METAFORONE GENTE”, come se non si capisse benissimo già così. Ma d’altro canto il film (è GRATISSSSS su prime Video) ogni volta che compare qualcuno che fuma sullo schermo ci mostra fiero il suo bollino “IL FUMO FA MALE, NON FATELO”, non che non sia utile ma alla quarantesima volta anche il più duro di noi dovrebbe averlo capito, quindi ci sta che a Mollywood vogliano ribadire le cose. Comunque spegnete il video prima degli ultimi tre minuti e sarete felici. Felici davvero di aver guardato questo capolavoro da un altro mondo.

(ci sarebbe un altro difettino: L’IMMANE CACIARA DI GENTE CHE URLA DALL’INIZIO ALLA FINE. Non guardate Jallikattu se avete mal di testa.)

HOLLYWOOD

La serie tv più bella dell’anno (per ora!) è appena arrivata su Netflix, ed è una reinvenzione del mito hollywoodiano fatta da quel genietto di Ryan Murphy, uno le cui opere non sempre sono state di mio gradimento ma che ho sempre apprezzato per la sua visione autoriale e politica all’interno di produzioni di puro intrattenimento. Con Hollywood Ryan risponde alla domanda “come sarebbe stato il mondo del cinema americano se donne, gay e persone di colore avessero avuto maggior peso?”. Risposta: molto meglio. Ma era fin troppo facile. Il bello è che Hollywood risponde a questa domanda con sette episodi sfavillanti, che riescono ad emozionare come… beh, come niente di uscito in tv negli ultimi anni. Murphy ricostruisce un’estetica classica più reale del vero, inserisce nella finzione personaggi realmente esistiti come Rock Hudson o Henry Willson e fa danzare un cast perfetto al ritmo dello swing.

A molti critici americani non è piaciuto, ma i critici americani non capiscono una sega. Voi fidatevi di me!

ECO HORROR OMEGA

Recentemente ho letto un sacco di romanzi, ma nessuno di essi mi ha esattamente entusiasmato, quindi mi perdonerete se parlo di una raccolta di racconti che ho divorato qualche mese fa, quando in blog era in paura di riflessione.

Mi è capitato diverse volte di consigliare negli ultimi anni le storie di Andrea Berneskij, autore (e amico, ma giuro che la recensione non tiene conto di questo aspetto) capace di passare con disinvoltura dalla fantasy, all’horror, al weird sempre mantenendo uno stile personale e ben riconoscibile. Eco-Horror Omega è il suo capolavoro, una raccolta di racconti più o meno brevi uniti dal fragile filo della follia di un mondo in decomposizione. Si passa da scimmie oggetto di esperimenti a mortadelle che prendono vita nel frigo, da zombie di plastica a incontri più o meni tragici con ex compagni di scuola, da storie di un passato tremendamente attuali a un futuro prossimo con temperature di 70 gradi e lotte per l’acqua potabile. C’è orrore, sì, ma soprattutto c’è un sense of weird notevolissimo, c’è un umorismo indiretto, stralunato e irresistibile che non distrae dal forte monito dell’autore e c’è anche un pizzico di magia innocente, quella di un bambino che vuole annegare il mondo lasciando aperto il rubinetto dell’acqua. Eco-Horror Omega è una raccolta spaventosa, divertente e fortemente politica (vivaddio). L’unica cosa che non mi convince è il titolo che potrebbe far pensare a un horroraccio ecologista di serie z. Roba che apprezzo sempre intendiamoci, ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso. Se proprio devo fare un paragone mi ha ricordato lo splendido Malarazza di Samuel Marolla, con una spruzzata di Sgargabonzi che non fa mai male.Vi ordino di comprarlo! https://amzn.to/33HopAN

COSA STO FACENDO?

Sto ultimando la stesura del mio romanzo breve weirdissimo e buffissimo (si spera) Game, Set, T-Rex, che definirei un classico romanzo di formazione su un giovane dinosauro che impara a giocare a tennis. Dickens, scansati!

La copertina è già pronta e pensavo di fare uscire il tutto molto prima, ma poi sono stato travolto dall’improvvisa ondata de Il banchetto della fine del mondo e… Diciamo che ho deciso di rimandare di qualche settimana per lasciare spazio sufficiente alla novelette pandemica. Ma intanto la copertina posso mostrarvela, non vi pare?

È opera di Chiara Leidi, l’artista con la quale ho già collaborato per Storie di romanticismo, creature orribili e MOSTRI GIGANTI, e la adoro. Scommetto che la adorate anche voi. Nelle prossime settimane vedrò di informarvi su eventuali novità e magari presentarvi un paio di capitoli in anteprima, che ne dite? Vi piacerebbe? Ma come sarebbe a dire “NO!”?

Oltre a questa stronz questo capolavoro ho in produzione un racconto breve a tema etrusco che spero possa uscire in una prossima antologia, e un paio di progetti che trovo intriganti che spero possano vedere la luce entro la fine dell’anno. Il primo è un esperimento di ucronia che potrebbe diventare una creatura collettiva con qualche stimato collega, il secondo è un nuovo horror che ho in testa da anni e che prima o poi riuscirà a uscirne. Ce la faremo?

4 thoughts on “Cose belle a inizio Maggio”

  1. La copertina è bellissima! Mi hai incuriosito col film con il bufalone, poi se è pure su Prime tanto meglio!

  2. Titolo e copertina decisamente top!!
    Hollywood sta andando avanti a rilento, visto che il fidanzato non apprezza, e già l’ho sottoposto a Jallikattu che è piaciuto parecchio a me e per niente a lui XD

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