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Che ne dice di una bella partita a scacchi? La recensione di WarGames!

WarGames

È il momento di tornare negli anni 80, lo so che siete contenti!

Cumbrugliume back to the 80's

1987, avevo otto anni. Avevo già un Atari 2600, ma non poteva certo bastare a soddisfare le mie voglie di precoce appassionato di computer, così mi feci regalare dai miei genitori un Commodore 64 fornito di una scatolina succulenta che non avrei mai imparato ad usare: l’adattatore telematico. Chissà perché. Forse perché avevo già visto almeno un paio di volte in tv WarGames, e anche io sognavo di scatenare una GUERRA TERMONUCLEARE GLOBALE!

WarGames poster

Al tempo avevo due film-mito sul mondo dei computer. Il primo era ovviamente questo, mentre il secondo era Giochi Stellari, che ricordo come un CAPOLAVORO ASSOLUTO e che proprio per questo motivo ho PAURISSIMA di rivedere. Ma prima o poi mi toccherà farlo, dico bene? Dei due, comunque, WarGames era il film serio. Nonostante il faccione sorridente di Broderick e quello della bella Ally Sheedy (amore a prima vista per lei!) il film di John Badham dava la sensazione di essere così verosimile. Ed in effetti non eravamo troppo distanti dalla realtà…

La storia è quella di David Lightman (Broderick), un giovane appassionato più di computer che di scuola, che cerca di far colpo sulla bella Jennifer mostrandole prima come riesce a cambiare i propri voti, e poi come può entrare nei computer di ogni parte dell’America. Solo che quello in cui riesce ad infiltrarsi non è dell’azienda informatica che cercava per provare i nuovi giochi in anteprima, ma del NORAD, ed il gioco rischia di scatenare una nuova guerra mondiale…

WarGames

“Ecco, ho appena vaporizzato il Madagascar!”

Ho scritto prima che non eravamo troppo distanti dalla realtà. Il personaggio di Lightgow è ispirato a un vero hacker, David Scott Lewis, che oggi è un quasi-sessantenne che lavora in Cina, ma allora era uno smanettone di quelli che si costruivano i pc da soli e testavano la vera tecnica del war-dialing mostrata nel film. Uno dei vanti di WarGames è infatti di mostrare tecniche reali o solo leggermente modificate, come anche quella che consente a David di telefonare gratis dalla cabina e che funzionava anche dalle nostre parti…

Una cosa invece che distanzia il film dalla realtà del periodo è la sala del NORAD. Questo perché… quella del film era molto più moderna! Il regista John Badham scelse di impiegare per la sua realizzazione circa il 10% del budget disponibile, oltre un milione di dollari. Supercomputer realistici, schermi giganteschi a colori, il sogno bagnato di ogni esperto di tecnologia. Il vero NORAD, invece, adottava ancora tecnologie degli anni 60, ed era a paragone arretratissimo. Anzi, si dice che uno degli effetti del film fu stimolare gli Stati Uniti a rinnovare il parco computer della difesa. Un effetto che invece è assolutamente confermato è che WarGames contribuì a far quintuplicare in un anno le vendite di modem in America. E il world wide web era ancora lontanissimo…

Wargames

“Questa versione testuale di YouPorn non mi convince, si può avere almeno in ASCII art?”

La scorsa settimana abbiamo parlato di come Richard Donner fosse on fire negli anni 80. Bene, prendiamo in esame alcune fasi salienti della carriera di John Badham…

1977: La Febbre del Sabato Sera
1983: Tuono Blu (da rivedere!!!)
1983: Wargames
1986: Corto Circuito
1990: Due nel Mirino

…insomma, non male, direi. Qui Badham mette in mostra tutto il proprio mestiere, dando probabilmente la miglior prova della sua carriera. Quello che stupisce maggiormente riguardando il film oggi è il ritmo sostenuto, che insieme all’assoluta mancanza di ingenuità troppo evidenti me l’ha reso godibile forse persino più della prima volta che l’ho visto!

WarGames John Wood

C’è da dire che Broderick era un protagonista perfetto per questo tipo di pellicole: credibile anche perché non troppo perfetto, era uno con cui era facilissimo identificarsi. Uno che si distingue dalla massa ma non uno sfigato, intelligente ma capace di conquistare la più bella, in difficoltà a scuola forse perché troppo intelligente e con la risposta pronta per conformarsi alla massa, ma mai presuntuoso o antipatico. Uno spasso!

