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Battle of the Damned: zombie. robot e Dolph Lundgren!

Recensione originariamente pubblicata su Orgoglio Zombie
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Mentre i cosiddetti film d’essai molto spesso si costruiscono per sottrazione, per quelli di azione la regola è diversa: più roba c’è e meglio è! Così Christopher Hatton, che non è fratello di Oliver ma regista del dimenticabile Robotropolis, ha pensato bene di prendere più roba possibile ed infilarla dentro il suo Battle of the Damnes! Zombie del genere contaminati, robot malfunzionanti che spuntano dal nulla, una città asiatica chiusa un po’ alla fuga da New York, una donzella da salvare e Dolph Lundgren nella parte dell’eroe! Come dite, vi pare eccessivo?
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Non mi fate incazzare Dolph!
Battle of the Damned è puro b-movie d’azione al confine con la serie C. C’è una città asiatica senza nome (probabilmente perché le comparse costavano meno) in cui ha preso piede una terribile infezione simil-zombesca. Il governo, di comune accordo con la società che ha creato il virus (anzi, il BATTERIO!) ha deciso di mettere in quarantena la città con tutti quelli che vi erano rimasti dentro. Ma tra questi c’è Jude, figlia proprio del capoccia della società supercattivona. Cuore di papà quindi paga un godzillione di euro al Maggiore Max Gatling (Dolph) ed alla sua squadra di mercenari per salvarla e riportarla in città.
Mi chiederete: ma se in città sono morti tutti, come fanno a sapere che lei è ancora viva? Non rompete le palle, un papà queste cose se le sente.
Dolph va quindi in città con l’elicottero. E mi direte: ma non potevano sorvolare la città con gli elicotteri in cerca di sopravvissuti? Uffa quanto scocciate, ma non potete godervi il film?
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Film che tralaltro comincia alla grande, con Dolph che mena fendenti a destra e a manca col suo coltellone. La sua squadra è già dimezzata, poi un cinesone si sacrifica (non so quanto volontariamente) per agevolare la fuga agli altri, e il gruppo capisce che è finita, non ce la faranno. Anche perché ANCHE LA TIZIA FOSSE VIVA la città pare una mega-metropoli, dove cazzo vai a scovarla? Quindi si torna al punto di raccolta. Solo che un altro compagno viene morso da uno zombie e riesce a scappare prima che Dolph lo faccia fuori. Rimangono solo in due, arrivano all’elicottero (in digitale, perché la produzione non aveva i soldi per un elicottero vero) e Dolph dice che resterà in città da solo, lui ha una missione da compiere!
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Nella scena successiva vediamo Jude, che guarda un po’ era viva davvero! Sta razziando una farmacia e gli zombacci stanno per acciuffarla, quando… COLPO DI SCENA! Si ritrova davanti Dolph che la salva e la porta via su una super moto.
Evviva, ora si va via! No, perché Jude presenta Max/Dolph agli altri sopravvissuti: il suo fidanzato scienziato, un cinese cazzuto, una cinese che corre in maniera strana, una fica bionda inutile e il capo, un tizio che sembra Aldo Agroppi e che non lo prende in grossa simpatia.
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Senza fare troppi spoiler sul resto del film vi chiederete… ma i robot cosa c’entrano? Effettivamente, nulla di nulla. Solo che a un certo punto spuntano lì sostenendo di essere arrivati a piedi e di attendere ordini. E Dolph da loro ordini, finché alcuni non impazziscono.
Avevo letto recensioni pessime su Battle of the Damned, ma alla fine il film non è poi malissimo. Mi ricorda molto quegli action senza cervello anni 80, ed in effetti la scelta di Lundgren come protagonista è azzeccata, anche se il cinquantaseienne gonfissimo ormai fa un po’ fatica a correre ed a muoversi agilmente. Le sue scene di lotta serrata contro gli zombie paiono un po’ al rallentatore, ma ci si passa sopra. Come si passa sopra ai giganteschi buchi di trama ed agli effetti speciali che passano dal quasi sufficiente (gli zombie, l’elicottero) al penoso (il fuoco terribile nella scena finale).
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Buon film? No, per nulla, ma visto che non mi ha annoiato, che la regia è doverosamente frenetica (gli zombie sono di quelli che corrono!) che contiene sane dosi di autoironia e che la recitazione è stranamente decente come popcorn movie alla fine può andare!
Voto: * 1/2

2 thoughts on “Battle of the Damned: zombie. robot e Dolph Lundgren!”

  1. Mitico!
    Un trash movie in pieno stile anni ottanta, hai ragione!
    E Dolph spacca, nonostante qui mi abbia dato l'impressione di avere grandi difficoltà di deambulazione.

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