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Gesù Cristo ritorna in TV – seconda parte

Potete leggere la prima parte del racconto qui!

GESU’ CRISTO RITORNA IN TV

Scroscianti applausi accolsero la presentazione del vincitore del primo premio, Fjodor Vladimirovic, trentaduenne operaio di Mosca. Fjodor, elegantissimo in un completo di Armani disegnato dallo stilista per l’occasione, sorrise timidamente alla folla. Una squadra di truccatori aveva lavorato sodo per nascondere le cicatrici dell’acne, facendo davvero un ottimo lavoro. Fjodor non poteva definirsi ancora un adone, ma più+ di qualche ragazza tra il pubblico gli rivolse sguardi di ammirazione. Il giovane avanzò timoroso fino a fermarsi a pochi passi dal Figlio di Dio, che per la prima volta nella serata parlò. Anche senza microfono le sue parole giunsero chiare e comprensibili alle orecchie di tutti gli spettatori, come se si stesse esprimendo in tutto le lingue del mondo allo stesso tempo.
– Allora figliolo, a quanto pare tu sei la persona più fortunata della Terra. Hai l’opportunità di richiedermi tre miracoli. Qualsiasi cosa tu desideri io posso renderla realtà, per te o per chiunque altro. Allora, cosa chiederai al Figlio di Dio?
Il giovane si schiarì la voce, ma quando parlò lo fece con voce bassa, borbottando in maniera appena comprensibile.
– Ecco… io… è proprio indispensabiloe dire quello che desidero qui… davanti a tutti? Io… mi vergogno un po’…
– Mi spiace figliolo, questo era il regolamento. Non temere, chiedi pure ciò che vuoi senza esitare ed io lo renderò realtà. So che nel tuo cuore non alberga alcuna malvagità, o non avresti avuto il biglietto. Quindi non puoi avere nulla di cui vergognarti, i tuoi desideri sono puri agli occhi di Dio.
Fjodor deglutì e sembrò riflettere per un secondo. Aprì la bocca, poi la richiuse. Sospirò, prese coraggio ed infine parlò.
– Il primo miracolo che chiedo è… cambiare le regole del concorso. Voglio che gli altri due desideri non vengano resi pubblici e restino un segreto tra noi due.
Nello studio televisivo scese il silenzio, nessuno si aspettava una mossa del genere. Il pubblico rumoreggiò. Dal punto di vista dello show era un vero disastro.
– Figliolo, sei sicuro di quanto mi chiedi? Potresti desiderare cose molto più grandi ed importanti…
– Ne sono sicuro, mio Signore. E’ quello che desiderò. Questo è il primo miracolo che chiedo…
– Uff… – Gesù sospirò. – E va bene. Gli altri due miracoli resteranno un segreto tra noi. – Il pubblico protestò rumorosamente, ma il Figlio di Dio aveva parlato.
– Posso… sussurrarle all’orecchio gli altri due desideri?
– Certo.
Fjodor si avvicinò e sussurrò qualcosa all’orecchio del Cristo. Questi prima sgranò gli occhi, poi ridacchiò.
– Accidenti, questa non me l’aspettavo! Certo, si può fare! E il terzo miracolo? – Fjodor gli si avvicinò ancora all’orecchio, e questa volta il Figlio di Dio scoppiò proprio in una risata incontenibile. – E sia! Terzo miracolo esaudito! Grazie Fjodor, ore puoi andare.
Il giovane russo si allontanò a testa bassa, con un sorrisetto soddisfatto ed una nuova luce negli occhi, mentre il pubblico lo fischiava sonoramente. La sua scelta aveva rovinato la festa a tutti, ma lui non sembrava affatto avere rimpianti.
Oprah, un po’ imbarazzata, riprese la parola, mentre ancora il pubblico rumoreggiava e tutti a casa si chiedevano quali potevano essere i miracoli richiesti dal russo. Dopo quattro minuti di pubblicità ed una breve esibizione di Shakira Oprah introdusse la vincitrice del secondo premio. Due miracoli erano il premio che spettava a sorella Georgina Harris.
