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Novità da Lucca #2: Asso – di Roberto Recchioni

Chi legge il mio blog o mi segue su facebook sa che ritengo Roberto Recchioni il miglior sceneggiatore di fumetti italiano. Ma Recchioni è anche un autore completo, anche se da anni sembrava aver abbandonato quasi definitivamente le matite, e… quale occasioni migliore per riprenderle in mano di una graphic novel semi-autobiografica? Si, Asso è Roberto Recchioni, anche se allo stesso tempo è qualcosa di completamente diverso. E’ un fumettista-rockstar, un erotomane, un maniaco dei samurai, un citazionista, ha qualche grosso problema di salute ma assolutamente nessun problema di ego. Asso non è simpatico ma piace, perché tutti vorrebbero essere lui.
Asso non è Roberto Recchioni, forse è il personaggio che l’autore ha scelto di interpretare ormai da qualche anno, consapevole della mancanza di un Personaggio nel mondo del fumetto che sappia far parlare di sé come delle sue opere. E Rrobe ha vinto la sua scommessa, il suo blog è tra i più seguiti d’Italia, è stato al tg, ha avuto interviste sui giornali… soprattutto per Mater Morbi, ma non solo. Ha creato (ad arte?) polemiche, ha diviso le folle in suoi seguaci e suoi detrattori, riuscendo sempre (a mio parere) ad apparire immensamente superiore ad entrambi i gruppi, come una mente diabolica che se la rida dopo aver messo zizzania tra due contendenti per il solo gusto di farlo. 
Recchioni mi è simpatico anche per il suo sforzo di apparire antipatico. Asso, invece, non si sforza, sa di essere un ego troppo grande intrappolato nel fragile corpo di un fumettista, e trae il massimo dalla situazione in cui si trova. Asso è il Pompeo dei giorni nostri, la graphic novel di Recchioni ha moltissimo in comune con il capolavoro di Pazienza, e l’autore lo sa, lo dice prima di noi… perché è superiore a noi, ricordate? 🙂
Asso è il progetto più personale e sentito di Recchioni, non solo per la sua vena autobiografica, ma perché vuole far piangere, ridere e pensare allo stesso tempo, in tante brevi storie personali difficili da inquadrare, perché non ha come protagonista un Dylan Dog con cui identificarsi o un fichiere come John Doe da invidiare, e chi può volersi identificare in uno come Asso? L’obiettivo era ambizioso… raggiunto? Credo di si, al 99%. Forse non è un capolavoro che rimarrà nella storia del fumetto come Pompeo, ma è una tappa fondamentale per il fumetto italiano, oggi. Leggendolo, rimane solo una pecca. Un senso di incompiutezza, come se mancasse qualcosa. Poi leggendo meglio… Recchioni ha già annunciato Ossa, il seguito di Asso. Più estremo, più pornografico, più Asso. E allora tutto torna, era già tutto programmato. Recchioni si conferma superiore a noi 🙂

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