fbpx
logo

Chloe – Tra Seduzione e Inganno (Egoyan, 2009)

Chloe è un film che aspettavo da tempo di vedere, sostanzialmente per due motivi. Il primo è il regista, Atom Egoyan, armeno ormai stabile negli USA che “seguo” (in qualche modo) fin dal suo film del 1994 Exotica. Anche se poi ha fatto anche diverse cagate ha un suo stile riconoscibile ed accattivante, che non si è perso neppure negli ultimi anni quando i suoi lavori si sono fatti meno difficili ed introversi. Il secondo, è più importante, sono le puppe di Amanda Seyfried.
(bella pienotta)
La trama
Catherine (Julianne Moore), ginecologa di successo, è un tantino frustrata perché teme che il marito (Liam Neeson) la tradisca. I suoi continui flirt con cameriere, studentesse, assistenti le sono divenuti insopportabili, e la goccia che fa traboccare il vaso è la sua assenza alla festa di compleanno a sorpresa che gli aveva preparato da mesi. Conosciuta per caso Chloe (ovviamente Amanda Seyfried), una escort seducente e spregiudicata, Catherine la assolda per tentare di sedurre il marito e farsi descrivere nei minimi dettagli le sue azioni. Ovviamente Chloe ha successo, e anzi va persino troppo oltre nel suo lavoro. Catherine è a dir poco turbata, ma se non tutto fosse come sembra?

(scusa ti puoi girare un filo più in qua?)

Il cast
La Moore è perfetta come motore e vera protagonista del film. Grande eleganza, signorilità, una bellezza che va sfiorendo ma ancora è viva e improvvisamente… qualcosa che si rompe, una crepa che sembra allargarsi sempre di più e nella quale si insinua senza difficoltà quella ninfetta indefinibile che è la Seyfried. Chloe non deve fare poi molto, le basta qualche sguardo ben piazzato con quegli occhioni immensi, e poi una buona dose di fantasia. Il gioco è fatto. Neeson, marito sfuggente e personaggio più inafferrabile del film (almeno fino al finale, e chissà poi che…) è pure lui molto bravo. Il cast di contorno, praticamente, non esiste.

(la Moore c’ha dei capezzoloni immensi, la Sara ha avuto paura – ah, si! c’è IL LESBO!)

Il giudizio
Il film ha incassato poco o nulla, rimanendo in qualche modo nel limbo tra un “normale” film quasi mainstream, una torbida pellicola/scandalo e un film d’autore. Il suo peggior difetto è proprio nel suo essere né carne né pesce, osando nudità e scene forti solo fino a un certo punto. Commercialmente qualche passera in più avrebbe certo giovato. Dal punto di vista dell’apprezzamento personale devo dire che questa tragedia dell’incomunicabilità (io la leggo così :P) mi è piaciuta abbastanza. Discreto!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.