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Bisogna saper smettere

Sapere quando farla finita è sempre una delle cose più difficili, per chi ha un minimo di successo. Ci vuole un gran coraggio a chiudere una carriera quando si sente di non avere più nulla da dire, solo i più grandi ci riescono. Dopo la morte di John Bonham i Led Zeppelin hanno capito che con un altro batterista la magia non avrebbe potuto ripetersi e comunque l’ispirazione era scemata. Michel Platini ha lasciato a 30 anni da miglior calciatore del mondo. I REM si sono sciolti nel 2011, dopo un disco di ottimo livello.
Ok Michel, non era Automatic for the People ma si difendeva bene!
D’altra parte c’è Ronaldo, che è diventato grasso e penoso, ci sono i Litfiba che sono tornati insieme dopo essersi accorti che da soli vendevano un decimo, ci sono i Manowar che ormai usano le stesse diciassette parole in tutte le canzoni e continuano a mettersi i mutandoni di peluche.
dimostrando comunque una certa eleganza
I REM (o gli AR-I-EM se vogliamo fare i fighi) sono sempre stati tra i miei gruppi pop preferiti. Anzi no, non sempre. Avevo 15 anni quando uscì Monster, ed io, che conoscevo forse solo Losing my Religion (e come poteva non piacermi?) me lo comprai. Beh, mi ritrovai in mano forse il disco peggiore dei REM… Fu un breve periodo di mediocrità, che proseguì con New Adventures in Hi-Fi e si concluse con il bello e sperimentale Up. Che mi comprai, di nuovo, spinto dalla bellezza dello strano singolo Lotus. Il loro album più famoso è probabilmente Out of Time, quello con Losing my Religion e Shiny Happy People, per intendersi. Il mio preferito però è Automatic for the People, un disco strano, lunare, probabilmente senza punti deboli, che contiene al suo interno Drive, Try not to Breathe, The Sidewinder Sleeps Tonite, Man on the Moon, Nightswimming e la mia preferita, Everybody Hurts.
I REM, dicevo, hanno lasciato. E l’hanno fatto con un disco, Collapse into Now, che suona proprio come un addio. Un disco comunque buono, non eccezionale, che si è avvalso di molti ospiti prestigiosi (Eddie Vedder, Patti Smith…) forse per mantenere alto l’interesse. Il precedente, Accelerate, era decisamente migliore, e probabilmente i REM stessi se ne sono accorti. L’ispirazione era in calando, il gruppo aveva detto tutto quello che doveva dire. Il successo continuava, i tour avevano grande successo, gli album, comunque, vendevano quasi come ai tempi d’oro. Sarebbe stato molto più semplice continuare, fare il compitino, i fans avrebbero continuato a comprare ogni album a prescindere dalla qualità. C’è voluto coraggio per dire basta. Ed io apprezzo il coraggio.
Anche io farò lo stesso, e dirò addio a questo blog ora, nel momento di maggior successo.
Naaaah, non è vero, sono solo cazzate.

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