
Pezzi di Vetro è la storia di Anna, una donna sulla trentina che non sa più se può chiamarsi donna, o ragazza. È bella, ma non è appariscente come l’amica Elena. È ambiziosa, ma non se la sente di calpestare gli altri lungo la strada verso il successo come qualche collega di lavoro. Si è trasferita in città dal paese in cui è nata perché voleva diventare qualcuno, ma ora non sa neanche più lei chi è Anna. La sua vita amorosa è inconcludente, la famiglia è sempre più distante, le amicizie sono sfuggevoli, ognuna sembra prendere la propria strada lasciandola indietro. E al lavoro le cose forse vanno ancora peggio. Ha un buono stipendio, sì, riesce a permettersi un appartamento in affitto in un palazzo grigio a due passi dal centro, ma non ha nessun rapporto neppure coi vicini. Sempre più di frequente ha cominciato a sentirsi solo un numero. Una figura senza volto dietro un computer, a digitare tasti e a inserire dati e cifre che neppure lei comprende, che intorno a lei nessuno sembra comprendere. Anna ha bisogno di un cambiamento, di una spinta che possa svegliarla, di un qualsiasi appiglio per ricominciare a sollevarsi e a rimettere la testa in alto. E un venerdì mattina decide che è la sua mattina. Il giorno in cui ognuno dovrà notarla, l’inizio di una nuova vita. Si veste bene, si trucca con cura, indossa le sue scarpe più alte, quelle che secondo l’amica Elena dovrebbero farla sentire una tigre. E prima di arrivare al lavoro le si rompe una calza. È un dettaglio minuscolo, insignificante, ma è il segno di una giornata storta, che comincia male e prosegue peggio. Si può cominciare anche così un percorso di cambiamento e di rivalsa, ma sarà folle, inaspettato e grottesco. Il conto alla rovescia comincia così.