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The Wrong Man to Hunt – 30 anni di Predator

Predator Schwarzenegger

Non so come la pensiate sulla caccia. C’è chi la considera un barbaro retaggio del passato da abolire e chi uno sport divertente che permette di passare molto tempo in mezzo alla natura, addirittura necessario per far fronte all’eccessiva proliferazione di alcune specie animali. Una delle critiche che spesso vengono mosse ai cacciatori è la classica “ve la prendete con animali indifesi, pensate se potessero anche loro rispondere al fuoco con un fucile!”. Ecco, questi sono gli animali indifesi di Predator…

Predator poster

Di solito, in una recensione, si parte con una descrizione delle trama, si parla degli attori, di come il film è stato girato, piano piano si cominciano ad inserire opinioni personali e alla fine si mette il giudizio. Ecco, consentitemi un’inversione e di dire subito come la penso: Predator è un film straordinario. Un classico. Anzi, è persino migliore di come lo ricordavo! L’amico Cassidy l’ha giustamente inserito nella sua raccolta dei Classidy, e in vista del trentennale della sua uscita nelle sale italiane non posso certo essere da meno. Quindi…

E anzi, ci sta pure l’inizio di un nuovo speciale che potrebbe farci compagnia per un tempo potenzialmente infinito…

Action Heroes

Dopo questa sequela di brutti banner, direi che possiamo partire con il film.

Siamo nello stato centroamericano di Val Verde. Non è un gran bel posto, vi basti sapere che i confini sono a forma di bomba a mano, e che Schwarzenegger ci ha già avuto a che fare un paio di anni prima in Commando. Ora, nella parte dell’ex Maggiore Alan “Dutch” Schaefer, viene chiamato dall’ex commilitone e ora agente CIA Carl Weathers per affiancarlo in una missione di salvataggio di un ministro finito in mano ai guerriglieri. Dutch non si fida molto, ma accetta. Si unisce alla squadra e parte per la giungla, dove scopre:

1- che la missione non è esattamente quella che pensava lui;

2- che qualcuno sta dando loro la caccia. Qualcuno di molto pericoloso e molto alieno, che abbiamo intravisto nella prima scena del film. Ma durava pochi secondi, ed eravamo ancora impegnati ad accomodarci sul divano, prendere i popcorn, dire qualcosa alla moglie che si sta lamentando dell’ennesimo film di merda che la stiamo costringendo a guardare… insomma, non ce ne siamo neanche accorti!

Voglio dire… questo è un normale film di guerra, no? Con il gruppo di veterani spaccaculo nella giungla! Gente con talmente tanto pelo sullo stomaco da scoraggiare qualsiasi estetista, tipini come Bill Duke (con il suo rasoio sempre a portata di mano), come Jesse “The Body Ventura”, che si esprime per frasi talmente mache da lasciarsi dietro una scia di testosterone come le comete, come Sonny Landham, a cui la produzione aveva assegnato una guardia del corpo fissa che lo pedinasse costantemente… non per proteggere lui, ma per proteggere gli altri dalla sua nota irascibilità che lo portava spesso a cominciare risse, distruggere bar e cosette del genere. Landham aveva cominciato la carriera come attore porno, poi nel 1979 Walter Hill lo volle nel CULTISSIMO I Guerrieri della Notte e da allora cominciò per lui una seconda carriera come attore in innumerevoli film d’azione. Una storia divertente: Landham annunciò nel 2002 la sua candidatura a governatore del Kentucky, ma poi nel 2003 rinunciò perché non riuscì a trovare abbastanza fondi per la campagna elettorale. Se fosse stato eletto sarebbe stato il terzo governatore all’interno del cast, dopo Jesse Ventura (dal 1999 al 2003 Governatore del Minnesota) e contemporaneamente ad Arnold Schwarzenegger (in California dal 2003 al 2011). Scherzando Carl Weathers disse che si sarebbe candidato anche lui, scrivendo nel suo curriculum “sono l’attore nero che ha fatto Predator”.

Predator

Contro chi far combattere uno squadrone di duri del genere? Probabilmente contro qualche supercattivone russo, o dei comunisti sudamericani, di quelli talmente cattivi che fanno combattere anche le donne, o…

Predator

Plot twist!

Oh, ok. Ecco il cacciatore.

Il regista John McTiernan (sempre sia lodato) era allora giovanissimo ed al secondo film. Il primo, Nomads, non era neanche stato un gran successo di pubblico o di critica, ma era stato notato da Schwarzy che ha sempre avuto l’occhio lungo ed ha detto “voglio lui”. Negli anni 80, si sa, dire di no a Schwarzy era impossibile, così McTiernan passò da uno strano horror scritto da lui e diretto con due soldi a un film ad alto budget con la stella del momento. È proprio vero che l’America è la “land of opportunities”!

La storia del film venne scritta da Jim e John Thomas, anche loro praticamente esordienti. A dire il vero la produzione non era convinta al 100%, tanto che avrebbe voluto che venisse riscritta dal giovane Shane Black. Shane però era molto impegnato… così gli proposero di partecipare come attore, senza troppe scene, così che sul set avrebbe avuto modo di collaborare a una riscrittura dell’ultimo minuto. Shane non è un nanetto, ma fa un po’ strano vederlo accanto a mostri sacri del cinema di genere. Comunque, almeno ufficialmente pare non abbia avuto tempo di scrivere nulla, e sul set più che altro cercò di documentarsi per eventuali futuri progetti con Arnold.