Quando si era saputo che la seconda estratta del concorso era una suora molti avevano storto il naso. Una suora! Le probabilità che ciò avvenisse erano davvero basse, qualcuno avrebbe gridato ai brogli. Ma il caso era il caso, la lotteria non avrebbe potuto essere falsata in alcun modo, Gesù ci teneva! I responsabili del network puntavano molto su Suor Georgina, che oltre ad essere una religiosa era di aspetto piacente. Il suo volto non dimostrava affatto i suoi 45 anni, il commento su di lei fu unanime: telegenica! Si fece in modo che il suo segmento andasse in onda nel momento di maggiore ascolto. Essendo una suora, si puntava di lei per i miracoli di maggiore impatto: la fine di tutte le guerre, la pace nel mondo, roba così. Quando fece il suo ingresso nella sala il pubblico le riservò un caloroso applauso, ed attese in rispettoso silenzio la sua scelta. Suor Georgina si inginocchiò davanti a Gesù e gli baciò la mano.
– Alzati sorella, non c’è bisogno di essere formali.
– Io… sono emozionata, santità.
– Non ce n’è bisogno, e chiamami fratello. Sono tuo fratello, Georgina.
Il pubblico applaudì, e la suora divenne paonazza per l’emozione. Gesù le prese la mano tra le sue con gesto studiato, e lei sembrò quasi svenire.
– Cosa succede? – le chiese sostenendola. – Stai male? Vuoi un bicchiere d’acqua?
– Si… si lo vorrei proprio, grazie.
– Ah-ah! Fregata! Ti sei giocata così il primo desiderio! – Gesù fece apparire un bicchiere d’acqua fresca tra le sue mani. Da paonazza la suora divenne bianca come un morto.
– No… no! Vi prego! Non era questo il desiderio, ne ho altri… molto… molto più importanti, utili per l’intera umanità. Miracoli che faranno la differenza!
– Mi spiace… – il volto del Cristo si fece grave – ma ormai il miracolo è fatto. Questa è vera acqua, in un vero bicchiere, apparso dal nulla. Vorresti che questa acqua scomparisse, vero?
– Si.. io… si…
– Puff! Non c’è più! Secondo miracolo! Avanti con il terzo vincitore!
L’orchestra suonò una musica di disfatta, Suor Georgina cominciò a piangere come una fontana. Gesù la guardò e cominciò a ridere.
– Maddai! Era uno scherzo! Forte, no? Quando ho detto a San Tommaso che l’avrei fatto lui non ci credeva, oh, devo sempre dargli dimostrazioni di tutto! – E le diede una pacca sulla spalla.
– Vuol dire che… ho ancora i miei desideri?
– Ma certo! Mi piace l’umorismo un po’ di cattivo gusto, tutto qui.
– Posso… posso davvero chiedere ciò che voglio?
– Purché non si infranga il libero arbitrio degli altri e il desiderio venga dal tuo cuore puro, si.
– Allora… Georgina si asciugò le lacrime. – Voglio che da oggi in poi nel mondo ci sia cibo sufficiente per tutti, che nessun bambino debba più morire di fame o di povertà.
Il pubblico si alzò in piedi e le tributò un sincero applauso (anche se va detto che sopra di lei lampeggiava il cartello “STANDING OVATION”), e anche Gesù sorrise.
– Ho fatto bene a concederti questi due desideri extra – le strizzò l’occhio. – Bene, hai già pensato al secondo miracolo?
– Io… ci ho pensato, ma vorrei chiedere un chiarimento, prima.
– Dimmi sorella.
– Ecco… avevo pensato di chiedere la fine di tutte le guerre, ma mi è stato detto che ciò infrangerebbe il libero arbitrio, è vero?
– Purtroppo si. Sono gli uomini a decidere se fare la guerra, anche se talvolta dicono di farlo nel nome di Dio.
