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Da Gomorra a Suburra

Suburra

Stefano Sollima è uno che viene dalla gavetta, e si vede. E’ cresciuto sui set del padre Sergio e lì ha imparato il cinema di una volta, quello degli artigiani che tanto mancano nel nostro tempo. Ha diretto cortometraggi, ha lavorato come cameraman, ha girato documentari in zone di guerra ed è ripartito dalla televisione, da serie come Un Posto al Sole o La Squadra. Il suo esordio al cinema è avvenuto tardi, nel 2012, quando aveva già 46 anni. ACAB è stato un film coraggioso e inusualmente potente per l’Italia, a dir poco imperfetto ma che già lasciava intuire un potenziale molto elevato. Dopo ACAB, ecco le due serie di Gomorra, enorme successo in Italia e all’estero.

Suburra

Ecco, un film e una serie tv e già si è cominciato a parlare di Sollima come di un autore, di uno che ha creato qualcosa di nuovo. Sollima è poco più di un esordiente e se ne parla come di un veterano, forse perché non è più trentenne o più probabilmente perché i suoi lavori hanno qualcosa che li distingue dagli altri, hanno personalità.

Cominciamo a parlare di Suburra.

Suburra

E’ il 5 novembre 2011, siamo a Roma e tra sette giorni scoppierà l’apocalisse. Nelle proprie stanze, il papa confessa al segretario i suoi dubbi. A Ostia Numero 8 (Alessandro Borghi) pesta a sangue il proprietario di uno stabilimento balneare e abbandona in corpo tra i resti dell’edificio in fiamme. Bacarozzo, un piccolo criminale appena uscito di galera, va a trovare Samurai (Claudio Amendola), ultimo superstite della Banda della Magliana e persona ancora capace di tenere i contatti tra malavita organizzata e politica, per chiedergli di tornare a fare affari con lui. Samurai rifiuta, e quando esce dal locale Bacarozzo viene investito da un auto e ucciso. L’Onorevole Filippo Malgradi (Pierfrancesco Favino) passa una notte di sesso e droga in un hotel insieme a una sua escort di fiducia e a una prostituta minorenne. Quest’ultima muore di overdose, e la escort, spaventata, chiama una sua conoscenza nel clan malavitoso zingaro degli Anacleti per sistemare la cosa.

Mancano ancora sei giorni all’apocalisse.

Suburra

Suburra è uscito poco dopo l’esplosione dello scandalo di Mafia Capitale, ma era in lavorazione molto prima, segno che la conoscenza del malaffare e della collusione politico-criminale a Roma era diffusa. Suburra è un moderno Romanzo Criminale e un film che in qualche modo dimostra e rafforza la tesi del film recensito ieri, Non Essere Cattivo, e cioè che Roma è cambiata, la criminalità si è evoluta, in qualche modo è cresciuta. Ma allo stesso tempo non sembra in grado di reggere sulle proprie spalle il peso del castello costruito.

Suburra

La sceneggiatura, tratta dal romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, è fin troppo piena di spunti interessanti e di sottotrame da seguire, e infatti in qualche momento si fa un po’ fatica a starle dietro. Ma Suburra ha due frecce fortissime al proprio arco che mi hanno fatto passare sopra a questo difetto. La prima è la regia di Sollima… che dire? Maestosa. Coinvolgente, spettacolare, granitica, trascinante. Non è un caso che pare che sia stato scelto negli USA per dirigere Soldado, il seguito dello splendido Sicario. La seconda è il cast, assolutamente perfetto. Pierfrancesco Favino è bravo, ma non ricordo di averlo mai visto COSI’ bravo. Amendola già lo conosciamo, ma qui è più misurato del solito, aggiunge al suo personaggio più o meno classico una vena di maturità che allo stesso tempo tranquillizza e spaventa, visto il personaggio che interpreta. Alessandro Borghi è una sorpresa, come già era stato una sorpresa in Non Essere Cattivo. Poi ci sono Elio Germano, Giulia Elettra Goretti, Greta Scarano…

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Suburra è un gran bel film, una sorta di anti-La Grande Bellezza che riesce ad essere contemporaneamente di genere e autoriale, italianissimo ma dal respiro internazionale. Ne verrà anche tratta una serie tv in dieci episodi, che sarà la prima serie originale italiana Netflix. Non vedo l’ora, come Romanzo Criminale potrebbe essere anche meglio del film.

Voto: *** 1/2

2 thoughts on “Da Gomorra a Suburra”

  1. Sollima junior sta facendo tutto giusto, “Suburra” anche se ha un titolo che fa ridere, è uno dei miglior film Italiano che ho visto di recente. Cheers!

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