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Rogue One è tutt’uno con la forza

Rogue One Donnie Yen

Possiamo dirlo, che Gareth Edwards ci ha imbrogliato? Ci ha imbrogliato lui, ci ha imbrogliato la Disney, ci hanno imbrogliato gli sceneggiatori Chris Weitz e Tony Gilroy. Ci hanno messo in testa che Rogue One sarebbe stato un semplice spinoff della saga, ci hanno fatto tremare raccontandoci che il film non stava venendo bene e la Disney aveva affiancato Gilroy ad Edwards in fase di post produzione, ci hanno imbrogliato dicendoci che il film sarebbe stato il primo Star Wars per una nuova generazione. Beh, non era vero. Affatto.

Per sette film quella di Guerre Stellari è stata una grande saga per grandi personaggi, tutti in qualche modo predestinati a ricoprire un ruolo importante, per diritto di nascita o per capacità innate. È la storia fantasy di grandi eroi che salvano principesse bellissime, e insieme ad esse tutto il loro mondo, sconfiggendo il malvagio drago e l’Impero Galattico. Potreste dirmi che Han Solo era solo un contrabbandiere finito in mezzo a una vicenda più grande di lui, ma non dimenticatevi che Han con la sua nave è stato il solo a riuscire a percorrere la rotta di kessel in meno di 12 parsec. Ha reso di tempo un’unità di distanza. Mica roba da tutti.

Rogue One Ben Mendelsohn

Sono molto impressionato da questa performance

Rogue One, invece, è una storia di uomini. Anche di uomini che credono fortemente in una missione più grande di loro, ma sempre semplici uomini. Non c’è magia, non c’è destino, i Jedi sembrano lontanissimi, il ricordo di un passato più glorioso che vive soprattutto nella fantasia di chi non si è rassegnato e nelle rovine di un mondo desertico. Non ci sono spade laser, non ci sono abilità sovrannaturali. Ci sono colpi da cui non ci si può rialzare, c’è sangue, c’è stanchezza, ci sono cadute ed incidenti, c’è soprattutto sacrificio, il sacrificio che consentirà ai grandi eroi degli altri sette (di nove) film di continuare nella strada tracciata dal loro destino.

Guerre Stellari è sempre stata una saga di bene contro male. Non c’è possibilità di salvezza nell’Impero. L’Impero è terrore, soggiogazione, gli stormtrooper sono armature senza volto per le quali è impossibile provare empatia, non sono corpi che sanguinano o cuori in grado di provare emozioni. Dalla parte della ribellione, invece, persino i robot incapaci di parlare riescono a provare emozioni. Bianco contro nero, non esistono sfumature di grigio, e dove se ne potevano vedere è stato Lucas stesso ad intervenire per eliminarle.

Rogue One Morte Nera

Eliminarle? Devo pensarci io?

Nel primo Guerre Stellari del 1977, nella famosa scena del Bar-Cantina di Mos Eisley, Han Solo sparava al cacciatore di taglie Greedo, uccidendolo. Lucas ha sempre odiato questa scena, ritenendo che così aveva dato l’impressione che Han fosse un assassino a sangue freddo, e così nella versione uscita nel 1997 inserì una breve sequenza rigirata mostrando Greedo sparare per primo. I fan hanno sempre odiato questa modifica, ribadendo con petizioni, ricerche sulle vecchie sceneggiature e merchandising (ovviamente non ufficiale) che “Han shot first”. Per fortuna, Star Wars non è più in mano a George Lucas…

In una delle prime scene di Rogue One si mostra il ribelle Cassian Andor (interpretato da Diego Luna) uccidere a sangue freddo non un nemico, ma un’informatore dell’Alleanza Ribelle. Una sequenza diretta e brutale. Quell’uomo era servito alla ribellione, ora non serviva più ed anzi avrebbe potuto diventare pericoloso. Quindi, la morte. In guerra sono cose che si fanno. Sfumature di grigio…

Rogue One Diego Luna

Sono un birbaccione, cosa posso farci?

Rogue One non ha paura di mostrare la guerra nei suoi aspetti più terribili. Non sono solo i cattivi a sacrificare le proprie truppe ed i propri uomini a terra, anche la ribellione fa lo stesso. Per raggiungere uno scopo si possono seguire varie strade, dalle più onorevoli a quelle più radicali. Saw Gerrera (Forest Whitaker) è un terrorista ed i metodi che adotta non sono poi così diversi da quelli dell’ISIS. A voler essere buoni, Gerrera è il leader di una sanguinosa Intifada per la libertà, a pensar male non è poi distante da un Bin Laden. Eppure non è considerato un cattivo nel film, anzi. È un uomo che ha scelto una forma di lotta più radicale, ma è considerato ancora un alleato.

Rogue One Felicity Jones

Beh, in fondo è un amico di famiglia!

Vi ricordate quando si seppe che la Disney aveva comprato i diritti di Star Wars? Scandalo! Lo distruggeranno! Lo renderanno una cosa per bambini! Ora, a prescindere da cosa possiate pensare di Rogue One, sicuramente è il film più adulto di tutta la saga. Guardandolo mi è venuto in mente più Fury che Il Risveglio della Forza. È un buon film di guerra, un esempio di fantascienza adulta, un grande film di Star Wars. Non è uno spinoff della saga originale, semmai ne è il backstage.