– Allora… mi dispiace, ma la mia richiesta dovrà essere egoistica.
– Nessuna richiesta è egoista se a pronunciarla è un cuore buono, e tu hai già fatto tanto per il mondo con la prima. Sei libera di chiedere qualsiasi cosa tu voglia.
– La mia richiesta viene davvero dal cuore. Io, come molti altri religiosi in tutto il mondo, vivo una storia d’amore con un  uomo, ormai da molto tempo. Vivo nel peccato… così dice la Chiesa. La tua Chiesa. Ma come hai ricordato nel tuo discorso di ritorno il tuo insegnamento era “ama, e fai ciò che vuoi”, ed io credo che nessun amore meriti di essere nascosto, che nessun uomo o donna anche di Chiesa debba negare il proprio amore o viverlo come una vergogna. Quindi la mia richiesta è… annulla l’obbligo di celibato imposto dalla Chiesa. Sarebbe un vero, grande miracolo che riempirebbe il mondo d’amore,
Gesù sorrise. Le prese la mano, si alzò in piedi e la trasse a sé in un abbraccio.
– Ama chi vuoi – le disse.
Il pubblico si alzò in piedi per una nuova standing ovation, ancora più sincera e commossa, ed il network chiamò la pubblicità.
Dopo quattro minuti di spot, tre di televendita, due pezzi di Santana ed altri tre minuti di spot tutto era pronto per il terzo ed ultimo vincitore. Anzi, la terza, visto che si trattava ancora di una donna. Oprah la introdusse con parole pompose, sottolineando le sue umili origini in un paesino della Toscana, dove aveva vissuto fino a diventare vecchia, era sopravvissuta al marito ed ancora abitava da sola, nonostasse lamentasse forti dolori alle ossa che rendevano difficile la vita di ogni giorno.
– Signore e signori, la terza ed ultima vincitrice: Assuntina Sbragi!
La signora fece il proprio ingresso nello studio appoggiata al suo bastone. Un membro dello staff si fece avanti per aiutarla, ma lei l’allontanò bruscamente. Il pubblico rise, continuando nello stesso tempo ad applaudire.
Assuntina aveva indossato i vestiti buoni, quelli che usava la domenica per la Messa, e non aveva voluto rinunciarvi per quelli proposti dalla redazione. Aveva rifiutato anche il trucco, sostenendo di essere “troppo vecchia per queste cose”. Ora Assuntina era davanti a Gesù, ed al contrario dei primi due vincitori, che avevano abbassato la testa timorosi, lo guardava negli occhi sostenendo il suo sguardo.
– Lo sapevo – disse soddisfatta.
– Cosa? – Gesù le sorrise.
– Il mio nipote diceva sempre che anche se esistevi, non eri mica biondo. Eri nero, o al massimo mulatto come i marrocchini. Ma io lo sapevo che eri biondo come nei dipinti, anche se coi capelli corti secondo me saresti meglio, così sembri sciatto.
– In realtà… beh, si, ero scuro di pelle quando sono comparso sulla Terra la prima volta. Ma gli esperti del marketing hanno insistito perché mi presentassi così, come le icone mi hanno reso noto. E devo dire che la cosa non mi dispiace, sembro Thor! (RISATE DEL PUBBLICO!)
– Si, si. Comunque sei biondo. Mi fai sedere? Sono vecchia io.
– Anche io. Ho più di duemila anni. – Ma tra le risate Gesù lasciò comunque la sedia alla vecchietta, che si accomodò.
– Ecco, è buona educazione lasciare il posto agli anziani. Ai miei tempi non ci sarebbe stato neppure bisogno di chiedere… – lanciò a Gesù un’occhiataccia.
– Una signora che non si lascia intimidire! – Gesù fece un gesto al pubblico per incoraggiarlo all’applauso. I responsabili del network ridevano divertiti, anche se un po’ preoccupati per l’andazzo. E se la vecchietta avesse detto delle parolacce?
