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Dov’è Mario? – Corrado Guzzanti Show

Avevo qualche timore nell’approcciarmi a Dov’è Mario?. Ho sempre pensato a Corrado Guzzanti come al comico di maggior talento espresso dall’Italia negli ultimi trent’anni, forse l’unico capace di fare vera satira, influire anche nel costume con alcuni dei suoi personaggi, unire le forme più nobili di comicità a quelle più popolari. Avevo qualche timore perché finora Guzzanti ha sempre usato la forma dello sketch anche quando è stato protagonista di miniserie in qualche modo a tema (Il Caso Scafroglia) o addirittura di film (Fascisti su Marte), e perché con l’eccezione di Aniene sono quasi quindici anni che Guzzanti è assente dalla tv.

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Timore e speranze, quindi. Il volte bifronte di Corrado nel materiale promozionale di Dov’è Mario? mi faceva pensare al suo solito trasformismo, il nome della serie mi ricordava il deludente (lo posso dire, si?) Mario di Maccio Capatonda… insomma, ero curioso e un po’ preoccupato.

Dov’è Mario? è la storia di Mario Bambea, intellettuale di sinistra radical chic, ex protagonista della stagione dei girotondi ora un po’ scomparso dalle scene televisive e politiche italiane, che ha un incidente d’auto e quando si risveglia trova la propria personalità sdoppiata… ogni volta che si addormenta si trasforma in un uomo greve, razzista, che cerca il successo attraverso una comicità di grana grossa e ruba il nome a un altro comico (Fabrizio Capoccetti) per esibirsi al piccolo e popolare Teatro Odeon. E’ evidente che nelle intenzioni di Guzzanti (che l’ha ideate e scritta, mentre la regia è di Edoardo Gabbriellini) Dov’è Mario sia una riflessione sulla comicità italiana ma ancor più sullo status della sinistra italiana che sembra smarrita, il pericolo era che tale riflessione si rivelasse didascalica o peggio banale. Ma non è stato così.

Dov'è Mario

Dov’è Mario? è una serie che in qualche modo regge anche a prescindere dal suo incontestato mattatore. In primis perché il cast funziona: Rosanna Gentili è ottima nel ruolo della moglie, Nicola Rignanese splendidamente repulsivo come impresario del teatro Odeon, Emanuela Fanelli è la sua assistente coattissima che insieme a Guzzanti da vita ad alcune delle gag migliori basate sul linguaggio, e soprattutto la badante/poetessa rumena Evelina Meghnagi ruba la scena ogni volta che appare sullo schermo. Poi funziona la storia, funziona la regia, funziona tutto perché Corrado Guzzanti è capace di tenere sempre a freno la sua indole da protagonista, anche quando la parte sembrerebbe chiedergli di esagerare.

Dov’è Mario? funziona perché Corrado Guzzanti è credibile sia quando fa Mario Bambea che quando fa Fabrizio Capoccetti. L’intellettuale e radical chic ci dimostra quando la sinistra sulla quale anche io avevo riposto le mie speranze sia ormai solo capace di guardarsi l’ombelico, parlarsi addosso senza ascoltarsi, sia incapace di calarsi realmente nella realtà dentro quale viviamo. Bambea affronta questo suo ruolo in maniera quasi inconsapevole, sembra travolto dagli eventi e assolutamente non in grado di rendersi conto di quanto succede intorno a lui, sia nella vita privata (la moglie che lo tradisce) che in quella pubblica/politica. E’ una sinistra che esiste solo nei salotti televisivi, in quelli mondani e nelle stanze degli psicologi. L’unico barlume di consapevolezza Bambea ce l’ha nel suo inconscio, solo la parte più nascosta di sé sa che ormai lui non ha più ruolo nella società, e sarebbe contenta di rinchiudersi nel suo guscio mentale a scrivere libri solo per se stesso.

Dov'è Mario

Fabrizio Capoccetti è terribile perché pur vitale, pronto a tutto, in qualche modo più vero della parte vera di se stesso, è la dimostrazione che non sarà neppure la nuova comicità a poter salvare la situazione. Per il successo Capoccetti è disposto a fare praticamente qualsiasi cosa, ma la realtà in cui si trova si dimostra ancora più allucinante di quella che credeva, e Capoccetti da predatore si ritrova ad essere quasi preda, vittima di un gioco più grande e spietato di lui. E quando comincerà a riflettere sul senso della propria comicità l’analisi sembra farsi ancor più terribile…

Al di la di tutte queste riflessioni, comunque, Dov’è Mario? è soprattutto una miniserie divertente. Divertente davvero, e impreziosita da cameo molto intelligenti (esilarante quello di Walter Veltroni). La serialità italiana ha cominciato a sgomitare per trovare il proprio spazio da adulta con serie come Gomorra, Romanzo Criminale, 1992, ora la speranza è che anche la commedia possa risollevarsi e dar vita a cose interessanti e non banali come questa. Qualche anno fa Boris aveva provato a dettare la strada ma nessuno l’aveva seguito. Guzzanti aveva una piccola parte in Boris e Mattia Torre, uno degli sceneggiatori della serie, è anche co-autore di Dov’è Mario. Speriamo si possa ripartire ancora una volta da loro 🙂

Voto: ****

One thought on “Dov’è Mario? – Corrado Guzzanti Show”

  1. Visto poco tempo e mi era piaciuto tanto nonostante una certa pesantezza di fondo che fortunatamente non ha appesantito troppo una storia comunque divertente e irriverente 😉

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