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Contro la Mummia ci vuole il Re! 15 anni di Bubba Ho-Tep

Bubba Ho-Tep

Quando si affronta un film con una trama assolutamente inverosimile, ci sono due approcci possibili: il primo è buttarla in caciara, strizzare l’occhio allo spettatore, ricordargli continuamente che si tratta di un gioco e che nulla di quello che vede va preso sul serio. Il secondo è prendere tutto maledettamente sul serio, fino alle estreme conseguenze.

Bubba Ho-Tep

Bubba Ho-Tep ha come protagonista un Elvis Presley che non è morto, ma che molti anni prima, stanco di una vita costantemente sotto i riflettori, ha stretto un patto con un suo imitatore ed ha scambiato la vita con la sua. L’accordo prevedeva che potesse tornare sui suoi passi in ogni momento, ma purtroppo il contratto è stato distrutto e così il Re si è trovato relegato per sempre nel ruolo di Sebastian Haff, semplice mistificatore che nessuno prende sul serio. Invecchiato, stanco e impotente Hoff/Presley è recluso in una triste casa di riposo, dove uno dei suoi pochi amici è Jack, un vecchio di colore che sostiene di essere il Presidente Kennedy, tinto di nero dopo la finzione della sua morte ad opera di Lyndon Johnson. I due si trovano ad affrontare una minaccia imprevista ed assolutamente imprevedibile nel Texas Orientale: la mummia di uno scriba di un antico faraone egiziano, mummificato vivo dal faraone che aveva scoperto la sua relazione con sua moglie, che si nutre delle anime dei vecchi succhiandole loro dal culo.

Ecco, da una trama così (tratta da un romanzo breve del mitico mojo storyteller Joe Lansdale) Don Coscarelli ha tratto un film incredibilmente serissimo, che ha avuto la sua prima proiezione pubblica esattamente 15 anni fa al Cinevegas International Film Festival e che non poteva non entrare nel mito. Onorarlo parlandone a blog unificati era il minimo che potessimo fare, non trovate?

Bubba Ho-Tep

Prima di proseguire con la lettura vi consiglio quindi di dare un occhio agli articoli degli amici Lucius Etruscus de Il Zinefilo e Cassidy de La Bara Volante! Già fatto? Guardate che poi vi interrogo, eh…

Ripartiamo da lui, da Bruce.

Bubba Ho-Tep

Ok, forse non l’ho colto nella citazione più seria e significativa (o forse…), ma Bruce Campbell in Bubba Ho-Tep ci offre la migliore interpretazione di Elvis che si sia mai vista al cinema. Meglio di Michael Shannon in Elvis & Nixon, meglio di Kurt Russell in Elvis il Re del Rock, meglio di… Elvis Presley nei suoi film. Che diciamolo, non erano granché. E voglio esagerare… Bruce Campbell in Bubba Ho-Tep ci offre la migliore interpretazione di tutta la sua carriera. Sì, meglio di Ash. Il suo Elvis è invecchiato, dolente, vive di ricordi e rimpianti. Sopravvive dal suo letto misero e triste, manca di motivazioni, ma è… Elvis invecchiato, sembra incredibilmente vero.

Dicevo in apertura che un film di questo tipo potrebbe essere gestito come una continua strizzata d’occhio allo spettatore, con momenti comici inverosimili uniti a parti più horror. E invece Bubba Ho-Tep parte sostanzialmente con dieci minuti di monologo interiore di un uomo triste, monocorde, vecchio. È proprio la vecchiaia la protagonista dei momenti che provocano più orrore nel film. È la vecchiaia che ti spegne lentamente, è la vecchiaia che ti impedisce di sentirti ancora uomo, che ti rende impossibili le azioni che un tempo erano semplicissime, è la vecchiaia che sfocia naturalmente nella morte, nell’oblio. In tal senso è terribile nel suo realismo la morte del compagno di stanza di Elvis, un veterano di guerra decorato abbandonato lì dalla figlia grazie all’assicurazione sanitaria. I pochi averi, le medaglie che rappresentavano il principale motivo d’orgoglio della sua vita diventano ciarpame inutile, da abbandonare in un angolo o da buttare via.

Coscarelli smorza il tutto mettendo in bocca a Elvis/Campbell tutta una serie di battutacce, one-liner fulminanti, tirate livorose sul mondo. Ed è facile ridere delle volgarità sparate a macchinetta dal vecchio Re del Rock, della battute riservate alla sua infermiera, ma a rifletterci bene c’è sempre un sottotesto di amarezza. Ma anche di desiderio di rinascita. Va a finire che Bubba Ho-Tep si può leggere anche come un precursore di Gran Torino.

E poi arriva la mummia.

E a tal proposito, è davvero necessario che Bubba Ho-Tep partecipi al meraviglioso ciclo interblog che precede l’arrivo in Italia del nuovo film con Tom Cruise, The Mummy. Cliccate sul banner sottostante per saperne di più!

