fbpx
logo

Tigri all’assalto – Crazy chinese train, choo choo!

Railroad Tigers

La storia è questa: qualche giorno fa mi è presa voglia di un sano film cinese di arti marziali, una cosettina divertente e senza troppe pretese, magari con Jackie Chan! Una breve ricerca mi ha messo di fronte a due titoli. Il primo era Kung Fu Yoga, il secondo è questo Tigri all’Assalto, che negli USA si chiama Railroad Tigers mentre in Cina è chiamato 铁道飞虎. Se quella scritta qui è una bestemmia, vi prego di scusarmi. Punto sulla vostra ignoranza.

Avevo già sentito parlare di Kung Fu Yoga, titolo più recente e meglio distribuito, ma mi sono ricordato che i 400 Calci ne aveva parlato malissimo, così ho pensato che l’altro sarebbe stato un filo meglio.

Ma insomma…

Railroad Tigers

Ehi, dalla locandina sembrava bello!

Railroad Tigers è la terza collaborazione di Jackie Chan con il regista Ding Sheng, dopo il più che decente Little Big Soldier e il mediocre P0lice Story 2013. Il premio Oscar alla carriera del 2016 è ormai un sessantatreenne, ma sebbene i calci volanti di una volta siano ormai solo un ricordo si dimostra ancora in ottima forma, tenendo tranquillamente il passo di tutti gli attori più giovani che recitano con lui. Qui è Ma Yuan, leader di un improvvisato gruppo di ribelli che sabota i rifornimenti all’esercito giapponese durante la seconda Guerra Mondiale per sfamare il popolo cinese affamato.

Insomma, lo avrete capito, è un altro dei film di Jackie Chan che servono soprattutto a dire che la Cina è meravigliosa.

Un nemico da operetta, una sceneggiatura che ha più buchi di un campo da golf, un contesto che al dramma preferisce decisamente la commedia e anche la farsa… Non lo so, i film cinesi sono sempre così strani. L’alternarsi apparentemente immotivato di generi narrativi e di mood generale, ad esempio, è come al solito incomprensibile. Si passa da momenti quasi seri a gag delle quali i Fichi d’India si vergognerebbero perché troppo stupide. Roba che nemmeno nelle commedia con Banfi e la Fenech da noi avrebbe avuto successo, ma in Cina si vede che ancora la semplicità fa sbellicare, che vi devo dire?

Railroad Tigers

Dai, facciamo le facce buffe!

Sì perché il film è un piccolo kolossal… 50 milioni (non di noccioline, di dollari!) di budget e circa 95 incassati solo in patria. Insomma, poteva andare peggio per la produzione. I soldi investiti si notano soprattutto nell’ottimo comparto tecnico e nello splendore delle immagini. E nei treni, visto che Ma Yuan sfrutta la sua enciclopedica conoscenza dei treni per portare a termine la missione che pare impossibile, insieme al resto del suo gruppo scalcinato. Il problema è che la regia è pigra, la sceneggiatura è ridicola con dei momenti inaccettabili nel 2017, e il cast è composto in gran parte di cani.

Tra loro c’è anche il figlio di Jackie Chan, Jaycee… e probabilmente la sua storia è molto più interessante di quella del film, che tanto è pessimo e l’avete capito. Potrei cominciare una rubrica “i figli di…”. Jaycee è in pratica lo stereotipo del figlio viziato di una superstar. È nato e cresciuto a Los Angeles, anche se ha rinunciato alla nazionalità americana per quella cinese, ha frequentato l’università in Virginia ma l’ha lasciata subito sostenendo “in Virginia ci sono solo le pecore”. Probabilmente ha ragione, ma non si dice, e che cavolo! Alle pecore Jaycee preferisce auto di lusso e feste, chiamalo scemo. Dopo il fallimento universitario la sua missione è divenuta DIVENTARE FAMOSO! Con risultati fino ad ora pessimi.

