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Dark – Strangerer Things

Dark Netflix

Ci sono i ragazzini che scompaiono e quelli che vanno in giro in bicicletta, ci sono i boschi e un piccolo paesino, c’i sono una grande struttura dove succedono cose strane e case isolate, e ci sono anche gli anni ’80! Cavolo, ma allora è vero che Dark è una spudorata copia di Stranger Things? La risposta è no: ormai millenni di show televisivi sulla cucina dovrebbero averci insegnato che con gli stessi ingredienti si può dar vita a un sacco di ricette diverse.

Dark Netflix

È il 1986 e siamo a Winden, piccolo paese in Germania alle porte della Foresta Nera che vive e muore grazie alla grande centrale nucleare costruita negli anni ’50, che da lavoro alla gran parte del paese. Le preoccupazioni post-Chernobyl sono ben presenti nella mente di tutti, ma a sconvolgere gli abitanti è più la scomparsa del tredicenne Mads Nielsen. La polizia brancola nel buio, al massimo arrivando a sospettare che possa essere implicato in qualche modo il fratello maggiore Ulrich. Ma la verità è lontanissima.

Trentatre anni dopo la centrale nucleare c’è ancora. A Giugno un padre di famiglia apparentemente senza problemi, Michael Kahnwald, si è impiccato a casa sua lasciando una lettera con l’istruzione di non aprirla prima del 4 Novembre alle 10.13. Prima che possa trovarla la sua famiglia, però, è la madre a portare via la busta e a conservarla gelosamente. Qualche mese dopo il figlio Jonas torna a scuola, dopo qualche mese in un istituto psichiatrico. Intanto Ulrich Nielsen è entrato in polizia ed ha costruito una sua famiglia, ma sta avendo una relazione extraconiugale proprio con la madre di Jonas. Due settimane prima un ragazzo, Erik, è scomparso senza lasciare traccia, ed alcuni suoi amici tra cui proprio Jonas e tre figli dei Nielsen decidono di andare verso le caverne dove lui teneva la sua scorta di erba. Un ruggito proveniente dal sottosuolo li mette in fuga. È il 4 Novembre e sono le 10.13. La madre di Michael apre la busta. Jonas ha un’allucinazione e vede suo padre con la faccia piena di sangue. Mikkel, il più giovane dei Nielsen, scompare.

Dark

Il giorno dopo viene ritrovato nei boschi il cadavere di un ragazzo della sua stessa età, ma che non è lui. Ha gli occhi e le orecchie completamente bruciati, e nessuno sembra riuscire a identificarlo. E il mistero è solo all’inizio…

Guardare Dark è affascinante e impegnativo. La similitudine con Stranger Things, dicevamo, si ferma alla scelta degli ingredienti e ad alcune furbizie del marketing, ma il tono e lo svolgimento della prima serie originale Netflix made in Germany sono completamente diversi. Fin dalla prima schermata, con una citazione di Albert Einstein, Dark mette in chiaro (ahahah, Dark in chiaro! L’avete capita? Ok.) che il tempo sarà al centro di tutto. Cicli temporali, rotelle di orologi, complessi paradossi… Trattati in maniera molto differente da quanto potessi immaginare all’inizio.

Se il riferimento di Stranger Things sono i classici anni ’80, qui siamo più dalle parti di Twin Peaks e Donnie Darko. Tutto è estremamente cupo, e direi anti-pop. Anche la scuola di Winden nel 1986 sembra confermare questa impressione, con artisti tipo Falco che conquistano un certo numero di fan, ma il look generale degli studenti sembra più improntato all’heavy metal che ascolta Ulrich o al punk. I moltissimi personaggi sembrano animati da un certo fatalismo di fondo che è anche il principale scoglio rispetto alla visione. È difficile empatizzare con loro quando vedono tutto così nero. La matassa della storia poi è complessa da dipanare, i rapporti tra i personaggi non sono sempre chiari e anche i loro volti tendono a volte a confondersi.

Dark

Ma quando lentamente i vari pezzi cominciano a formare un puzzle coerente, Dark affascina ed appassiona. Mi è piaciuta davvero molto, nonostante alcune caratteristiche che proprio non mi convincono, tanto che sono indeciso se inserire la serie ai primissimi posti della classifica di quest’anno o non inserirla affatto. Forse sono proprio gli scogli ad attrarmi, la sfida di una serialità non banale che costringe lo spettatore a mettersi alla prova, a pensare, a non rilassarsi troppo davanti alla tv. C’è assoluto bisogno anche di serie così, anti-pop. E allora provate anche voi a guardarla, senza fare l’errore di aspettarvi un altro Stranger Things. La seconda stagione promette di essere ancora più grande ed ambiziosa, e vedere un mondo così che si allarga è davvero bello.

Finora la serialità tedesca era per me perlopiù Il Commissario Rex o l’Ispettore Derrick, Dark è un bel passone in avanti. Chissà che anche in Italia dopo Don Matteo e Squadra Antimafia non riusciamo anche a produrre cosine di questo tipo.

Voto: ****

7 thoughts on “Dark – Strangerer Things”

  1. Hai l’incredibile facoltà di anticipare ogni mia riflessione. Ho finito di vedere Dark ieri sera e secondo me Stranger Things é a malapena il suo tappetino da bagno. L’hanno pompata come poche e secondo me non é nulla di che. Dark è una serie che non è stata strapubblicizzata ma è imperdibile. Io che mi drogo di film sui viaggi nel tempo non sono riuscito a staccare gli occhi dalla TV. Dark è un casino incredibile, ingarbugliato come pochi e lascia un sacco di Interrogativi aperti. Probabilmente è la migliore serie che io abbia visto negli ultimi 10 anni…

  2. Ti ho letto con un occhio solo, ne state parlando tutti bene, conto di vederla questa serie, magari sfrutto le vacanze di Natale per farlo 😉 Cheers!

  3. Vedrò durante le Feste. Già in programma. La tua rece mi intriga ancora di più.
    Mi piacerà vedere, appunto, come cambiano gli anni ’80 dagli Usa alla Germania 🙂

    Moz-

  4. Io di serie tedesca adoro “L’ultimo sbirro”, salvo purtroppo la deriva “americanista” degli ultimi episodi della quarta serie (infatti la quinta serie non l’ho mai vista).

    Questa serie ha tra gli spettatori più assidui il mio capo, che pur non essendo un appassionato di serie e di cose pop, me ne ha parlato benissimo.

    Ma l’idea di viaggi del tempo e paradossi temporali mi spaventa un po’ :D, non ci capisco mai niente.

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