La scelta di Gaggio Montano, paesone di poco più di quattromila abitanti sull’Appennino bolognese, come ambientazione per il racconto “Un Grande passo per l’umanità”, non è stata fatta a caso.
Tra il 28 Settembre e il 4 Ottobre 1944 le truppe delle 16ª divisione di granatieri corazzati delle SS rastrellarono e uccisero più di sessanta persone come ritorsione per un attacco dei partigiani di Giustizia e Libertà.
Vennero rastrellati partigiani e civili, uomini e donne, vecchi, adulti e bambini, alcuni dei quali (probabilmente sfollati da paesi vicini) non sono mai stati identificati. Alcune famiglie sono state cancellate dalla storia per sempre, in quei tragici giorni.

Le vittime riconosciute sono: Mia Gina Antonelli, Vincenzo Armelunghi, Fernanda Bartoloni, Angiolina Bettucchi, Abbondanzia Borruto, Luigi Brasa, Primo Cioni, Rita Farneti, Silvana Farneti, Maria Rosa Guccini, Augusto Iattoni, Renzo Iattoni, Letizia Lancellotti, Giuseppe Lodi detto Pino, Pietro Lodi, Vincenzo Lodi, Emilia Lorenzelli, Aurora Lucchi, Alfredo Malossi, Viterbo Manni, Vito Mattarozzi, Clarice Morsiani, Ottorino Padulosi, Adele Palmonari, Alberto Palmonari, Anna Palmonari, Clementina Palmonari, Federico Palmonari, Gina Palmonari, Giovannina Palmonari, Iris Palmonari, Luigi Palmonari, Maria Luisa Palmonari, Michele Palmonari, Santina Palmonari, Sergio Palmonari, Gaetana Passini, Amedea Poli, Mauro Preci, Bruno Tanari, Angela Torri, Ettore Velli, Ines Velli, Sergio Velli, Sigiberto Velli, Sigifredo Velli, Angelo Vitali, Antonino Vitali, Adelfo Zaccanti, Attilio Zaccanti, Dora Zaccanti, Gina Zaccanti, Giovanni Zaccanti e Maria Zaccanti. Nell’elenco ufficiale dei caduti dell’eccidio figurano anche i nomi di Jacques Lapeyrie, Rossano Marchioni e Lino Tomasi, tre partigiani caduti nei giorni precedenti.
Dopo la Liberazione, le salme sono state recuperate e in loro memoria è stata eretta una lapide al Parco delle Rimembranze di Gaggio. Nessun colpevole è stato mai condannato per questo eccidio.

Ho cercato di usare la massima sensibilità possibile, nel mio racconto, per non mancare di rispetto a tutte quelle persone che hanno perso la vita a causa della barbarie nazifascista. A loro, e tutte le altre vittime delle stragi simili che si sono perpetrate in quei mesi, va la mia dedica. Sono consapevole che “sporcare” la memoria della Resistenza con un racconto con elementi fantastici potrà non essere visto di buon occhio da qualcuno, ma credo sinceramente che il ricordo possa essere perpetrato anche così, spero nel mio piccolissimo di essere riuscito a incuriosire qualcuno che possa poi andare a informarsi su cosa davvero è successo.

Racconterò (e racconteremo) ancora altre storie di Resistenza, nelle prossime uscite di Europa Nera. Il secondo volume è in arrivo, per il momento potete trovare il primo (solo in formato ebook) su Amazon.
Maggiori informazioni sull’Eccidio di Ronchidoso sul sito Storia e Memoria di Bologna.