Sulla locandina The Worthy è lanciato con la frase “dai produttori di Insidious e The Conjuring”, ma io ne ho in mente una molto più efficace: IL MIGLIOR FILM POST-APOCALITTICO DAGLI EMIRATI ARABI!”. Basta non dire troppo in giro che è anche l’unico, dai… Io un film lanciato così lo guarderei! È anche vero però che l’ho guardato lo stesso. Vabbé.
Sono molto facilmente convincibile. È bastata la locandina che ricorda Mad Max. Non a caso, perché lo spunto è piuttosto simile a quello del film di George Miller. Il medio oriente (e chissà, forse tutto il mondo) è ridotto a un cumulo di macerie a causa di ripetuti attentati di gruppi di terroristi. Le città sono state distrutte, le fonti d’acqua sono state avvelenate, milioni di persone sono morte.
Il piccolo gruppo di Shuaib (Samer al Masri) riesce a sopravvivere ancora decentemente, visto che ha trovato rifugio vicino a un deposito di acqua incontaminata, dentro a una fabbrica che produceva ali per aerei. Lui sembra accontentarsi di quello che ha, mentre il figlio Eissa (Mahmoud Al Atrash) vorrebbe che pensasse più a come migliorare la loro posizione in futuro. L’arrivo nella comunità di due stranieri che cercano rifugio cambierà la loro storia, e metterà alla prova la loro forza d’animo…
La prima parte di The Worthy è piuttosto intrigante. La messa in scena è discreta, la recitazione è buona, il regista Ali F. Mostafa usa bene la camera e la contrapposizione tra volontà di pace e un mondo dove violenza e prevaricazioni sono di casa da vita a momenti interessanti. Come è interessante notare come l’argomento dell’apocalisse post-terrorismo viene affrontato in un film proveniente da un paese certo molto occidentalizzato, ma comunque islamico. Non vengono mai fatti riferimenti espliciti a una religione in particolare, ma è piuttosto evidente come le citate “bandiere nere” rimandino all’ISIS o allo stato islamico.
Purtroppo andando avanti il film si ammoscia un tantino, perdendo la gran parte dei suoi potenziali motivi d’interesse. Il film è girato all’occidentale, le differenze culturali sono appiattite, gli effetti sono buoni ma anche visivamente The Worthy potrebbe essere stato girato in una parte qualsiasi del mondo. E infatti – udite udite – è stato girato in Romania, come il 49% degli action movies di serie B (e non solo) di tutto il mondo. Il restante 51% viene invece girato in Bulgaria.
E così Ali Mostafa fa quello che mai un regista dovrebbe fare: si appiattisce. Si adegua a quelli che sono i suoi modelli cercando non l’integrazione ma l’assimilazione, e non è un caso che il film sia distribuito da Netflix come tanti altri. Viene da dire anzi “come tutti gli altri”. A The Worthy resta sicuramente il titolo di “miglior film post-apocalittico degli Emirati Arabi Uniti”, e chissà, forse Mostafa sarà chiamato a dirigere il prossimo film con Dolph Lundgren o qualcosa del genere. Porterà a casa sicuramente il compitino perché sa quello che fa meglio di molti altri, ma ho l’impressione che finirò per sbadigliare e distrarmi con mille altre cose come mi è successo con questo film.
Pazienza!
Voto: *
Probabilmente scritto in piccolo sulla locandina lo hanno anche scritto che è anche l’unico film post-apocalittico degli emirati arabi 😉 Cheers!
esatto Cass, ahhaah, comunque segnalazione molto interessante: io sono un amante del genere post apocalittico (anche di quello trash).
Ma per curiosità, dove l’hai pescato questo? 😀
Su Netflix! 😀
Le tue didascalie meritano, ma non mi ispira granché 😛
Devo dire che col post-apocalittico non vado molto d’accordo, anche Ken il guerriero mi stava un po’ antipatico.
Ken ERA antipatico. Molto molto meglio Raoul!
Intendevo che mi stava antipatica l’intera serie 😛
Del regista Mostafa ho visto “Viaggio da paura” e a dir la verità seppur finì nella lista dei peggiori mesi fa non era proprio brutto, ma sembra però esserlo..
..questo qui..