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The Ministry for the future

Se seguite qualcuna delle mie pagine social probabilmente avrete già letto dei miei commenti su questo romanzo. Ma repetita iuvant, soprattutto se si tratta di un’opera così importante come questa.

The Ministry for the future è l’ultimo romanzo di Kim Stanley Robinson, pluri premiato autore di fantascienza già vincitore del Robert A. Heinlein Award e dell’Arthur C. Clarke Award. Parla… del nostro futuro prossimo. Del riscaldamento globale che mette a repentaglio la nostra esistenza e di cosa potremmo fare per sconfiggerlo. Ha due principali protagonisti: Mary Murphy, ex ministro degli esteri irlandese ora a capo della organizzazione internazionale che cerca di contrastare il cambiamento climatico, e Frank May, un volontario americano traumatizzato da un’ondata di calore estremo che colpisce l’India mentre lui si trova nel paese e uccide decine di migliaia di persone.

Robinson non scrive un romanzo tradizionale, mette insieme 106 capitoli, a volte solo singoli frammenti con punto di vista diverso, a volte narrazioni in prima persone e altre immaginarie riflessioni su (e di!) alcuni aspetti della nostra società. Il libro è molto lungo, non sempre semplice da seguire (per adesso è uscito solo in inglese), molto tecnico e va contro a molte di quelle che sono le “buone norme” dello scrivere fantascienza e non solo.

Ma chissenefrega delle regole, giusto?

The Ministry for the future è un romanzo che mi ha entusiasmato perché è riuscito in una impresa apparentemente quasi impossibile: al suo interno ci sono devastanti crisi economiche, catastrofi climatiche che uccidono milioni di persone, vere e proprie rivoluzioni, un’ondata di terrorismo che colpisce in tutto il mondo, c’è una quantità infinita di dolore e la consapevolezza del privilegio del mondo ricco e occidentale nel quale viviamo, leggiamo, scriviamo.

Ma nonostante questo è un romanzo che mi ha regalato una quantità di ottimismo insperata. Perché in sostanza il tema di The Ministry for the Future è che il mondo non solo può essere cambiato. Ma DEVE essere cambiato. E cambierà.

Robinson prende le mosse da una famosa dichiarazione di Fredric Jameson, che ha dichiarato “è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo”, e da qui parte per un viaggio fatto di grandi rivoluzioni, insperati salti in avanti ma soprattutto di migliaia di piccole e piccolissime cose. Che sono fantascienza, ma che sono già qui.

Sono andato spesso a cercare su Google le varie “buone pratiche” delle quali Robinson parla nel suo romanzo: dalle esperienze di agricoltura integrata alla cattura della CO2, dal rinsaldamento dei ghiacci artici alla tecnologia carbon neutral o meglio ancora carbon positive. Ed è tutto già qui. Abbiamo già un sacco di esempi che funzionano, ora dobbiamo “solo” aprire gli occhi e metterli insieme.

The Ministry for the Future racconta una strada possibile. Lo fa con personaggi immaginari e raccontando il domani, ma parlando all’oggi.

La fantascienza è straordinaria.

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