Wargames Matthew Broderick

Tralaltro Broderick si rivelò anche perfettamente in parte. Il computer da lui usato nella sua cameretta del film, un IMSAI 8080 (modello realmente esistente, ovviamente), era programmato per eseguire le operazioni giuste qualsiasi tasto fosse stato premuto. A prova di idiota, insomma… peccato che il programmatore che preparò il tutto si dimenticò di allegare le istruzioni per farlo partire, e fu proprio Broderick a salvare la situazione riuscendo a trovare il modo. Non male per un quasi esordiente. Forse l’avranno aiutato i due cabinati di Galaga e Galaxian regalatigli dalla produzione per entrare in sintonia con il ruolo. Chissà se Michael J. Fox, che gli aveva fregato il posto in Casa Keaton, sarebbe riuscito a farcela!

Un altro aneddoto divertente sul film riguarda il nome del supercomputer del NORAD: il War Operation Plan Response, ovvero WOPR. Che suona un po’ come Whopper. Dove sta l’aneddoto? Il vero computer del NORAD in realtà si chiamava BURGR… i il Whopper è ovviamente il panino più famoso del Burger King!

Wargames

“Si, ma quando arrivano le patatine che avevo ordinato?”

Il film è un po’ semplicistico solo nella seconda parte, quando i due ragazzi riescono ad arrivare a casa del Prof. Falken, creatore del computer ritiratosi da ormai molto tempo a vita privata e direi reclusa. Alcuni momenti qui risultano un po’ didascalici, con i due ragazzetti che riescono a convincere lo scettico smaliziato che vale la pena di salvare il mondo, e due scene dopo corrono tutti a perdifiato sfondando i cancelli del NORAD, e se fossero arrivati due secondi dopo tutto sarebbe stato perduto. Ma ci si può passar sopra, un po’ perché John Wood è un ottimo professore che riesce a regalare motivazioni quasi realistiche al suo personaggio, un po’ perché… ci ricordiamo tutti il finale, no?

Wargames

Wargames era veramente avantissimo. Ci ha insegnato che con un modem si può entrare nei computer della scuola, che giocando a tris non vince nessuno, come telefonare gratis, è stato il primo film a parlare di firewall, uno dei primi a mostrare un computer che impara dai propri errori, e ci ha insegnato anche come usare una stampatrice…

Stampatrice?

Ok, probabilmente il doppiaggio italiano non era esattamente ferratissimo in maniera informatica, ma non importa. Alla fine il messaggio del film, in piena Guerra Fredda, riesce a passare. L’unica mossa vincente è non giocare. E vi dirò, funziona ancora! Non è un caso che WarGames sia stato uno dei film più programmati nei piccoli cineforum degli anni 80 ed oltre. Una piccola perla che ricordiamo tutti con affetto, e a ragione! Riguardatelo!

Voto: *****

9 thoughts on “Che ne dice di una bella partita a scacchi? La recensione di WarGames!”

  1. Il film l’ho visto da bambino al cinema parrocchiale del quartiere (quindi molto dopo la data di uscita italiana) e in sala incontrai altri compagni di classe. Furono loro che, in quella occasione, mi insegnarono il gestaccio con il dito medio da agitare in aria, cercando di intercettare la luce del riflettore per proiettarlo su grande schermo.
    Ecco, questo è quanto ricordo della mia prima visione del film 😀
    Ovviamente l’ho riscoperto in VHS…

  2. Se c’è un attore che negli anni ’80 e ’90 poteva scalzare Michael J.Fox era Broderick, e anche se non c’è riuscito rimane un grande, come i suoi film, tra cui questo davvero eccezionale 😉

    • Al tempo sembrava davvero lanciatissimo, poi la sua carriera si è fermata… probabilmente i ruoli più adatti a lui erano quelli da adolescente, ma è sempre stato un buon attore 🙂

  3. Seguirò il tuo consiglio, questo è uno di quei film che ho amato tantissimo da bambino, ma che non ho mai più rivisto in età adulta, l’altro era quella bomba di Giochi Stellari 😉 Dopo questo pezzo, insieme a Ladyhawke, non posso non fare un salto back to the ’80 😀 Cheers!

  4. Rivisto da poco, un film che rimane molto godibile ancora oggi, non è invecchiato male come altri prodotti, ancora interessanti le sue tematiche, alcune fatalmente attuali proprio in questi giorni.

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