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The Blackcoat’s Daughter – freddo febbraio

The Blackcoat's Daughter Emma Roberts

Il 2016 è l’anno del diavolo. Per il riuscitissimo The Witch, certo, ma influenze del Maligno, più o meno esplicite, si possono riscontrare anche in The Invitation, The Veil, in alcuni momenti dell’episodico Holidays

The Blackcoat's Daughter

Si il nome del film nel frattempo è cambiato, ma questa locandina mi piaceva

The Blackcoat’s Daughter (che lo scorso anno ha girato un po’ per festival con il titolo precedente February) è l’esordio da regista di Osgood “Oz” Perkins, figlio di Anthony (ve lo ricordate Norman Bates, vero?) e Berry Berenson, attrice morta in uno degli aerei schiantatisi l’11 Settembre 2001 sul World Trade Center. Osgood ha avuto il suo battesimo al cinema giovanissimo, interpretando il giovane Norman Bates in Psycho 2 quando aveva 9 anni, da lì in poi ha avuto diverse minuscole particine qua e la, ma senza mai sfondare come attore. Visto che l’orrore ha sicuramente avuto una parte importante nella sua vita, perché non provarci come regista?

The Blackcoat’s Daughter è un film diviso in tre. In una scuola cattolica femminile nello stato di New York due alunne rimangono per motivi diversi nel complesso mentre tutte le loro compagne sono via per la pausa invernale. Rose (Lucy Boynton, attiva soprattutto in tv) è all’ultimo anno, ha imbrogliato i genitori dicendo loro di venire a prenderla qualche giorno dopo la chiusura reale della scuola, visto che teme di essere incinta e deve parlare col fidanzato segreto. Kat (Kiernan Shipka, la Sally Draper di Mad Men) invece dei genitori non ha notizie, non riesce a parlar loro al telefono, è pallida, preoccupata che sia successo qualcosa di grave, e il preside della scuola l’affida temporaneamente a Rose in attesa di sapere cosa sia successo. Con loro, nell’edificio, solo due inservienti silenziose sulle quali sembrano circolare strane voci…. Altrove, non troppo lontano, una ragazza (la lanciatissima Emma Roberts) esce (scappa?) da quello che sembra essere un ospedale psichiatrico, o un centro di recupero. Seduta al freddo su una panchina viene notata da un signore (James Remar… Ajax ne I Guerrieri della Notte, o anche il papà di Dexter!) che si offre di aiutarla e portarla con se e la moglie a destinazione. La situazione si fa ancora più inquietante quando capiamo che la coppia aveva una figlia, uccisa qualche anno prima, e che sono in viaggio per renderle omaggio nell’anniversario della sua morte…

The Blackcoat's Daughter Emma Roberts

Scordatevi jump scare e facili trucchetti (anche se in un paio di momenti, soprattutto con protagonista Kat, ci sono delle semplificazioni che si sarebbero potute evitare), qui siamo più dalle parti di The Witch o Babadook che da quelle di The Boy. Perkins lascia che la tensione salga naturalmente e che The Blackcoat’s Daughter diventi un film di attesa di qualcosa che percepiamo succederà. Non sappiamo cosa, non sappiamo quando. Il gioco inquieto funziona piuttosto bene, e l’esordio può dirsi sicuramente riuscito, anche se imperfetto.

Ad aiutare Perkins c’è un cast praticamente perfetto. Le tre ragazze sono bravissime, Kiernan Shipka in particolare dimostra tutto quello che di buono si diceva su di lei già nella serie che l’ha lasciata, porta nel suo volto e nel suo corpo tutti i segni di quell’irrequietezza adolescenziale che ci fanno capire fin da subito che qualcosa di profondamente sbagliato sta per succedere. Bravissima anche Emma Roberts, in una parte estremamente diversa da quella di Scream Queens, dimostra di saper rendere al meglio anche le parti più drammatiche. Anche la meno nota Lucy Boynton regge bene la parte, e un professionista come James Remar è perfetto come unico contraltare più anziano (e maschio), così come è bravissima Lauren Holly, nella parte della moglie non disposta ad accettare quanto succede.

The Blackcoat's Daughter Kiernan Shipka Lucy Boynton

L’ambientazione, inoltre, è realizzata benissimo. Il titolo originale February rendeva probabilmente l’idea del film meglio che il nuovo The Blackcoat’s Daughter, anche se puzzava un tantino di indie drama. Ma in fondo questo è un indie horror, che in se ha tanto di un film come Donnie Darko, ad esempio. Il freddo dello stato di New York è fotografato benissimo e palpabile, si percepisce anche quando al centro dell’inquadratura non c’è la neve nelle strade, è un freddo dell’anima che forse ha congelato anche le emozioni del personaggio di Emma Roberts.

Al film si possono anche muovere molte critiche, per alcune parti non necessarie che avrebbero potuto essere tagliate, per un attenzione forse persino eccessiva all’atmosfera, a scapito di qualche mancanza nella storia, per dei momenti in cui è palese la perdita di fuoco. Ma The Blackcoat’s Daughter è un film in cui il male è presente e si accontenta di rimanere in un angolo, a guidare senza rubarsi la scena. E’ un’ulteriore dimostrazione che l’indie horror è oggi la forma di narrazione più originale del cinema americano e non solo. Da vedere.

Voto: ***

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