Esordio come cantante? Il suo disco ha venduto pochissime copie.
Carriera da attore? Nessuno vuole vedere i suoi film. Whoever, una sorta di semi-biografia romanzata sulla quale puntava molto, è stata un flop clamoroso nonostante il governo cinese abbia imposto per legge che venisse proiettato in metà dei cinema della nazione. Quando ha recitato accanto a padre in 1911, centesimo film di Jackie, il risultato è stato il peggior risultato al botteghino e le peggiori recensioni di una carriera quarantennale. Grandissimo record! Non a caso il padre l’aveva quasi disconosciuto, prima di un pubblico perdono qualche anno fa… Ma non è che Jaycee sia rinsavito… Nel 2014 è stato arrestato per possesso di droga e per averla fatta consumare ad altri in feste private, un reato che in Cina è punibile anche con la pena di morte. Lo smacco per il padre, da sempre testimonial antidroga, è stato grandissimo… Probabilmente anche grazie a qualche parolina buona messa per lui da gente importante Jaycee ha trascorso solo sei mesi in prigione, e da quando è uscito vive con la madre che evidentemente lo tiene buono, e quando esce usa una mascherina per evitare di farsi riconoscere.

E se recita sempre male come il Railroad Tigers, fa bene a continuare a nascondersi.

Railroad Tigers

Sei come un figlio, per me…

Guardatelo solo se siete completisti di Jackie Chan o se proprio adorate le commedie slapstick stupide e con un po’ d’azione. Con la consapevolezza che c’è molto più slapstick che azione. Povero Jackie Chan, come lo fanno invecchiare male…

Voto: :P:P:P

4 thoughts on “Tigri all’assalto – Crazy chinese train, choo choo!”

  1. Posso confermarti che “Kung Fu Yoga” è una minchiata di dimensioni epiche. Non pago di fare pessima e bieca propaganda nazionalista, ora Chan lecca pure il deretano all’India con un film alla “volemose bbene che semo tutti asiatici”. Chiamarlo “cinema di regime” è davvero fargli un complimento!
    Quando non fa ‘sta roba vergognosa, fa minchiate epocali tipo quella roba girata con Jimmy Knoxville, che piango ogni volta che ci penso. Diciamo che da diversi anni quando leggo “Jackie Chan” è un forte segnale negativo a sfavore del film.
    Negli anni ’90 nelle interviste americane Chan diceva chiaramente che la moglie doveva badare alla famiglia mentre lui passava tutto l’anno in giro per il mondo a fare film. Visto come è cresciuto suo figlio, forse sarebbe stato meglio se ogni tanto fosse stato a casa… Ma si sa, i figli dei ricchi e famosi sono sempre dei dementi decerebrati: se sono fortunati cambiano in crescita, se no rimangono così.
    Date le premesse, dubito avremo un “Jackie jr.” come star del cinema…

    • Questo di diverso ha solo un’ambientazione storica edulcorata ma il messaggio nazionalista che passa è esattamente lo stesso. In patria la cosa rende, qui da noi se dio vuole no. Jackie non è mai stato un idolo del progressismo e la cosa è piuttosto evidente. Il figlio non ha ereditato neppure la componente moralista e gli ha fatto fare negli ultimi anni una bella serie di figurine di merda…

  2. Visto a breve distanza da “Kung Fu Yoga” confermo quanto detto da Lucius qui sopra, osceno.
    Volevo scriverne ma mi viene la depressione, Jackie Chan ormai è l’uomo copertina della Cina, una specie di ambasciatore del facciamo vedere quanto è bella la Cina. I cinesi proprio non riescono a non fare propaganda nei loro film, ma ultimamente sono peggio che spudorati.

    Se “Kung Fu Yoga” è un modo per fare comunella con l’India, questo è un tentativo di lanciare il figliolo. Gli voglio davvero bene al vecchio Jackie, per me è Buster Keaton con i calci volanti, uno che ha fatto la storia del cinema, la storia vera. Per me dovrebbe cercare in oriente il nuovo Jackie Chan, fare quello che i suoi maestri fecero per lui lanciandolo negli anni ’70, invece che questa robetta di propaganda. Cheers!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.