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Wonder Woman – anche la DC batte un colpo

Wonder Woman

Lo devo ammettere: ho quasi apprezzato Suicide Squad, in quanto film sbagliatissimo in maniera talmente evidente da non potermi rimanere antipatico. Però follie personali a parte anche io devo dire che al di là dei Batman di Nolan qualsiasi altro film tratto dai fumetti DC Comics è stato una cocente delusione. Fino a Wonder Woman. Posso dirlo: Wonder Woman per me è stato una piccola meraviglia.

Quindi…

Ok, questa aspettavo di spenderla da quando hanno annunciato il film, ora posso partire con la recensione.

Wonder Woman è un film che ha molto diviso le critiche. Molti l’hanno osannato come trionfo del femminismo supereroistico, come un film da far vedere a tutti per cambiare le menti dei bambini e per rendere le bambine più sicure di sé, un capolavoro simbolico dei nostri tempi. Altri (ad esempio uno con cui solitamente sono d’accordo come Roberto Recchioni) l’hanno stroncato definendolo addirittura maschilista, dietro la facciata. Chi ha ragione?

Wonder Woman

Facciamone un remake di Laguna Blu e non pensiamoci più!

Facciamo una breve analisi.

Se questo è un film femminista, Alien allora è il Manifesto del Partito Comunista. Intendiamoci: sono contentissimo  (è importante!) che questo sia il primo film di supereroi diretto da una donna e per tutto il resto, ma non dimentichiamoci che gli sceneggiatori sono tre uomini, e la storia non è esattamente rivoluzionaria. Diana è la bellissima principessa dell’isola di Themyscira, dove le Amazzoni vivono da tempo immemore allenandosi furiosamente in vista di un futuro attacco. La leggenda dice che saranno loro, grazie all’unica arma in grado di uccidere un Dio, a poter salvare la Terra dalla furia di Ares, la divinità della guerra, che già una volta c’era arrivato vicino e aveva fatto fuori tutti. Tutte le Amazzoni si allenano tranne proprio Diana, che scalpita fin da bambina ma si vede negato dalla madre l’utilizzo delle armi finché proprio non è indispensabile. Ovviamente quando questo avviene lei dimostra fin da subito doti fuori dal comune ed in costante sviluppo, sorprendendo persino la zietta Antiope che fino ad allora era la più forte combattente che si fosse mai vista (nonché in una realtà parallela la moglie di Frank Underwood).

Icone del femminismo

Tutto procede idilliacamente, tra un allenamento furioso e lo studio dei dodici trattati sui piaceri della carne di Clio, finché un aereo non spunta dal nulla schiantandosi nel mare. Già, perché mentre queste signore si fanno gli affari loro nel resto del pianeta il tempo è andato avanti, e siamo alla prima guerra mondiale, ora con dei tedeschi almeno 300 volte più malvagi (e non sono ancora nazisti!).

Wonder Woman

Non sei una principessa Disney, ok? Hai sbagliato franchise, noi siamo gli altri…

Il pilota che sta per affogare è la bella spia Steve Trevor, interpretato da Chris Pine (visto che ogni film di supereroi deve avere almeno un Chris nel cast ), salvato da Diana che ovviamente non può non innamorarsi del primo uomo che vede. Classico, le donne fanno sempre così. Scopriamo quindi che le Amazzoni parlano centinaia di lingue (qualcuna di loro anche contemporaneamente) e dopo il minimo sindacale di dibattito la principessa meraviglia decide di tornare con lui sulla Terra, visto che i nazist tedeschi cattivissimi stanno per sviluppare un’arma chimica che ammazzerebbe tutti, e non sentite anche voi puzza di Ares?

A rendere più semplice la missione, il fatto che Diana Prince / Wonder Woman è sostanzialmente invulnerabile e quindi capace di attraversare il fronte di una battaglia che dura da anni come niente fosse o quasi. Quindi ok, bravina lei ad andare verso i cattivi (l’ho già detto che i tedeschi sono parecchio cattivissimi?), ma a fare la parte degli eroi sono più il coprotagonista Steve Trevor e il suo gruppo di amici / scarti della società, che alla fine potrebbero benissimo dire alla signorina del titolo “senti, ma visto che sei invulnerabile, velocissima, hai le armi magiche e riesci a buttar giù una torre a manate, perché non vai da sola a far fuori direttamente il supercattivone mentre noi ti aspettiamo davanti a una birra?”. Ok, questo sarebbe stato troppo maschilista, ma anche furbo, no? E invece alla fine è un uomo a prendersi la scena madre del film.

Ci sarebbe poi anche il piccolissimo particolare che Wonder Woman va avanti tutto il film a dire che gli uomini sarebbero anche buoni, e che è la malvagia influenza di Ares a corromperli, ma allo stesso tempo non si fa troppi problemi a far fuori chiunque si trovi davanti con lo stesso fastidio che potrei avere io in una stanza con due mosche.

