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Vincenzo!

Cosa sto guardando in questi giorni? Potrei dedicarmi a film con budget di centinaia di milioni, a serie pluripremiate, a pellicole horror importantissime, a recuperi di classici dimenticati…

E invece sto guardando una serie coreana.

Una serie coreana che parla di un mafioso coreano di nascita ma adottato da bambino da una famiglia italiana, che deve tornare in Corea e…

No, è troppo assurdo per raccontarvi la trama.

Ma posso farvi vedere un video.

Forse avete capito. Neanche troppo male, dai. L’effetto straniante è troppo divertente, e la serie non è così male come si potrebbe pensare, se si riesce ad affrontarla con l’idea che Vincenzo è qualcosa di completamente diverso da quanto potremmo trovarci di fronte con una serie occidentale.

Vincenzo mescola senza soluzione di continuità elementi slapstick, surreali, quasi da commediaccia, a momenti estremamente seri che mi hanno fatto rimanere sbigottito più di una volta. È recitato bene, girato bene, ha qualche personaggio memorabile e una trama che è riuscita a intrigarmi.

Certo, ha anche un sacco di difetti.

Il primo è che è veramente troppo lungo. Venti episodi da un’ora e venti l’uno sarebbero tanti (nel contesto della serialità moderna) anche se fossero tutti tirati e necessari… Invece Vincenzo allunga anche il brodo più volte, e la resa dei conti tanto attesa… si fa ancora attendere. Specialmente dopo la decima puntata si ha quasi la sensazione che i produttori abbiano pensato “la serie funziona, aggiungiamone altre quattro o cinque”. Insomma, anche meno.

Il secondo è che la sottotrama romantica è gestita come se i protagonisti fossero bimbi dell’asilo. Capisco che la sensibilità coreana è molto diversa dalla nostra, ma qui, cazzo, si esagera. Ogni sessualità è bandita, ogni romanticismo è affrontato come se un bacio o una carezza dovessero significare per forza amore eterno. Insomma, anche meno.

Il terzo è che a lungo andare sentire questi personaggi che scherzano sulla mafia, che osannano mafiosi e via dicendo mi fa un po’ venire voglia di picchiarli.

Ma d’altronde si sa, South Korea is worst Korea.

Però nella Corea del Nord una serie così non sarebbe mai potuta nascere.

Boh, vabbé, sono combattuto. Se volete rompervi anche voi la testa su questo guilty pleasure che più guilty non si potrebbe, lo trovate su Netflix!

One thought on “Vincenzo!”

  1. È una serie molto divertente, mi manca l’ultimo episodio quindi sono sospeso in un cliffhanger potente 😂

    Riguardo a cose varie, aver visto sei serie coreane (circa) non fa di me un esperto del genere, ma ho visto certe tendenze ripetersi: il saltare da un genere all’altro (commedia tragedia romanticherie) è piuttosto comune, così come il fatto che qualsiasi sottotrama romantica si sviluppi lentamente e in modo tenue, trovando concretezza (forse) negli ultimi episodi.

    Apprezzabile il fatto che i personaggi chiave siano abbastanza intelligenti da non rendere incredibile il successo delle loro manovre: non se la cavano mai per botte di fortuna e coincidenze, ci lavorano sopra e preparano le loro mosse.

    Riguardo alla mafia osannata, credo sia in parte a causa de Il Padrino, dove vengono mostrati certi mafiosi come figure carismatiche ed eleganti (se poi il personaggio è pure italiano, ci aggiungi il cliché dell’italiano elegante per forza ed elevi al quadrato).
    Avranno la loro criminalità organizzata pure in Corea del sud, ma fino a quando non gli entra pesantemente pure in Parlamento, penso che venga loro difficile capire che la mafia non è per niente quel circolo di criminali gentiluomini di Vincenzo.
    Però hanno azzeccato il “nazismo” italiano per il cibo italiano, un tratto che hanno molti di noi! 😅

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