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A.M. Dean – La setta dei libri perduti

Quando impiego circa un mese per leggere un libro, ci sono due possibilità: o si tratta di un mattone da 1500 pagine, o molto più probabilmente non l’ho trovato esattamente di mio gradimento…Lo so, il buon Daniel Pennac diceva che uno dei diritti fondamentali del lettore è quello di non dover per forza finire il romanzo se, semplicemente, non ci piace, e sono d’accordo. Ma quando ci troviamo di fronte ad un romanzo del mistero che coinvolge la perduta Biblioteca d’Alessandria allora quantomeno la curiosità di come cavolo andrà a finire ti spinge a continuare a provare…
Il romanzo di Dean (che è uno pseudonimo di chissà chi) parla di Emily, una professoressa di Oxford la cui vita viene sconvolta in rapida successione da una serie di avvenimenti: la morte di un suo vecchio collega, l’arrivo di una lettera che lui aveva scritto proprio indirizzata a lei e parallelamente una inchiesta che rischia di cambiare i vertici della nazione più potente del mondo. Fatto sta che scopriamo, insieme a lei, che sono tutti giochi di potere tra due potentissime società segrete, una che cerca in ogni modo di portare alla luce in ogni modo i segreti della evidentemente non così perduta Biblioteca d’Alessandria e una che cerca di proteggerli…
Punti di forza: lo stile del libro è rapido e piuttosto preciso, i capitoli sono brevissimi così quando si arriva alla fine di uno viene voglia di pensare “ok, prima di dormire ne leggo un altro”.

Punti deboli: la trama è una cagata. No, seriamente, una cagata. Piena di incongruenze ma soprattutto di momenti che ti fanno esclamare “si, vabbè”. Le svolte nella trama sono date da illuminazioni e risoluzioni di enigmi che risultano o troppo semplicistici o assolutamente impossibili senza conoscenze infinite dell’universo. Il concetto stesso della Biblioteca come miniera di informazioni su tutto ciò che accade nel mondo è stupido: chi provvede queste informazioni? La selezione, se operata dai pochi custodi, sarebbe necessariamente troppo personale per avere significato. E il fatto stesso di operare una selezione renderebbe fallace il concetto di biblioteca UNIVERSALE. La fantomatica potentissima società segreta che è a caccia dei segreti per poterli utilizzare per i suoi scopi in primis NON HA BISOGNO di questi segreti, visto che anche senza di essi è riuscita a mettere in piedi una cospirazione globale che sarebbe destinata al successo se non fosse per il riuscito tentativo di auto-sabotarsi, ed in secundis trovare una informazione utile in quella marea di dati sarebbe impossibile. Ma cosa ancora più stupida è il finale, che ho deciso di spoilerare visto che tanto mettersi a leggere sta stronzata sarebbe tempo perso, quindi NON FATELO. Emily, divenuta in qualche modo capo supremo della società segreta più importante del mondo, decide di liberarsi del fardello ed impedire ai cattivoni di usare la Biblioteca per i loro interessi UPLOADANDOLA PUBBLICAMENTE SU INTERNET! E qui le domande sarebbero infinite. DOVE su internet? Su facebook? Google plus? Con una serie infinita di tweet? In uno spazio google drive? Aprendo un sito su wordpress? E COME SAREBBE ACCESSIBILE questa mole di informazioni? Ma soprattutto CHE CAZZO DI FORMATO DI COMPRESSIONE USA? E che connessione ha per trasferire online TUTTA LA CONOSCENZA DELLA STORIA DELL’UMANITA’ in pochi minuti?
Ecco.
Voto: :P:P:P

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