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Alice Cooper – Along Came a Spider

Zio Alice Cooper è per me il dio dei concept album… il mio preferito di tutti i tempi (insieme a 2112 dei Rush) è Welcome to My Nightmare, anno di grazia 1975, teatrale e meraviglioso, così quando ho sentito che questo “Along Came a Spider” sarebbe stato appunto un concept sulla storia di un assassino che riveste di seta le proprie vittime… beh, c’era di che essere fiduciosi.

Alice Cooper a partire dagli ultimi due dischi ha abbandonato le vecchie sonorità hair metal (vedi Trash), sleazy (vedi Hey Stoopid) e pure le influenze industriale e merilinmensonesche (si fa per dire) dell’ottimo Brutal Planet e del meno ottimo Dragontown, tutto per tornare al garage rock degli esordi, ovviamente rivisitato per essere attuale anche nel nuovo millennio. Influenze più moderniste fanno capolino nel singolo “Vengeance is Mine” (splendido, con Slash alle chitarre) e qua e là anche altrove, ma non sono mai troppo invasive. La storia sinceramente non sono stato lì a cercare di capirla più di tanto, finora, ma i pezzi… beh, a mio parere questo Along Came a Spider surclassa il già ottimo “The Eyes of Alice Cooper” (Dirty Diamonds mi manca) e si colloca a un livello altissimo nella discografia di questo grande artista. Sono in particolare i primi tre pezzi, “Prologue”, appunto il singolo “Vengeance is Mine” e il pezzo con Ozzy “Wake The Dead” ad avermi sorpreso in positivo e ad avermi messo di buon umore per tutto il resto del disco. Pezzi catchy, spiritosi, magari non perfetti (le back vocals sono alquanto irritanti) ma sicuramente testimoni di una vitalità artistica considerevole dopo 40 anni di carriera. Deludono un po’ le ballad, ma non si può sempre scrivere una “Only women Bleeds”. Disco da ascoltare! Un altro vecchietto che non vuole proprio saperne di arrendersi agli anni che passano…

Along came a spider… The Movie!

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