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Martyrs (Pascal Laugier, 2008)

Pare impossibile che Martyrs sia stato diretto dallo stesso Pascal Laugier autore di Saint Ange, horror freddino, cerebrale e piuttosto banale già recensito qualche mese fa in questo blog. E’ comunque la dimostrazione che in Francia esiste una scena horror come da noi ce la sognamo, capace di far crescere registi non ancora maturi e portarli al pieno delle loro potenzialità. Comunque… Martyrs. Sicuramente l’horror simbolo del 2008. Una storia tutto sommato banale (una ragazzina rapita riesce a scappare e dopo 15 anni cerca vendetta con l’aiuto della sua amica), che dopo un efficace inizio in medias res e una prima parte tutto sommato canonica, alla The Descent con influenze soprattutto visuali dall’horror giapponese, sfocia in una seconda parte allucinante, estrema, scioccante. Una parabola apologizzante del dolore e dell'(appunto) martirio che in Francia ha provocato polemiche a non finire. Martyrs diventa così un film sconvolgente, dal finale mistico e (per una volta) perfetto, non consolatorio. Un film in cui la storia, gli attori (bravine le due protagoniste, anche se il 99% del tempo non fanno altro che urlare) passano in secondo piano rispetto all’ambito programmatico del regista e della sceneggiatura. Qualcuno ha parlato di torture porn, cercando di inserire Martyrs nel filone dei vari Hostel o Saw. Niente di più sbagliato. Certo, c’è tortura, c’è morte, c’è oltraggio al corpo ai massimi livelli, ma non ho trovato Martyrs pornografico o ostentato, anzi. C’è una poetica del dolore sconosciuta al genere, che non permette a mio parere di inserire la pellicola compiutamente nel filone horror. Sembra un estremizzazione di Hellraiser… e non è certo un caso che Laugier sia stato chiamato a dirigere il remake del film di Clive Barker. Fondamentale.

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