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A Cold Day in Hell: Tremors su ghiaccio (o quasi)!

Il popolo degli appassionati di Tremors non è numerosissimo, ma sicuramente è agguerrito e pronto a sostenere i propri beniamini. Il 2018 sembrava l’anno buono per il ritorno di Kevin Bacon in una serie ordinata da SyFy, ma per qualche motivo dopo che era stato girato l’episodio pilota (diretto da uno anche bravino come Vincenzo Natali) il network ha detto no grazie, lasciandoci a bocca asciutta. E allora se pare sempre più improbabile rivedere Val McKee, consoliamoci con l’immarcescibile Burt Gummer, ormai il personaggio della vita del bravo Michael Gross, e… magari con qualche nuovo McKee!

A dirigere la baracca torna Don Michael Paul, già regista dell’ottimo quinto episodio che spostava la vicenda in Africa. Visto che la formula era risultata vincente, qui si fa la stessa cosa… Burt Gummer ormai è la più grande autorità mondiale nel campo dei Graboidi, così quando c’è un possibile avvistamento viene immediatamente chiamato. Questa volta la segnalazione arriva dai ghiacci del nord, vicino all’Artico… Alla canadese Boyte Canyon Arctic Research Station qualcosa si è risvegliato sotto terra!

Burt ovviamente accorre, sebbene finora i Graboidi siano apparsi solamente in aree brulle o desertiche… L’idea di vederli solcare le nevi era stuzzicante, ma qui la produzione ha provato l’imbroglio. O forse per qualche motivo è tornata sui suoi passi. Il sesto capitolo di Tremors avrebbe dovuto essere girato nelle nevi delle montagne bulgare, ma antefatto a parte la produzione è stata spostata nel ben più caldo Sudafrica, che fatica un po’ a passare per la regione canadese del Nunavut ma insomma, la potenza della fantasia dei film a basso budget può tutto! Burt e soci (ovviamente torna il figlio Travis, interpretato ancora da Jamie Kennedy) non mancano di sottolineare più volte quanto si aspettavano facesse più freddo, una inside-gag che probabilmente avrà fatto scompisciare tutto il cast. 

Cast nel quale va segnalato il trittico di scienziate più gnocche mai viste in un film non pornografico: la dottoressa Rita Sims è la biondona Tanya van Graan, la geologa Vargas è Christie Peruso e la dottoressa D (complimenti per il nome) è la guardabilissima Jay Anstey. Vogliamo aggiungere anche che la giovane signorina McKee è la bella Jamie-Lee Money? Aggiungiamolo. Non che sostenga che gli scienziati debbano essere sempre vecchietti con la barba, intendiamoci. 

A dar fastidio a Gummer e compagnia non bastavano vermoni e Ass-Blaster (non è colpa mia se si chiamano così!), ci si mettono anche i ricercatori della DHARMA DARPA, che sembrano intenzionato a fare dei graboidi un’arma biologica inarrestabile per chiunque non faccia di cognome Gummer. Che ne dite, riusciranno nel loro intento?

 Questa sì che è una squadra

Non solo: Gummer ha anche un altro piccolissimo problemino (oltre alle tasse!). Qualche anno prima (nel terzo episodio) è finito nello stomaco di una bestiaccia, e pare che nel suo corpo sia entrato un parassita che non fa benissimo al corpo umano. Il suo fisico sta per cedere, e l’unica speranza sembra un siero estratto dal corpo di un graboide vivo… Oh, se lo dice la scienza io ci credo. Fortuna che ne ha trovati un bel po’ in zona.

Comunque sto benone, non preoccupatevi per me

Una delle principali cose positive dei film della saga di Tremors è la loro consapevolezza di essere b movies. Tremors – A Cold Day in Hell non fa eccezione: Burt Gummer gummereggia facendo il duro e sparando one-liner micidiali, ma mostrando anche di avere un cuore, Travis prova a diventare come lui e a rimorchiare nel frattempo, i deliri scientifici sono mantenuti al minimo indispensabile e tutta l’attenzione è focalizzata su ciò che conta: vermoni che mangiano persone e persone che sparano a vermoni con strategie a volte improbabili. Gli unici accenni a una mezza novità di questo sesto capitolo sono una breve scena acquatica e un discorsetto sull’evoluzione dei graboidi. Basta così. Anche Don Michael Paul (lo voglio prete nel mio paese) sa fin dove può arrivare e mantiene gli sforzi al minimo: pochissime location (a un certo punto diventa quasi un film d’assedio), niente velleità artistiche, effetti speciali digitali scarsini (peggio del solito) ma funzionali, con la solita furbizia di mostrare il minimo indispensabile.

Alla fine il risultato è un tantino inferiore a quello del capitolo precedente, che mi aveva divertito di più. Forse i soldi sono finiti, forse prima c’era meno voglia di andare col pilota automatico. Comunque anche A Cold Day in Hell offre quanto richiesto: budella, sparatorie, azione e Burt Gummer. Soprattutto Burt Gummer. Qualcuno gli eriga un monumento, e soprattutto finanzi un settimo capitolo, che io ho divano e popcorn già pronti per lui!

5 thoughts on “A Cold Day in Hell: Tremors su ghiaccio (o quasi)!”

  1. Il quinto capitolo era più ispirato, questo ci prende un po’ per il naso, mostrandoci ghiaccio e neve subito per poi privarcene, ma poco importa, il discorso motivazione di Burt Gummer sulle palle è mitico, e questo capitolo si impegna moltissimo ad alimentare il classico cliché cinematografico della scienziata bona, alla fine nell’ottica dell’operazione ci sta anche questo. Nocche mordicchiate per la mancata serie tv, adesso spero già nel settimo capitolo, magari con un altro regista, perché Don Michele Paolo mi sembra pronto per la diocesi del tuo paese 😉 Grazie per la citazione! Cheers

    • A me è piaciuta molto anche la scena di Travis che prova a far suoi i tormentoni e i modi di dire di Burt… che comunque resta insostituibile, non c’è niente da fare!

  2. Questo l’ho conosciuto da Cassidy, pensa che manco sapevo ne avessero fatti così tanti, ero fermo al secondo…
    Io continuo a incrociare le dita per la serie TV, attualmente sospesa, i film al momento non mi interessa guardarli, anche se alcuni capitoli meritano di essere visti (come questo e il precedente, da quel che ho capito leggendovi).

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