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Non è un campetto per vecchi – La recensione di Uncle Drew!

Alcuni film vengono tratti da libri, molti sono sceneggiature originali, negli ultimi anni capita sempre più spesso di imbattersi in pellicole tratte da videogiochi, o da serie tv, ma giuro che è la prima volta che mi capita di vederne una tratta da uno spot! Anzi, dal protagonista di uno spot!

La storia di Uncle Drew è cominciata nel 2012: la Pepsi cercava un nuovo testimonial nel mondo dello sport, e pensava a una stella del football americano, ma Kyrie Irving, che aveva appena concluso la sua prima stagione in NBA, li stupì con un video improvvisato nel quale mostrava naturalezza, capacità di stare davanti a una telecamera e inventiva… oltre al talento che tutti gli appassionati di basket conoscono. Così l’ingaggio fu suo, e da una successiva sessione di brainstorming nacque Uncle Drew: un vecchietto capace non solo di giocare alla pari con i giovanissimi dei campi di tutta America, ma di dare loro lezioni di tecnica, agilità e… vita. Il successone del primo spot, pare girato davvero di nascosto all’insaputa degli altri partecipanti alla partita, fu incredibile, e da allora Uncle Drew è riapparso più volte, in video che hanno avuto oltre cento milioni di visualizzazioni su Youtube. Con il coinvolgimento di altre stelle del basket del presente o del recente passato come Shaquille O’Neal, Chris Webber, Nate Robinson, Aaron Gordon e Reggie Miller il passaggio al film è stato naturale… film che negli Usa ha avuto un buonissimo successo (oltre 40 milioni di incassi), in Italia è stato reso disponibile su Prime Video e finalmente sbarca anche sul Cumbrugliume!

Cosa non riescono a fare tre o quattro ore di trucco…

Nota di colore: stavo per pubblicare la recensione col titolo “Old Men Can’t Jump”, ma mi sono reso conto appena in tempo che qualcuno aveva avuto la mia stessa idea. Maledetto Cassidy, la prossima volta ti precederò!

Il torneo del Rucker Park è nato come una competizione tra i migliori giocatori di street basket di New York, ma è presto diventato una vetrina per tutti i migliori d’America, conquistandosi partecipazioni eccellenti, sponsor milionari e spettatori in tutto il mondo. Nella realtà protagonisti sono stati gente come Allen Iverson, Kobe Bryant, Wilt Chamberlain o… Kyrie Irving, ad esempio, ma nell’epica del film il giocatore più leggendario di Rucker Park è stato sicuramente Uncle Drew, uno che come raccontato da vere leggende del gioco come Bill Walton e Jerry West sul campo poteva fare ciò che voleva, dominava in lungo e in largo ed era assolutamente inarrestabile. Finché non successe qualcosa che lo fece sparire dalla circolazione… per quasi cinquanta anni. Fino a che Dax, un appassionato di basket con tanto cuore ma poco talento (e ancor meno centimetri) non lo incontra per caso e prova a reclutarlo, visto che si è indebitato fino al collo per iscriversi al torneo e la sua stella l’ha appena abbandonato preferendogli la squadra dell’arcirivale Mookie. Drew accetta, ma a una condizione: che possa rimettere insieme la vecchia squadra, con tutti i suoi compagni di una volta.

the Boys are back in town

Comincia così un tour improbabile su un vecchio ed elegantissimo van d’epoca che deve aver visto cose memorabili, e che vede i due ritrovare e convincere ad unirsi a loro un predicatore che non ritocca una palla da quarant’anni (con moglie fortemente contraria), l’entusiasta ma praticamente cieco Lights, il paralitico da decenni Boots e l’enorme insegnante di… qualche arte marziale a casaccio Big Fella. Ovvero nell’ordine Chris Webber, Reggie Miller, Nate Robinson e sua maestà Shaquille O’Neal, tutti sotto chili di trucco che li fanno apparire vecchietti.

Il divertimento ovviamente sta nel vedere questi improbabili protagonisti ritrovare confidenza con il campo (affrontando una squadra di bimbette, ad esempio) e poi tornare a stupire, con qualche spruzzata di buoni sentimenti ad addolcire il tutto e qualche frecciatina in particolare di Shaq che farà scompisciare gli appassionati.

…il giallo comunque gli dona

Uncle Drew è evidentemente una commedia sportiva garbata che non pretende di rappresentare una rivoluzione per il cinema, ma è comunque un film divertente, con alcuni momenti trascinanti e dei protagonisti che pur non essendo attori sono sicuramente dei personaggi, e lo dimostrano in ogni scena. Non voglio neanche spendere troppo parole su uno come Shaq che ha dimostrato più volte di avere doti da showman quasi pari a quelle che ha fatto vedere per venti anni sul campo, ma davvero tutti quanti mi hanno stupito, tanto che ogni volta che provo a pensare a chi mi sia piaciuto di più mi viene in mente un nome diverso. Chris Webber in versione James Brown? Reggie Miller che gigioneggia sparacchiando palloni a caso? Nate Robinson che si risveglia dallo stato catatonico e vola sopra il ferro dal basso del suo metro e settantacinque scarso? Davvero, solo elogi per loro, e un bravo anche alla grande Lisa Leslie e a tutto il cast di contorno, compreso il giovane talento Aaron Gordon.

Mentre guardavo il film mi è venuto da chiedermi come potrebbe venire una versione italiana ambientata nel mondo del calcio, con gente come Totti, Del Piero, Maldini o Buffon truccati da vecchietti ancora arzilli. Poi però improvvisamente mi sono dato la risposta, e ho capito che è meglio sperare non succeda mai. Si fotta il calcio (mi perdonino gli appassionati!), preferisco esultare come appassionato di basket e godermi magari una seconda volta questo spettacolo. I love this game!

2 thoughts on “Non è un campetto per vecchi – La recensione di Uncle Drew!”

  1. Avresti dovuto farlo! Alla fine io ho usato la versione italiana del titolo quindi avrebbe funzionato lo stesso, di solito al campo da basket sono il più lento di tutti, quindi sicuro la prossima volta mi batterai tu in velocità 😉 Un piccolo filmetto che ha tutto per intrattenere anche i non fanatici di basket, alla fine ha la struttura di “The Blues Brothers” e un buon ritmo, Shaq e “Killer” Miller che si prendono in giro da soli sono un gustoso extra. Avercene di commedie così! 😉 Cheers!

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