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Dylan Dog #334 – La paga dell’inferno

Dopo uno splendido #333 Dylan Dog torna in edicola con un episodio scritto da Giovanni di Gregorio e disegnato da Daniele Bigliardo. Ne “La paga dell’inferno” troviamo Dylan in ambulanza dopo avere avuto un infarto. I paramedici provano a risvegliarlo ma non c’è niente da fare, il cuore non riparte, accanto al letto d’ospedale Bloch e Groucho piangono la sua scomparsa, mentre Dylan si ritrova… all’inferno. Ma ancora una volta il biglietto non è di sola andata, visto che Dylan è stato chiamato all’inferno per essere assunto dai diavoli, che devono indagare su dei casi di omicidio a danno di dannati. Ma chi ha interesse ad uccidere un morto? Dylan porterà avanti l’indagine più o meno parallelamente nell’inferno e nel mondo dei vivi…
La prima cosa che colpisce nell’albo è… l’aumento di prezzo! Gli albi Bonelli sono infatti passati da 2,90€ a 3,20€ di prezzo di copertina. Aumento piccolo, ma che ha provocato rivolte nei social media. Francamente non capisco le polemiche, se secondo voi Dylan Dog e gli altri fumetti Bonelli sono troppo cari semplicemente non comprateli, ognuno fa le sue scelte e di questi tempi si trova pure il sistema di leggere fumetti gratis, anche se in maniera non proprio legale. Ma chiudiamo la parentesi e passiamo all’albo, che… beh, è nella media.
Di Gregorio si muove tra l’ironico ed il surreale, conosciamo ormai l’inferno di Dylan popolato da psicopompi con mappamondi al posto della testa, investigatori con lente d’ingrandimento, guardie con pistole e così via. Il tutto viene disegnato con inventiva dal bravo Bigliardo, al servizio di una trama un po’ commedia, un po’ splatter, un po’ giallo. I primi due elementi sono presenti in quantità soddisfacente… le battute di Groucho talvolta lasciano un po’ a desiderare, ma è difficile trovarne ogni volta di nuove. Groucho è un’arma a doppio taglio da usare con cautela, e tutto sommato qui rimane accettabile, anche se un filo sotto media. Gli omicidi sono molti e fantasiosi, e come da decalogo dello splatter sono dipinti contemporaneamente in maniera divertente e schifosa. Dove la trama lascia un po’ a desiderare è invece nella parte gialla… La storia, tutto sommato, è un mistery, e Agatha Christie imsegna che gli indizi per la risoluzione dovrebbero essere presenti a disposizione del lettore. Qui invece Di Gregorio si tiene tutto per sé, non leggiamo le schede dei serial killer, non ascoltiamo le parole della Trelkowski a Dylan e alla fine la risoluzione avviene così, dal nulla. Ci potevano essere sospetti, coincidenze, ma senza prove, e la cosa mi è rimasta un po’ indigesta. La lettura tutto sommato è scorrevole, ma innocua. Un volume nella media, tendente al basso. Vedremo se ci rifaremo il prossimo mese con Il Calvario, che ha una bella copertina… ma è scritto da Gualdoni. Uhm.
Voto: * 1/2

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