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Kill Switch – ci guardiamo un videogioco?

Kill Switch

Belli i videogiochi sparatutto in prima persona! Persino io, che non gioco a un videogame dallo scorso millennio, me ne ricordo qualcuno. C’era il vecchio Wolfenstein 3D, c’erano Doom e Quake, Heretic, Marathon, Unreal, Half Life… e poi c’era il mio preferito: Duke Nukem 3D. Era il mio preferito perché c’erano le spogliarelliste, si poteva fare pipì nei cessi e il protagonista diceva un sacco di cazzate citando L’Armata delle Tenebre e cantava Born to be Wild al karaoke. Insomma, uno spasso! Con lo stesso motore grafico fecero anche un giochino simpatico con protagonisti dei redneck che dovevano recuperare il loro maiale da esposizione rubato dagli alieni. Erano bei tempi, mi divertivo con le peggiori cazzate… ora invece devo ricorrere a cose più sofisticate tipo i film con gli squali. Mannaggia.

Ma non divaghiamo. Perché questa introduzione? Ma ovviamente perché Kill Switch è uno sparatutto in prima persona! La visuale dello spettatore è anche quella del protagonista, che affronta i nemici, evita i loro colpi, spara per abbatterli e cerca di capire cosa sta succedendo. Invece del joypad possiamo tenere in mano il telecomando, ma vi avverto che non influenzerete le azioni sullo schermo, a meno che non cambiate canale. Originale? Sì, a meno che non vi ricordiate di Hardcore Henry o di horror tipo Pandemic.

Kill Switch

Nonostante la locandina uguale giuro che non c’entra nulla con Upside Down!

L’idea è dell’esordiente Tim Smit, che si firma tutto attaccato per qualche vezzo indie che non starò ad assecondare. La storia a dire il vero non è sua, ma di tali Charlie Kindinger e Omid Nooshin. Il primo è un esordiente assoluto, il secondo ha scritto e diretto Last Passenger, un action (passato inosservato) per cui Tim Smit ha curato gli effetti speciali. Però la sensazione è che proprio questo sia un progetto cullato dal regista per anni, uno di quelli dei quali ti sogni le scene e modifichi i dettagli fino allo sfinimento. Chissà se è davvero così!

Kill Switch

Un volto che ispira fiducia

La storia è quella di Will Porter, un astronauta della NASA e fisico reclutato da una multinazionale, la Alterplex, che promette di rivoluzionare la politica energetica sfruttando una nuova tecnologia che dovrebbe essere illimitata, praticamente gratuita, sicura. Già, certo. In pratica creano una sorta di universo-specchio dal quale risucchiare energia, solo che anche in questo universo specchio esiste la multinazionale e si creano delle anomalie, dei campi gravitazionali impazziti, un gran casino. Will viene spedito in questo universo parallelo per sistemare le cose. O almeno così gli viene detto. Bravo Will, vatti a fidare delle multinazionali.

Will Porter è interpretato da Dan Stevens, che ricorderete come il protagonista di Legion. Attore non male, soprattutto quando non viene ripreso in prima persona. Già, perché Smit sceglie di spezzare la narrazione inserendo dei flashback narrati in maniera normale. Anche se interrompono qualche momento che avrebbe meritato un montaggio più concitato, contribuiscono ad arricchire un po’ il background della storia e a farci capire perché succede quello che succede. Insieme a Stevens ci sono la bella gnocca Bérénice Marlohe (già anti Bond Girl in Skyfall) e qualche altro attore semisconosciuto, soprattutto belga (Kill Switch è una coproduzione).

Lo sforzo, insomma, c’è tutto. Visivamente è più che discreto, il budget è sfruttato bene, si vede che Tim Smit sa fare il suo lavoro da tecnico di effetti speciali e anche come regista ha tirato fuori delle scene discrete. Qualche momento dove l’azione è più concitata è un po’ confuso, ma in generale i momenti spara-spara sono gestiti bene e Kill Switch scorre in maniera divertente. Ora siete pronti per il difetto?

Kill Switch

Giocabilità pess… ah no non è un videogioco, giusto.

Il problema è che la trama è completamente scema. Non perché serva chissà quale sospensione dell’incredulità per immaginare una situazione così o perché non ci siano abbastanza spiegazioni, no, è scema perché il protagonista è un mezzo idiota che sembra non rendersi conto di niente, mentre uno si immaginerebbe un genio conteso tra NASA e aeronautica come un mezzo cervellone, no? E invece si fa sfruttare come un cretino senza accorgersi di chi è dalla parte dei buoni e chi dei cattivi. Come siamo messi nel mondo se l’unica speranza di salvezza sono i tipi come lui?

Kill Switch

È inutile che ti incazzi, recensore non porta pena

Potrebbero esserci anche altri difetti, tipo che i cattivi hanno sempre una mira di merda e un paio di tiratori meno strabici avrebbero fatto fuori il buon Will Porter dopo cinque minuti, ma il film sarebbe finito troppo presto e insomma, ormai è una caratteristica di tutti i film di fantascienza dagli anni 50 a oggi, quindi prendiamola come una citazione e ok! Se lo fa George Lucas lo può fare anche Tim Smit. Forse. Se amate i video di gameplay su youtube questo è un FPS di fantascienza carino, se cercate un film insomma, c’è di meglio, però non vi annoierete, ve lo prometto! Per il secondo film consiglio al regista di assumere qualche sceneggiatore più bravo.

Voto: **

One thought on “Kill Switch – ci guardiamo un videogioco?”

  1. Nella mia lista di cose da vedere da un pezzo, ma sto continuando a dare priorità ad altro, la tua recensione ha confermato il mio “Senso di Cassidy”, però ho ancora voglia di vederlo, sarà perchè ho passato tante ore a giocare a “Duke Nukem 3D”? Cheers!

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