Non è un film esente da difetti. In alcuni passaggi si vede che la mano di Gareth Edwards è stata frenata, ma il suo tocco è piuttosto evidente. In altri momenti si notano i lavori di scrittura e riscrittura, e anche qualche aggiunta dell’ultimo momento. Il droide K-2SO, sebbene abbia delle battute anche piuttosto divertenti, è chiaramente una di queste aggiunte, come se Lucas avesse urlato dal pozzo laminato d’oro dove è rinchiuso perché non possa fare più danni “ALMENO UN DROIDE BUFFO METTETECELO!!!” L’hanno ascoltato, e il droide buffo è in alcuni momenti una distrazione non necessaria, anche se si riabilita col finale. Ci sono momenti in cui Rogue One ci fa venire l’acquolina in bocca, annunciandoci momenti magici e meravigliosi… che poi ci dona solo in parte. È un film dal livello medio molto alto, che però ha forse un unico picco immenso, quello dei cinque minuti finali con [SPOILER] Darth Vader superstar. Ecco, quelli sono fanservice, emozione, pathos, storia del cinema. È come se foste a giocare a pallone con gli amici e nel bel mezzo di una grande partita la squadra avversaria inserisse in campo Cristiano Ronaldo. Si, lui sarebbe il vostro avversario, ma vi incantereste lo stesso a guardarlo. Ecco, Darth Vader fa un po’ questo effetto, e si esce dalla visione di Rogue One (due ore, durata perfetta) chiedendo a gran voce un nuovo spinoff, anzi una nuova saga di 36 film che racconti tutti gli episodi della vita del nostro asmatico dal casco nero preferito.

Rogue One Darth Vader

Qualcuno ha visto il mio Ventolin spray?

Il fatto che si tratti di un film stand alone consente ai personaggi di avere un respiro diverso rispetto a quelli delle altre pellicole. Vengono introdotti, conosciuti, apprezzati e salutati (ciao ciao) all’interno di un unico film, e questo poteva essere sia un bene che un male. Jyn Erso (Felicity Jones) mi ha fatto una grande impressione: è forse lei la vera ribelle più pura mai apparsa nella saga. Rogue One è una ribellione tra i ribelli, in fondo…

Rogue One Meme

Ho molto apprezzato il cast, con la parziale eccezione proprio di Forest Whitaker che ormai non riesco più a vedere. Soprattutto devo ringraziare Edwards per aver preso Donnie Yen ed avergli dato lo spazio che meritava. Il suo Chirrut Imwe è un altro personaggio meravigliosamente tragico, forse il più simbolico dell’intero film, ed ha dei momenti di poesia assoluta. Quello del maestro cieco di arti marziali avrebbe potuto essere un ruolo fin troppo scontato per lui, ed invece Yen e gli sceneggiatori hanno saputo rivestirlo di un lirismo comunque realista. Chirrut è colui che ha pregato la Forza per tutta la sua vita ma non è mai riuscito a sentirla fino in fondo. Non è uno Jedi, non c’è “magia” in lui, è solo un uomo che ha spinto se stesso fino ai limiti grazie ad una fede quasi infinita. È stato in grado di commuovermi, e spero che per Donnie Yen sia solo l’inizio di nuove soddisfazioni hollywoodiane.

Rogue One Donnie Yen

A che servono le spade laser quando hai un cieco col bastone?

Concludiamo con alcuni aspetti tecnici. Visivamente il film è eccellente. Sporco, oscuro e fangoso quando serve, perché la guerra non è mai pulita, sa anche splendere alla bisogna. Le ambientazioni sono come al solito di un fascino immenso, vediamo mondi diversissimi tra loro ma tutti realizzati alla perfezione fin nei dettagli. E il modo in cui hanno riportato in vita digitalmente Peter Cushing (morto nel 1994) ha dell’incredibile. Fa pensare che tra qualche anno probabilmente torneremo al cinema a guardare un nuovo Ghostbusters stavolta con il cast originale e con l’aspetto che avevano negli anni 90, James Gandolfini tornerà nei panni di Tony Soprano per concludere la serie con un film, Terence Hill e Bud Spencer saranno ancora Trinità e Bambino. Il futuro è ora. La colonna sonora è appropriata e rispettosa anche se per la prima volta non è opera di John Williams. Il doppiaggio italiano è discreto.

Meglio di Il Risveglio della Forza, si. Passa al terzo posto, dopo L’Impero Colpisce Ancora e Guerre Stellari nella classifica dei miei Star Wars preferiti. E ora aspettiamo dicembre 2017.

Voto: ****3/4

6 thoughts on “Rogue One è tutt’uno con la forza”

  1. La Disney ha troncato qualche campo lungo, marchio di fabbrica di Edwards, ma in generale il film è brutto sporco e cattivo quel tanto che basta da farti dimenticare che esce per la Disney, mi è piaciuto un sacco, non ho ancora una posizione ufficiale sul resuscitare gli attori, per ora preferisco godermi Donnie Yen, primo marzialista a non fare una figura di niente in un blockbuster americano, per quanto riguarda la classica… Dobbiamo smetterla di essere sempre d’accordo 😉 Cheers!

    • Per quanto riguarda il resuscitare gli attori, credo che la scelta giusta sia limitare la cosa a ruoli particolari come questo. Ma sono piuttosto convinto che in un futuro alquanto prossimo qualcuno proverà ad abusare della tecnica… Una cosa su cui non siamo d’accordo l’abbiamo trovata: Il Risveglio della Forza! 😀

  2. Visto che dopo trent’anni dovrò vedermi un fil di Star Wars, per via del Maestro Donnie, almeno mi sembra di capire sia un prodotto un po’ più “rude” rispetto ai female teen fantasy che vanno tanto di moda. 😉

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