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Parlare d’altro

Per un attimo parliamo di cose serie.

Avete tutti visto questa foto o altre dello stesso tenore.
Il bimbo si chiamava Aylan, è una vittima dell’ennesima tragedia in mare ed il suo corpo su questa spiaggia che vorrebbe essere solo un paradiso turistico è stato condiviso da migliaia di persone sui social network. Dopodiché è successa una cosa strana… la gente ha cominciato a scandalizzarsi non per la tragedia, ma per la foto mostrata.
Me lo sarei aspettato da parte dei soliti leghisti-razzi-fascisti, gente abituata a ridere su immagini di questo tipo ed a commentare dicendo cose tipo “una bocca in meno da sfamare”, e che anche in questo caso si è scagliata contro i soliti buonisti pro-immigrati ed anti-italiani.
Me lo sarei meno aspettato da gente che più o meno la pensa come me, e che invece ha cominciato a polemizzare su immagini shock usate per ottenere like, vendere qualche giornale in più, scandalizzare…
C’è una differenza fondamentale che deve essere evidenziata tra queste immagini e quelle morbose scattate sulle scene di tanti delitti nostrani. Questa dei migranti non è una tragedia come quelle di Cogne, Avetrana o cose del genere, questa tragedia non è colpa di un assassino, una coppia di killer o un gruppo di matti, questa è COLPA NOSTRA, dell’essere umano. E come tale va testimoniata, altrimenti tra un anno, dieci o cento ci sarà gente che sosterrà che niente succede, niente è successo…
Ancora ci sono pazzi o criminali che sostengono che nei campi di concentramento non succedesse in fondo nulla di così scandaloso… nonostante foto come questa.
Questa è una foto scandalistica? O una dolorosa verità che tutti dovrebbero conoscere?

Abbiamo il dovere di testimoniare quanto succede. Anche quando fa male. Soprattutto quando fa male.. Aylan non era un bambino poverissimo, suo padre in patria era parrucchiere, scappava dalla guerra. La sua città, Kobane, prima della guerra si presentava così, aree verdi, case pulite, una popolazione tutto sommato benestante.

Oggi Kobane è questa

Aylan (e molti con lui) sono morti per scappare a questo.

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