Insetti fastidiosi…

Aggiungerei poi che la tanto decantata regia di Patty Jenkins (che malgrado il successo dello splendido Monster per oltre dieci anni ha fatto solo delle robettine televisive) non appare davvero nulla di che: lineare, pulita, semplice… efficace ma assolutamente senza inventiva. La sua messa in scena del fronte, ad esempio, non poteva essere più banale, e a parte il finalone anche il resto delle scene d’azione è abbastanza piatto.

Stroncatura, allora?

No, perché malgrado tutti i difetti mi sono molto divertito. E mi sono divertito proprio perchè la storia è lineare, ci mette di fronte fin dall’inizio a una classica situazione buonissimi vs. cattivissimi e ci offre una figura di (super)eroe per una volta lontana dal “supereroe con superproblemi” di stanleeana memoria, negli ultimi tempi paradossalmente portato avanti soprattutto nell’universo DC. Wonder Woman è un ritorno a un passato primigenio, alla meraviglia di fronte a un essere superiore che vuole solo il bene per l’umanità, e che semmai ha come unico (non trascurabile) superproblema una notevole ingenuità di fondo. Probabilmente nelle sue prossime apparizioni con la Justice League questo aspetto più naif sarà in secondo piano, dopotutto cento anni sulla Terra non possono che renderti meno smaliziata, ma finora… beh, me la sono goduta.

Wonder Woman

Porte? Da dove vengo io non usiamo le porte!

Il cast di contorno funziona alla grande proprio nel suo essere un assemblamento poco realistico di freak, e semmai dispiace vedere alcuni accenni affrontati in maniera solo superficiale. Il Sameer di Saïd Taghmaoui, il Chief di Eugene Brave Rock e soprattutto il Charlie di Ewen Bremner rimangono sicuramente impressi e sono protagonisti di alcune scene di alleggerimento tutto sommato riuscite. Chris Pine è sempre bravo a fare il piacione affascinante in grado di comprendere le situazioni prima degli altri, e Gal Gadot… beh, è perfetta. Davvero, non si poteva scegliere una interprete migliore per Wonder Woman. Intensa, convinta, non avrà il fisico imponente che volti volevano vedere attribuito alla supereroina ma la sua preparazione nel Krav Maga rende i suoi movimenti molto più convincenti, ad esempio, delle complesse ed esagerate coreografie che vediamo fare alle altre amazzoni ad inizio film.

Wonder Woman

E so anche sembrare estremamente figa mentre lo faccio!

Un po’ meno bene i supercattivi che appaiono fin troppo cartooneschi, in particolare la chimica Dr. Maru, che nella vita reale è la bellissima Elena Anaya. Infine per timore di spoiler non dirò nulla su due attori che solitamente apprezzo molto come David Thewlis e Danny Huston… solo che stavolta mi hanno fatto storcere un po’ il naso, ecco.

Alla fine il risultato è che Wonder Woman scorre sempre molto bene. Qualche momento morto e qualche scelta poco azzeccata non sono riusciti a pregiudicarmi l’apprezzamento del film. Molti ne hanno parlato come di un punto di arrivo… no, non è affatto così. Ma come partenza da cui ricominciare a costruire un Dc Cinematic Universe finalmente efficace, va benissimo. I primi film Marvel mi erano piaciuti molto meno, per dire. E ora la palla passa proprio a chi è stato uno dei responsabili di quelli, prima di tornare dalla Jenkins per Wonder Woman 2. Chi vivrà vedrà!

Per una seconda opinione sul film, che ne direste di passare dalle parti de La Bara Volante? O per una terza da Lo Scalzo!

7 thoughts on “Wonder Woman – anche la DC batte un colpo”

  1. Quello che funziona del film è proprio Gal Gadot ci crede tantissimo, proprio come la sua Diana va dritta come un fuso passando sopra i suoi nemici. Se sono furbi, alla Distinta Concorrenza, dovrebbero puntare solo su una squadra di super donne, Wonder Woman e Harley Quinn hanno dimostrato che nelle fumetterie no, ma al cinema il pubblico femminile per le super eroine esiste.

    La tua analisi è molto corretta e ti ringrazio per la citazione, a distanza di tempo, tutto il gran parlare sui social cosi di questo film fa ancora più sorridere adesso che allora. Questo film è stato celebrato come il secondo avvento cinematografico, la resurrezione della Distinta Concorrenza, poi nel giro di niente sono usciti film con delle Wonder Woman anche migliori (Atomica Bionda) e titoli Marvel che per ritmo e idee sono vent’anni avanti a questo (Spider-Man: Homecoming), quanto mi piacciono le “Polemiche” sui social-network 😉 Cheers

    • Presto riuscirò anche a guardare Torna a casa Uomo Ragno, ma su Atomica Bionda non posso che concordare: siamo proprio su un’altra categoria!

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