– Certo che non mi lascio intimidire. Io sono vecchia, sai, mi ricordo ancora la guerra, ho lavorato sin da bambina e ho allattato sei figlioli, ho tenuto sempre la casa pulita e la tavola apparecchiata. Io lo so come si mandano avanti le cose!
– Bene… immagino quindi che il desiderio da te richiesto sia rivolto ai figli o ai nipoti…
– …no, no, macchè! Io li ho messi in condizione di tirare avanti da soli e da solo devono continuare a farlo. Troppo facile trovare la pappa scodellata!
I traduttori trovarono qualche difficoltà a riportare la frase di Assuntina in tutte le lingue del mondo, ma pur con qualche difficoltà ed usando giri di parole riuscirono a farsi capire quasi da tutti.
– Allora vuole una serena vecchiaia? Una lunga vita? Magari la prosperità per la sua patria…
– Per carità! La mia patria è stata governata dai ladri per settant’anni, per non parlare di quelli prima che erano anche peggio. Anzi vorrei che patissero quanto ho patito io. Io che ormai ho vissuto anche troppo, da sola. Mio marito è morto da venti anni, lo sa?
– Vuole che lo riporti in vita?
. Non t’azzardare! Mio marito era una persona onesta, ma era noioso anche da giovane, figuriamoci quante ne direbbe ora che sono vent’anni che è morto.
– Allora cosa? La giovinezza?
– No, no, i giovani di oggi sono tutti debosciati. Non mi voglio confondere con loro. Voglio solo una cosa.
– Cosa? – L’attenzione e la curiosità di tutti erano ormai palpabili.
– Voglio fare quattro chiacchiere col tuo babbo – disse minacciosa.
– Come, quattro chiacchiere?
– Si, quattro chiacchiere. Gliene devo dire quattro.
– Ma…. signora, può dire a me. Dio è uno e trino.
– A me della trina non importa nulla, ormai non ho più gli occhi buoni. Voglio parlare con lui. La colpa è sua! E le colpe dei padri non ricadono sui figli.
– Come la colpa?
– La colpa, si! Ti sembra che abbia fatto un bel lavoro? – E allargò le braccia, come a dimostrare la sua tesi.
– Beh, il mondo è bello, è il suo capolavoro… – dal pubblico si levò qualche risatina.
– Bello un cavolo. Fa schifo! E’ sudicio, pieno di gentaglia, troppo afoso d’estate e troppo freddo d’inverno. Quando serve il sole, piove, quando serve la pioggia c’è la siccità. Ci sono i vulcani, i terremoti, i maremoti e le zanzare. Ti sembra bello? E io sto in un posto fortunato, figuriamoci chi vive in Burundi o in Bangladesh!
– Beh… hai i suoi pregi e i suoi difetti, suppongo, e ricorda che senza male non esisterebbe neanche il bene…
– Dio dovrebbe essere perfetto, e invece questo mondo non è perfetto per niente. Io invece sono ignorante e non avevo niente, ho fatto la terza elementare, eppure tutti i miei figlioli hanno studiato e non gli ho fatto mai mancare nulla. Come la mettiamo?
– Ehm… come?
– La mettiamo che gliene dico quattro. Mi ci puoi far parlare, o no?
– Se questo è il miracolo che chiede…
– E’ il miracolo che chiedo. Voglio dirne quattro al tuo babbo!
– Ok… concesso.
Il dialogo tra Dio ed Assuntina non ha avuto testimoni, e nessuno sa esattamente cosa si siano detti. Al suo ritorno a casa la signora ricevette la visita di migliaia di giornalisti da tutto il mondo, ma lei non volle rispondere a nessuna domanda. Disse solo “l’ho sgridato”. E la notte successiva, quando in cielo comparve improvvisa la scritta SCUSATE, guardò in alto per un attimo e quasi sorrise, mormorando.
– Era ora che qualcuno glielo dicesse.

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