L’arrivo di una mummia con il cappello da cowboy che succhia le anime dai buchi di culo dei vecchi non può che creare una occasione di risveglio e di riscatto per i nostri amici protagonisti, che da spettatori in balia degli eventi diventano finalmente veri personaggi, in grado di agire, prendere decisioni, abbandonare il deambulatore, in grado persino di risultare degli eroi. È il vecchio Jack Kennedy (interpretato dall’ottimo Ossie Davis, perfetta e realistica spalla nonostante ovviamente non assomigli in alcun modo al compianto JFK) a capire cosa sta succedendo, riuscendo a capire chi è il loro nemico, perché ha attaccato proprio la casa di riposo e quale strategia usare per sconfiggerlo. Anche per il personaggio di Kennedy, è straordinaria la serietà e il (relativo) realismo con il quale il tutto viene presentato. Elvis lo considera sostanzialmente un pazzoide, una macchietta caratteristica, ma dal momento in cui dice “sì, ok, comportiamoci come se tutto quello che sostieni fosse vero” è proprio questo che succede. E il film va diretto fino all’inevitabile scontro finale.

Bubba Ho-Tep

Ora prendiamo in mano noi la situazione

E ricordate, Elvis conosce molto bene il karate…

Due parole anche sul regista che è uno di cui sarebbe bene riparlare anche per gli altri film che ha fatto: Don Coscarelli è nato in Libia da genitori italiani, ma è americano fin da giovanissimo. È la mente dietro alla bizzarra saga di Phantasm e a quella di Beastmaster, dopo Bubba Ho-Tep ha di nuovo lavorato su un racconto di Lansdale nell’episodio di Masters of Horror Panico sulla Montagna, prima di dirigere il bizzarro (ma va?) e interessante anche se non completamente riuscito John Dies at the End. Qui mette la sua macchina da presa al servizio di una storia dal ritmo decisamente diverso dagli horror a cui ci aveva abituato, ma il gusto per il weird resta invariato. Bubba Ho-Tep è girato con un budget bassissimo (si vede anche nel look della creatura e negli effetti speciali usati, ma soprattutto nella mancanza completa di canzoni del Re nella colonna sonora… costavano decisamente troppo!) ma quando c’è questo talento, questa voglia di dire qualcosa, questo impegno da parte di tutti i coinvolti non può che venirne fuori un successo.

Ricapitolando: è una commedia nera con tempi comici azzeccatissimi, è un film pieno di riflessioni amare e a volte persino commuoventi sulla vecchiaia, è girato benissimo e recitato anche meglio, c’è Bruce Campbell, ci sono i tipici dialoghi di Lansdale, ha un crescendo incredibile, c’è il ranger solitario senza quella merda di Tonto interpretato da Johnny Depp, c’è persino una mummia col cappello da cowboy! Se non l’avete mai visto, cosa aspettate a recuperarlo?

Voto: ****

P.S. Ancora, a distanza di quindici anni, si parla ancora sporadicamente del possibile prequel Bubba Nosferatu: Curse of the She-Vampires, al quale Coscarelli aveva scherzosamente accennato nei titoli di coda del film. Bruce Campbell ha detto più volte che non vestirà più i panni di Elvis per divergenze con il regista (e perché ormai è troppo vecchio per interpretare un Elvis di mezza età!), si era parlato anche di un interessamento di Ron Perlman per la parte ma… che senso avrebbe, ormai? Speriamo che Coscarelli ci regali presto qualcosa di nuovo, che ne sentiamo il bisogno 🙂

7 thoughts on “Contro la Mummia ci vuole il Re! 15 anni di Bubba Ho-Tep”

  1. Filmone di quelli che fanno bene all’anima, anche perché c’è Elvis a proteggerla ^_^
    Don ha saputo cogliere perfettamente lo spirito del racconto di Champion Joe e ha dimostrato che quando la storia è buona e gli attori sono spettacolari, anche un piccolo film può scrivere la storia 😉

    • Hai proprio ragione Lucius, ultimamente stiamo un po’ recuperando questa dimensione meno da kolossal con ottimi risultati, speriamo di continuare su questa strada 🙂

  2. Dici bene, una trama così o la prendi sul serio o la butti in caciara, il vecchio Don e il grande Bruce erano i tipi giusti per adattare lo spirito del racconto di Champion Joe, il risultato è divertente ed emozionante, sono pienamente d’accordo con te, a questo punto “Bubba Nosferatu” sarebbe di troppo, non si può fare meglio di così, davvero un gran film 😉 Cheers!

    • Hai detto proprio bene nella tua recensione: con tutto l’affetto per gli ottimi Giamatti e Perlman (Ron + Don), solo Bruce può portare in vita questo Elvis!

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