Predator Shane Black

Un uomo felice con i suoi fumetti

La cosa più impressionante di Predator è il modo in cui un regista poco più che esordiente è riuscito a gestire un set così complesso come la giungla messicana ValVerdiana, un cast così ricco, la commistione di generi, riuscendo a creare un classico stracolmo di momenti e frasi iconiche. Vogliamo ricordarne qualcuno?

L’incontro tra Schwarzenegger e Carl Weathers, vero trionfo di amicizia e machitudine militaresca.  C’è un filo di omoerotismo, c’è una sfida a chi ha le braccia più grosse e le vene più stereodate, c’è quel sorrisetto guascone di Arnie che sa che è tutto un gioco. L’inquadratura finale è quasi uno stereotipo degli anni 80, ma quella che la precede dimostra una consapevolezza già matura, una perfetta conoscenza degli strumenti e una capacità di piegarli ai propri scopi, anche con una certa (non sempre celata) autoironia.

La scena in cui il gruppo decide di scaricare addosso al Predator tutto quello che ha a disposizione. È il momento in cui si ha la consapevolezza decisiva che coloro che prima sembravano i soldati perfetti, in grado di portare a termine le missioni più impossibili, hanno trovato qualcuno che non solo è al loro livello, ma anzi lo supera, ed è in grado di giocare con loro come il gatto col topo. Anche la reazione diversa dei protagonisti è rappresentata alla perfezione: Arnold è freddo e sembra già pensare alla prossima mossa, Duke è sconvolto e ha lasciato che la tensione prendesse il sopravvento, Landham è serio ma sembra che più che la calma sia più una sorta di fatalismo a regolare la sua risposta.

Il machismo anni 80 gettato addosso allo spettatore A PALATE!

Una delle citazioni che hanno fatto entrare Schwarzenegger nel mito, e a cui purtroppo la versione in italiano non rende giustizia.

Predator Schwarzenegger

E quello che è il vero inizio dell’uno contro uno conclusivo. Il momento in cui le forze in gioco tornano finalmente (quasi) pari e Predator diventa una sfida tra alieni. Perché non mi vorrete mica dire che lo Schwarzenegger di quel periodo era un essere umano, vero?

Vorrei mostrarvi anche le immagini della prima apparizione del Predator, che fino a quel momento più che altro si intuisce, con intelligenti prospettive che suggeriscono allo spettatore che la sfida sarà davvero dura da affrontare.

Lo scontro finale diventa un gioco di strategia sublime, che McTiernan filma alla perfezione. Due cacciatori che non si vedono ma si annusano, che in qualche modo riconoscono il valore reciproco dell’altro. Una forma di rispetto istintivo, che non ha bisogno di parole o convenzioni. Che da vita a una lotta tra le più memorabili della storia del cinema. Azione, avventura, orrore, personaggi carismatici, una pioggia di citazioni imperdibili, grande regia, una sceneggiatura neanche così scema… cosa si poteva chiedere di più a un film d’azione degli anni 80?

Predator Van Damme

Come sarebbe a dire “Van Damme vs. Schwarzenegger”?

In effetti è storia nota: il campione mondiale di spaccate belga avrebbe dovuto vestire l’ingombrante costume del Predator, nelle intenzioni del regista. McTiernan avrebbe voluto un Predator agilissimo, scattante, capace d muoversi come un fulmine tra gli alberi della giungla. Poteva ingaggiare Cesare del Pianeta delle Scimmie… ma no, ha pensato a un Van Damme non ancora grosso nome del cinema action. Senza Esclusione di Colpi doveva ancora arrivare, ed il effetti il nostro Jean-Claude aveva già firmato il contratto. Così affrontò l’avventura nella giungla messicana con un certo disinteresse… e venne licenziato per lo scarso impegno mostrato. Chi lo sostituì? Ricordate Bigfoot, vero?

Kevin Peter Hall Predator

Stupid sexy Predator

Kevin Peter Hall era un ragazzone di 2,20m, sempre sorridente. La sua vita non fu fortunatissima, ma la sua stazza donò alla creatura la presenza imponente che l’ha resa iconica. Tornò dentro il costume del Predator anche nel suo seguito, nel 1990, un anno prima di morire di AIDS dopo una trasfusione di sangue infetto. Senza di lui, Predator forse non sarebbe stato così perfetto. Nonostante Van Damme…

30 anni, ma non li dimostra.

Voto: *****

P.S. Oltre al già citato articolo di Cassidy anche Lucius Etruscus rende omaggio ai 30 anni di Predator, con una splendida carrellata di articoli italiani del tempo dell’uscita nel suo blog 30 Anni di Alien, che contiene anche molti altri articoli e curiosità imperdibili per i fan di Predator!

5 thoughts on “The Wrong Man to Hunt – 30 anni di Predator”

  1. Ho l’impressione che con il tuo ciclo action mi divertirò parecchio oh oh oh (i have a machine gun cit.), bellissimo post per un capolavoro, ti ringrazio per la citazione, un po’ invidio chi il 12 agosto del 1987 andò al cinema a godersi questa bomba 😉 Cheers!

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