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Knock knock

“…chi è?”
“Siamo due strafiche tutte bagnate, forse minorenni o forse no, comunque vogliamo scopare con te, ci apri?”
In fondo se lo chiedono per favore, dimostrando questa educazione fuori dal comune in un presente in cui signora mia, i giovani non hanno più rispetto per gli anziani, lasciarle fuori sarebbe un gesto di insensibilità infinita. Un brav’uomo, un integerrimo padre di famiglia, non può certo permettere che due ragazzine prendano la polmonite, no?
…l’ultimo film di Eli Roth, con protagonista Keanu Reeves, inizia proprio così. E se posso essere onesto… fa MOLTA più paura di quella cazzata di The Green Inferno.
Eli Roth è dopotutto un ragazzone simpatico e dal talento innegabile. Il suo film d’esordio, Cabin Fever, era un piccolo ed intelligente esempio di splatter moderno, a metà strada tra La Casa e David Lynch, e questo gli ha aperto la strada per Hostel e per il successo internazionale… ma già con Hostel (e ancor più successivamente con i sequel e soprattutto con i tanti film che Roth ha prodotto) si è capito quale fosse il principale pregio di Roth: la furbizia. La capacità di intercettare i gusti del pubblico di nicchia, con un’infinità di citazioni e momenti azzeccati che rendono qualsiasi suo film, anche quelli in cui una trama quasi non c’è, godibile dagli appassionati. Vogliamo il torture porn? Cosa c’è di meglio di Hostel? E buttiamoci dentro un cameo di Takashi Miike, il cui Audition è stato più che una semplice fonte d’ispirazione. L’amico Tarantino fa tornare di moda la serie Z italiana? Proviamoci con i cannibalici!Oggi è il turno degli home invasion movies.

Keanu Reeves è un più o meno quarantenne di successo, con tanto di bella casa, moglie anche fica e figlioli che non lasciano trombare i due in pace. Classico. Per lavoro è costretto a passare un fine settimana da solo, e in casa sua piombano appunto le due strafiche, Lorenza Izzo (che di Eli Roth è anche la nuova compagna – mica scemo lui) e Ana de Armas. Le due prima si spacciano per hostess, riescono infine a sedurre il mal(o ben?)capitato e… i casini sono appena iniziati.

Knock Knock è un film strano. In parte lo definirei molto riuscito, perché Keanu è stranamente bravo, le fiche sono fiche e soprattutto riescono perfettamente a passare nello spazio di un secondo da teneri angioletti ingenui a maestre della perversione a psicopatiche totali. Madonna che angoscia. Brave pure loro! L’atmosfera è straniante ed inquietante, e l’ho già detto che le fiche sono fiche? Sennò lo ripeto. E’ comunque un film strano perché… Eli Roth è un simpatico scemone ed ha un senso dell’umorismo un po’ così, che permea tutto il film con momenti bizzarri e comportamenti che vi faranno esclamare…

Angoscia a parte, devo dire comunque che mi sono parecchio divertito durante la visione, ma anche e soprattutto perché sono scemo pure io. Il finale poi è parecchio spiazzante, anche se preceduto da alcuni momenti che tutto sommato avrebbero potuto essere tagliati senza troppi problemi. Quindi consiglio il film a tutti coloro che sono scemi quasi quanto me ed Eli Roth. Ho detto.

Comunque avrei aperto la porta anche io. KEANU FOR PRESIDENT!

Voto: ***

7 thoughts on “Knock knock”

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