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Una infornata di nuovi Dylan Dog

Dylan Dog

 

È un sacco di tempo che non parlo di fumetti, vero? Rimediamo subito con…

Dylan Dog

Lo ammetto, ero rimasto un po’ indietro. Tanto indietro. Ma qualche volta va bene anche così, è piacevole abbandonarsi a maratone dei propri personaggi preferiti da divorare tutti insieme. Dylan Dog mi accompagna ormai da tantissimi anni, con qualche pausa e qualche delusione ma anche tante storie che mi sono rimaste nel cuore. Chissà se anche queste ultime cinque uscite riusciranno a ritagliarsi uno spaziettino dentro di me.

Dylan Dog 378

Dormire, forse sognare (Dylan Dog #378) è uscito a fine febbraio, è scritto da Gigi Simeoni e disegnato da Giovanni Freghieri. Due nomi con i quali di solito si va a colpo sicuro. Il titolo amletico da il via a una storia estremamente classica, più gialla che horror, con tanto di un Bloch fondamentale compagno come non si vedeva da parecchio tempo. Gli amanti dell’investigazione apprezzeranno, come io ho apprezzato il respiro della trama, la sensibilità di un autore sempre a suo agio quando ha lo spazio necessario per aprire la storia e raccontare. Freghieri ai disegni è una garanzia, e anche questa volta tira fuori delle soluzioni grafiche magiche e struggenti. Un albo che forse non sorprende ma degnissimo di una collana così storica.

Dylan Dog 379

Ancora Simeoni un mese dopo con Il Tango delle Anime Perse, questa volta su disegni dell’altra colonna della testata Bruno Brindisi. Una storia di fantasmi, una coppia che vuole ballare un ultim tango. Una storia romantica, lirica, che richiama in servizio un altro dei personaggi storici della serie, ovvero Madame Trelkovski. Un numero che ho letto anche con più piacere del precedente, con qualche momento gore interessante e una narrazione più elaborata. Brindisi mi stupisce meno di Freghieri ma riesce ad essere anche più efficace ed espressivo. Si possono avere più storie di Simeoni? Grazie!

Dylan Dog 380

Nessuno è innocente è il grido di denuncia del numero 380, affidato questa volta a Paola Barbato e al maestro Franco Saudelli. Lo posso dire che Saudelli non mi ha mai fatto impazzire? Vabbé ormai l’ho detto. Ha quel tratto un po’ sgraziato che proprio… boh. Qui Dylan finisce addirittura in galera, accusato del tentato omicidio del commissario Carpenter. La storia sembra dovere avere implicazioni sul futuro del nostro investigatore dell’incubo preferito, visto che i rapporti con Carpenter e Rania sembrano in evoluzione… Per la serie “vecchi personaggi ritirati fuori dal dimenticatoio” qui abbiamo il geloso Ispettore Gorman, che aveva fatto la sua prima apparizione circa sette anni fa e che appena l’ho visto mi ha fatto esclamare “e questo chi cazzo è?”. Insomma era nel dimenticatoio davvero. Facezie a parte, un numero importante e riuscito. Tranne che per i disegni di Saudelli. L’ho già detto che non mi piace Saudelli?

Dylan Dog Color Fest 25

I Conigli Rosa Uccidono è una delle storie mitiche di Dylan Dog, il numero 24 della serie, uno ancora oggi ricordato e citatissimo. A 30 anni di distanza tornano Luigi Mignacco ai testi e Cesare Valeri ai disegni, affiancati stavolta dal valido Sergio Algozzino ai colori. I Color Fest sono da qualche anno le mie uscite preferite di Dylan Dog, perché non so mai cosa aspettarmi. A volte escono fuori dei capolavori inaspettati, altre delle vere e proprie boiate inutili. Stavolta, ahimé, propendo per la boiata… la storia è fiacchissima, sembra quasi svogliata, nata dalla volontà di un ritorno al passato di cui non c’era bisogno. Gag forzate, qualche citazione gustosa ma poco di più. I disegni sembrano usciti da qualche vecchio albo di Tiramolla, divertenti ma impressionano decisamente di più nelle poche tavole a mezzatinta ambientate nel “vero” mondo di Dylan. L’albo originale aveva precorso i tempi, arrivando praticamente in contemporanea a Chi ha incastrato Roger Rabbit e non lesinando sulle parti gore. Qui mi aspettavo ad ogni pagina di veder spuntare il disneyano Coniglio Pacuvio. Gippi gioppi gippi giò!

Tripofobia

Arriviamo alla conclusione con Tripofobia, numero 381 ed esordio di Giovanni Eccher sulla serie regolare (aveva all’attivo la sceneggiatura di un episodio di un Color Fest). Un numero che graficamente mi è piaciuto moltisimo (opera di Davide Furnò e Paolo Armitano) mentre la sceneggiatura mi ha lasciato davvero pochino. La solita fidanzata di turno molto più giovane del nostro abitante di Craven Road che finisce per coinvolgerlo in un caso. L’idea di sfruttare la Tripofobia (paura dei pattern ripetuti, come buchi o protuberanze) è carina e da vita a qualche sequenza horror riuscita, ma tutto lì. Un po’ pochino!

La prossima volta, lo giuro, cercherò di rimanere in pari!

6 thoughts on “Una infornata di nuovi Dylan Dog”

  1. Da parecchio non compro un nuovo Dyd, ma su 4 albi della serie regolare tre buoni sono un buon numero 🙂 Quasi quasi riprendo, comprando le uscite che mi sembrano più interessanti 😀

  2. Lo leggo occasionalmente, mi ero messo a seguire il Dylan Dog di Tiziano Sclavi (ovvero la riedizione cartonata delle sue storie) ma poi mi son perso per strada. Ma voglio prendere a tutti i costi il numero scritto da Dario Argento e disegnato dal tipo di Ut che mi piace molto, Pasquale Ruju?

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